Secondo ZDNet i container sono sanissimi, quanto a Docker (l’azienda)…

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Nell’aprile dello scorso anno abbiamo parlato di come Docker avesse deciso di scindere il suo prodotto OpenSource dalla sua controparte commerciale, creando il Moby Project. La mossa era chiaramente volta a separare l’aspetto tecnologico dal lato business ed in termini di chiarezza fu sicuramente una scelta condivisibile.

Ebbene, un anno dopo come sta l’azienda Docker? Secondo ZDNet non molto bene, poiché manca di un business plan.

Non usa infatti mezze parole Steven J. Vaughan-Nichols nel suo articolo, per illustrare come a differenza delle aziende di servizi concorrenti (Google, Microsoft e Amazon) e delle aziende che producono software per gestire la piattaforma (come Red Hat/CoreOS, Canonical e Mirantis), Docker non abbia un piano preciso.

Docker, secondo l’autore, produce unicamente un framework OpenSource per il formato più popolare di container utilizzati.

E pare che la separazione decisa lo scorso anno giochi a favore della confusione: il meccanismo di subscription previsto pare non avere appeal sul mercato, proprio perché il mercato stesso non sa che cosa c’è da comprare. E con l’ascesa di Kubernetes le cose non hanno fatto altro che peggiorare.

Tutti sanno che l’OpenSource è pregno di valori ed aspetti morali positivi, ma senza il cash le aziende falliscono. Sarà questo anche il caso del balenottero?

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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