Donne e mondo IT, ci sarà mai la parità? Se lo chiede il governo UK e noi analizziamo i dati di RedHat e… Microsoft!

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È vero, la UK non è il mondo intero, ma i dati che emergono dal sito del governo che consente di analizzare il cosiddetto gender pay gap (ossia la differenza di retribuzione tra uomini e donne) nelle aziende con più di 250 dipendenti possono essere utili a farsi un’idea di come sia la situazione in generale nel mondo. Al di là di quanto sia estremamente interessante oltre che utile sapere come (almeno in UK) le aziende siano obbligate a fornire tali dati ad un ente governativo.

Due precisazioni importanti riguardo i dati:

  1. Ne parliamo oggi, ma l’ultima snapshot date (ossia la data a cui la rilevazione fa riferimento) disponibile è quella del 5 aprile 2017;
  2. Non siamo al corrente di come i dati vengano raccolti, la partenza è certamente rappresentata dalle informazioni fornite dall’azienda indicate nel campo “Employer’s gender pay gap report”, ma non è specificato come le percentuali di cui stiamo per parlare siano calcolate effettivamente.

Visto poi che ci piace moltissimo stimolare le discussioni abbiamo scelto di fare una comparazione tra due aziende a caso: Red Hat e… Microsoft.

Veniamo quindi ai numeri, partendo dalla differenza nei guadagni orari:

  • La tariffa oraria di media (aritmetica) delle donne (percentuale di inferiorità rispetto agli uomini) è del 26,9% in Red Hat e del 6,6% in Microsoft;
  • La tariffa oraria di media (generale) delle donne (percentuale di inferiorità rispetto agli uomini) è del 32,5% in Red Hat e del 8,4% in Microsoft;

Questo vuol dire che in media (aritmetica) per ogni sterlina guadagnata da un uomo, una donna che lavora in Red Hat UK guadagna 73 centesimi, una che lavora in Microsoft 93. I valori non cambiano di molto considerata la media generale.

Ma ci sono ulteriori interessanti dati a cui badare. Dividendo infatti le fasce di reddito dei dipendenti in quattro, dai più pagati ai meno pagati la presenza delle donne è così distribuita:

  • Top quartile (il più pagato): per Red Hat in questa zona l’11,6% è donna, per Microsoft il 22.8%
  • Upper middle quartile: per Red Hat il 16,1% è donna, per Microsoft il 22,8%
  • Lower middle quartile: per Red Hat il 28,6% è donna, per Microsoft il 28,6%
  • Lower quartile (il meno pagato): per Red Hat il 47,3% è donna, per Microsoft il 35.3%

Insomma, fermo restando che il campione è relativo e che stiamo ragionando su aziende del mercato IT, notoriamente più vicine al mondo maschile (ma anche questo è un luogo comune), la situazione è tutt’altro che rosea per il gentil sesso. Ed in ogni caso sembra proprio che Microsoft abbia in questo senso quantomeno numeri più favorevoli, anche se sono doverose due precisazioni:

  1. La differenza di fatturato (e quindi di numero di dipendenti che sono 124.000 contro gli 11.400 di Red Hat) tra le due aziende non è minimamente paragonabile, Microsoft fattura trenta volte Red Hat;
  2. La vastità dei prodotti offerti da Microsoft è enorme (vedi Xbox, gli Smartphone e hardware generico) e gli stessi spaziano al di fuori dell’ambito enterprise classico;

Pertanto per Red Hat, che è più un’azienda fondata e basata sugli ingegneri, è difficile considerare il confronto “pari”.

I dati però raccontano una storia attuale di cui abbiamo già parlato in passato, quindi dopo aver capito perché la presenza femminile è così bassa nel mondo IT, sarebbe necessario capire anche da dove nasce la disparità di trattamento economico. Un problema vecchio come il mondo, vero, ma non è mai troppo tardi per parlarne e sollevare la questione.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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