Boom: IBM si compra Red Hat, e niente sarà più lo stesso

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La notizia è arrivata ieri, in una serata qualunque di una domenica qualunque del mese di ottobre. IBM ha dei piani per acquistare Red Hat. E di lì a poco sono arrivate le conferme, prima da parte di IBM e poi da parte di Red Hat. L’accordo c’è, si farà, non è una boutade, è realtà.

Così il presidente e CEO di Red Hat, Jim Whitehurst:

Joining forces with IBM will provide us with a greater level of scale, resources and capabilities to accelerate the impact of open source as the basis for digital transformation and bring Red Hat to an even wider audience – all while preserving our unique culture and unwavering commitment to open source innovation

Unire le forze ad IBM ci porterà ad un livello superiore di scalabilità, risorse e capacità per accelerare l’impatto dell’open-source come base della digital transformation, esponendo Red Hat ad una audience ancora più ampia – Il tutto preservando la nostra unica cultura e la costante dedizione verso l’innovazione dell’open-source

Così il presidente e CEO di IBM, Ginni Rometty:

The acquisition of Red Hat is a game-changer. It changes everything about the cloud market, IBM will become the world’s #1 hybrid cloud provider, offering companies the only open cloud solution that will unlock the full value of the cloud for their businesses.

L’acquisizione di Red Hat è estremamente significativa. Cambia tutto del mercato Cloud, IBM diventerà il primo provider di cloud ibridi al mondo, offrendo alle aziende l’unica soluzione cloud aperta per liberare il pieno potenziale del cloud per il loro business.

Ora, senza giocare a trova le differenze, c’è una sostanziale differenza nella caratura dei due annunci: Joining versus Acquisition. Unire le forze, dice chi è stato comprato, acquisire risorse, dice il compratore. Pertanto che ne sarà quindi di Red Hat? Le parole di Whitehurst, che pretende di preservare la cultura Redhattiana all’interno del contesto da big corporation di IBM lasciano il tempo che trovano: sarà solo alla prova dei fatti che tutto questo sarà verificabile. Vero è che sarebbe sconveniente per IBM smantellare quanto di buono c’è in Red Hat, ma un fatto su tutti rimane, anzi due:

  1. Il fatturato di IBM è di 79 miliardi, quello di Red Hat è quasi di 3.
  2. Ad IBM interessa avere un prodotti per il cloud ibrido, quello hanno comprato, quello venderanno, di tutto il resto non è dato di sapere.

Interessante analizzare in tutto questo la posizione dell’altro grande competitor open-source: Mark Shuttleworth sarà arrabbiato o si starà fregando le mani? Aver predisposto Canonical per una potenziale acquisizione e vedere IBM comprare invece Red Hat gli farà rivedere i piani? Oppure questa annessione del principale competitor farà di Canonical, quindi di Ubuntu, quindi di JuJu/OpenStack il nuovo re della piazza?

Non è dato di saperlo, c’è solo da attendere. Nel frattempo i numeri: pare che il deal verrà chiuso intorno ai 33 miliardi di dollari, IBM pagherà 190 dollari ciascuna azione, mentre il valore attuale della singola azione di Red Hat è 116 dollari circa.

Chiudiamo con una delle altre dichiarazioni strappate a Rometty:

We will scale what Red Hat has deeply into many more enterprises than they’re able to get to

che volutamente non traduciamo. Anzi, sì: apri i portelli, HAL.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

28 risposte a “Boom: IBM si compra Red Hat, e niente sarà più lo stesso”

  1. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Temo che la cosa sia peggio per noi di quanto possa sembrare, IBM ed RH non sono mai state aziende con cui sia “piacevole interagire” (nonostante qualche sforzo fatto da IBM nel tempo) ma RH aveva bisogno di essere sul desktop e “giocare a far la SUN in piccolo” per esistere, IBM non ne ha bisogno alcuno.

    In altri termini prevedo che lo sviluppo già poco digeribile di Gnome peggiorerà ulteriormente.

