Fedora 28: tante novità per tutti i gusti

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Non succedeva da qualche release ormai ma stavolta la nuova versione di Fedora, la 28, è stata resa disponibile come inizialmente previsto: il 1 maggio.

Che Fedora non sia esattamente una distro per tutti è cosa nota essendo la base di test per le future release di RHEL, ma questa versione sembra cercare di accontentare qualsiasi tipologia di utente.

Come sempre, Fedora viene rilasciata in 3 versioni: Server, Workstation ed Atomic Host. Per quanto riguarda la versione Workstation le scelte si ampliano ulteriormente potendo scegliere tra le tante spin tra cui KDE, Cinnamon e Mate-Compiz. Aggiornate anche le versioni ad uso speciale (astronomia, robotica, gaming) presenti nel Fedora Labs.

Per gli utenti standard

Fedora 28 include alcuni repository di terze parti, facilmente attivabili. Infatti, al primo login in ambiente GNOME, un prompt vi chiederà se attivarle o meno. I repository in questione sono:

  • google-chrome.repo per l’installazione e gli aggiornamenti di Google Chrome;
  • _copr_phracek-PyCharm.repo per PyCharm, un IDE Python;
  • rpmfusion-nonfree-nvidia-driver.repo per i driver proprietari di NVIDIA;
  • rpmfusion-nonfree-steam.repo dedicata a Steam.

Come già accennato in passato, Fedora 28 include una serie di modifiche per migliorare la resa della batteria, tutti abilitati di default.

Altre novità:

  • Supporto a Thunderlbolt 3, con l’aggiunta di boltd, il demone per connettere in modo sicuro i device Thunderbolt;
  • Noto Color Emoji diventa il font di default per le emoji Unicode 10.0 (che includono anche l’emoji definitiva: il T-Rex 🦖 ndr);
  • Installazione tramite Anaconda semplificata ulteriormente.

Per gli sviluppatori

Una delle feature più interessanti di questa release nella variante Server è sicuramente la Modular repository, che vuole sicuramente accattivarsi il mondo degli sviluppatori.

Tramite l’opzionale Modular (chiamata anche Application Stream o AppStream), gli sviluppatori hanno modo di scegliere una versione software differente da quella presente nei repository di deafult. In questo modo è possibile tenere aggiornato l’OS senza preoccuparsi della versione di alcune applicazioni, che restano indipendenti.

Fedora 28 migliora anche il supporto e l’integrazione con VirtualBox: VirtualBox Guest Addition e Guest Drivers sono infatti installati di default.

Per quanto riguarda il mondo container invece, Fedora Atomic Host include un’immagine di base per creare macchine virtuali, un’immagine Atomic Host per la creazione di container e delle immagini base di container per deployare applicazioni Fedora-based. Kubernetes 1.9 è incluso.

Quanta avanguardia questa Fedora! Qualcuno per un install/upgrade party? 🦖

Affascinata sin da piccola dai computer (anche se al massimo avevo un cluster di Mio Caro Diario), sono un’opensourcer per caso, da quando sono incappata in Mandrake. Legacy dentro. Se state leggendo un articolo amarcord, probabilmente l’ho scritto io.

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