Versione 0.4.9 per ReactOS

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Sono passati pochi mesi dall’ultima volta che abbiamo citato questo progetto. Ed una nuova release, puntuale, è uscita qualche giorno fa, il 23 luglio. Già, perché il team si è imposto un ritmo piuttosto serrato: una nuova release ogni 3 mesi. Proprio per la vicinanza delle date di uscita, il numero e la portata di novità sarà sempre piuttosto limitato, e infatti… abbiamo molto da dire.

Innanzitutto questa è la prima self hosted release, ovvero la prima che è in grado di compilare se stessa: si tratta di una pietra miliare importante, che segna l’autonomia, il passaggio da infanzia a pubertà. Infatti ora il Sistema Operativo non dipenderà da altri SO, ma tutto potrà essere fatto direttamente, specialmente nello sviluppo (o debug) di driver o kernel.
In realtà, vista la natura del progetto, è improbabile che gli sviluppatori buttino via i loro sistemi operativi per usare solo ReactOS, ma la sola possibilità è una grande notizia.

I miglioramenti e la risoluzione dei bug (137 tracciati, per la precisione) hanno portato un incremento di performance e – soprattutto – stabilità: sono state eliminate molte situazioni di esaurimento delle risorse o di crash del sistema.

Altre modifiche possono sembrare puramente estetiche, ma richiedono uno sforzo di codice:

  • integrazione della gestione dei file .zip nel sistema (decompressione);
  • uso del trascinamento con tasto destro di un file per permettere la selezione tra copia, sposta e crea link
  • nuova maschera per le impostazioni del mouse
  • riparazione automatica dei filesystem identificati come danneggiati al boot

Per ulteriori informazioni rimandiamo all’annuncio ufficiale.

Ricordiamo che questo progetto si considera ancora in versione alpha, ovvero ancora non completo sotto il profilo delle funzioni implementate né, men che meno, usabile come sistema principale. Come del resto la numerazione lascia intuire.
Ma per chi ha bisogno di Windows, magari in un vecchio PC (UEFI non è supportato ma bastano 64MB di RAM), provare non costa nulla. E ricordiamoci che opensource non vuol dire per forza linux – per quanto il binomio funzioni molto bene! 🙂

Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.