    Vorrei sbagliami ma temo che l’era del dekstop GNU/Linux generalista nata con Ubuntu sia oramai finita, torniamo ad avere desktop per tecnici e geek e l’utente medio si arrangi… E questo è una pessima cosa per varie ragioni, prima delle quali la libertà perché nonostante tutto il desktop è ancora un “mondo informatico privato”, tolto di mezzo lui resta il modello mobile ovvero un “mondo informatico del vendor” dove l’utente non ha controllo alcuno e il vendor di turno può fare quel che gli pare sempre di più.

  2. Avatar Rehdon Lofgeornost
    Rehdon Lofgeornost

    E’ anche vero che da tempo ci sono alternative, ad esempio Linux Mint, che hanno avuto grande successo e sembrano tracciare le linee di sviluppo futuro. Non credo che il desktop su Linux patirà per un minor o nullo finanziamento a Red Hat, il problema da tempo è la frammentazione (qui si può dire che Gnome ha più o meno direttamente contribuito a tale problema, ma ci porterebbe su una discussione già vista mille volte …).

  3. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Scusa la rudezza ma Mint non ha futuro alcuno. Banalmente perché il suo desktop, Gnome, poco importa quanto rimpolpato, non pare aver futuro. Il punto è che tolto Unity 7.x l’unico desktop generico adatto all’utente enterprise/casuale è Gnome Shell. Per noi della vecchia scuola EXWM, i3, … sono il meglio ma per l’utente medio sono alieni e colmare questo gap ad oggi è come portare avanti il sistema metrico spiegando al bipede medio che al posto di “un chilo di pane” dovrebbe comprare “un deca(newton) di pane” e al posto del limite 50Km/h dovrebbe rispettare i 14m/s in città. Dovremmo riportare in auge il calendario Kodak (13 medi di 28 giorni + capodanno), ecc. Qualcosa di teoricamente possibile e razionale praticamente impossibile per mera irrazionalità/ambiente in cui la gente mediamente vive.

    La frammentazione è un problema commerciale, per il software libero non è un problema ma una garanzia di evoluzione e libertà, chi parla di “frammentazione” lo fa per formazione commerciale o interesse commerciale. La community sviluppa ciò che vuole e, quando è una community, lo fa in maniera perfettamente armonica: l’upstream scrive quel che gli serve, le distro integrano quel che scelgono.

    Il problema viene quando si vuol il pensiero unico, le piattaforme, ovvero quando NON si vuole il software libero ma solo lo sviluppo “a gratis”, quando si portano avanti concetti come “open source” al posto di free software. Il problema è che oggi NON abbiamo quasi più una community perché non c’è più ricerca universitaria e nelle grandi aziende c’è solo una letale gestione manageriale. Nei tempi d’oro dell’informatica nelle università si sviluppavano architetture, sistemi operativi, reti. Adesso l’ingegnere tipo che vada bene fa un sito o un modulo di qualcosa per la sua tesi, dottorato incluso. Questo è il disastro.

  4. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Una precisazione importante: il desktop default di Mint in realtà è Cinnamon (ed anche, se vuoi, MATE), ed è proprio quello che fa la differenza tra questa distro e le concorrenti.
    Per tutto il resto credo si stia sviando un po’ la discussione: non è questione di desktop o server, è che IBM e Red Hat sono per certi versi agli antipodi per approccio, mission ed in generale sviluppo delle tecnologie.
    In particolare per il discorso cloud sarà divertente capire che tipo di prodotti saranno “IBM/Red Hat OpenShift” e “IBM Red Hat OpenStack”, visto che al centro di tutto ci sono le tecnologie cloud. Saranno software aperti? Rimarranno ciò che sono ora (ossia versioni enterprise di prodotti community)? O che altro?
    È su questo che tutti si stanno interrogando, non di certo sul desktop.

