ZeroPhone: un telefono open source e con Linux

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ZeroPhone is an open source, Linux-powered, $50 smartphone. It has no carrier locks, bloated apps, or data mining, and it doesn’t depend on big companies – instead, its open source hardware and software give you as much control over your phone as possible.

ZeroPhone è uno smartphone open source, con Linux da 50$. Non ha nessun blocco operatore, bloatware, data mining e non si affida a nessuna grande compagnia – invece, i suoi hardware e software open source forniscono tutto il controllo possibile del proprio telefono.

Ecco quanto promette ZeroPhone, progetto presentato su Crowd Supply nei giorni scorsi che promette un telefono altamente personalizzabile, riparibile e (power)user-friendly.

Lo ZeroPhone è costruito con:

  • Raspberry Pi Zero
  • Arduino
  • Modulo Wi-Fi ESP8266

Il che significa che include anche alcune feature “insolite” per un telefono:

  • Porta mini-HDMI
  • Porta USB 2.0 (full-size)

Anche lo schermo è super piccino: un OLED 1.3″ 128 x 64. Decisamente microscopico se paragonato a quello di qualunque telefono attuale, anche quello più economico.

Inoltre, al momento, è possibile utilizzare solo la connettività 2G GSM (il 3G e 4G saranno aggiunti più tardi). Diciamo che si discosta parecchio dell’idea comune di “smartphone”.

E allora perché smart? Perché c’e Linux! What else?

Ok, non solo per Linux. Prima di tutto è possibile farsi da soli il proprio ZeroPhone visto che tutto l’hardware utilizzato è disponibile liberamente sul mercato. Inoltre è chiaramente rivolto ad un pubblico di “smanettoni”: per attaccarci un sensore IR ed una camera è necessario che siano cablati i singoli componenti.

In ogni caso, nel caso non voleste aggiungere hardware extra al vostro ZeroPhone, potete collegarvi in SSH al dispositivo e far girare una serie di software, quelli che più o meno usereste per qualche progetto che involve un Raspberry.

Al momento il progetto non è ancora ufficialmente partito dunque non è ancora possibile finanziarlo. Non resta che iscriversi alla mailing list e stare a vedere come evolve la questione!

Affascinata sin da piccola dai computer (anche se al massimo avevo un cluster di Mio Caro Diario), sono un’opensourcer per caso, da quando sono incappata in Mandrake. Legacy dentro. Se state leggendo un articolo amarcord, probabilmente l’ho scritto io.

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