Rilasciata RHEL 7.4 (che abbandona, di nuovo, Btrfs)

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RedHat ha reso disponibile la versione 7.4 di RHEL, in beta dal 23 maggio, senza grossi stravolgimenti o falle scoperte durante la fase di testing ma con miglioramenti sulle performance e sulla sicurezza; questo è il primo corposo aggiornamento dopo la versione 7.3, rilasciata a novembre dello scorso anno.

Leggendo le release notes, RedHat fa finalmente chiarezza su quello che in passato aveva generato un po’ di caos tra gli utenti: il supporto a Btrfs. La società di Raleigh, che gia’ nel maggio 2016 aveva marchiato Btrfs come “discontinued” sulle RHEL 6.x e sulle future major release, ora invece conferma il supporto a questo file system su tutte le versioni di RHEL 7.x.

Red Hat will not be moving Btrfs to a fully supported feature and it will be removed in a future major release of Red Hat Enterprise Linux. […] However, this is the last planned update to this feature.

RedHat non porterà Btrfs a feature completamente supportata e verrà rimossa nella prossima major release di Red Hat Enterprise Linux. In ogni caso, questo sarà l’ultimo aggiornamento per questa feature.

Al momento, l’unica distribuzione enterprise che utilizza come default Btrfs e’ SUSE Linux Enterprise Server 12.

Btrfs a parte, le novita’ della versione 7.4 si trovano principalmente nelle modalita’ di audit e di sicurezza:

  • nuovi filtri per i log (subject e session ID, per esempio);
  • log normalizer technology che manipola i log in maniera che siano piu’ leggibili;
  • USB Guard, che monitora l’utilizzo delle periferiche plug-and-play da parte di determinati utenti, in modo da limitare data leaks e data injection;
  • OverlayFS, che provvede a mettere in sicurezza l’ambiente su cui girano i container.

Anche se RHEL è utilizzata praticamente solo in ambito enterprise, potete partecipare al Red Hat Developer Program che da diritto ad una licenza di qualunque versione RHEL Server e, per completare il divertimento, potete seguire una delle nostre guide per giocare con Docker!

Affascinata sin da piccola dai computer (anche se al massimo avevo un cluster di Mio Caro Diario), sono un’opensourcer per caso, da quando sono incappata in Mandrake. Legacy dentro. Se state leggendo un articolo amarcord, probabilmente l’ho scritto io.

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