  5. Avatar Rehdon Lofgeornost
    Rehdon Lofgeornost

    Scusa la franchezza, ma di tutto quello che scrivi concordo solo con la punteggiatura LOL

    In breve:

    1. Linux Mint ha la sua dose di problemi, ma si è preparata molto bene per il futuro dato che ha non uno ma due desktop basati su Gnome (MATE come continuazione di Gnome 2 e Cinnamon come evoluzione di Gnome 3).
    2. Gnome Shell ha, viceversa, una piccola fascia di entusiasti che sono conquistati per sempre, mentre quando lo mostravo a utenti comuni (non a smanettoni) la reazione era invariabilmente “WTF?”.
    3. Pensare che Gnome Shell sia il futuro di Linux Desktop è una pia illusione, forse solo il fatto che tornerà ad essere la base di Ubuntu riuscirà a dargli un po’ di sprint, ma non ci metterei la firma.
    4. A me le diatribe ideologiche non interessano più: come il 99,99% delle persone voglio qualcosa che funzioni, finché Linux mi permetterà di sottrarmi al controllo di Microsoft e Apple benissimo, al momento in cui costerà troppo sforzo o la scelta sarà ridotta a Gnome (o KDE) ci penserò su. In ogni caso, ho smesso di consigliare Linux: non è diventato un prodotto per l’utente comune, e non ho voglia di trasformarmi nel tecnico di fiducia per amici e parenti.

    Del resto ormai sono decenni di sviluppo, Linux è partito con una base di vantaggio tecnologico che ha consolidato lato server e ha fallito nel valorizzare lato desktop. La frammentazione è una disgrazia soprattutto per l’utente comune, che a ogni cambio di desktop deve cambiare repository, forum, manuali (se esistono …) etc. Uso Linux dal 1994, e se non fosse stato per LM Cinnamon dopo le genialate di Gnome 3 e Unity probabilmente mi sarei comprato un Mac.

  6. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Si, ma Cinnamon su cosa si basa? Se per dire le GTk fossero abbandonate quanto tempo andrebbero avanti? E lo stesso vale per MATE, di fatto sono remaster di Gnome 2.x possono durare un po’ sino a quando “il mondo intorno a loro” non cambia al punto da richiedere massicce riscritture…

    Lato server francamente mi interessa poco per una semplice ragione OpenStack&c sono solo mode, oggi molto diffuse, domani scomparse un po’ come è accaduto alla virtualizzazione full-stack su x86 con l’esplosione delle partizioni di SO (con Docker e sino a kubernetes). Oggi han un peso non secondario ma per la dimensione dei loro utenti e la forza economica media degli stessi non mi preoccuperei molto.

  7. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Basati su Gnome è la chiave: se RH/IBM fan evolvere il desktop GNU/Linux (stile le spinte di pulseaudio, systemd ecc) in modo tale per cui Gnome2 va pesantemente modificato per adattarlo al nuovo ambiente pensi che Mint possa realizzare questa “devuan del desktop”?

    Non penso che Gnome Shell sia il futuro del desktop, anzi, però ad oggi è il solo “vendibile” come desktop enterprise, ovvero posso dire all’amministrativo di turno “ecco il tuo desktop”, cosa che non posso fare con Kde ed altri semplicemente perché e sembrano troppo vecchi per attirare o sono troppo contorti.

    Sull’evoluzione poi attenzione a WSL, DeX, Crostini ecc non mi pare irrealistico tra qualche anno trovare le distro nel “Microsoft Store”, che girano sopra il kernel di Window, nuovo firmware EFI, il tutto ovviamente condito da “per la vostra comodità e sicurezza”, “così non dovrete più preoccuparvi del supporto hardware” ecc ecc ecc

    Purtroppo temo che la tua ultima frase per l’utente medio diverrà valida nel medio termine, ovvero “compriamo un mac, almeno è tutto pronto” ed è un discorso che ho già sentito anche da gente non proprio digiuna di IT… Personalmente dopo Unity ho riscoperto la via neanche classica ma storica con EXWM, ma anche se oggi molti che mi passano dietro il monitor restano affascinati solo pochi sono disposti ad un simile salto, i più semplicemente dicono “bello ma non ho tempo per lo sforzo iniziale richiesto” e non vedo Mint come una risposta…

  8. Avatar Rehdon Lofgeornost
    Rehdon Lofgeornost

    Guarda che Mate, la versione “classica” ispirata a Gnome 2, sta facendo la transizione sull’ultima versione di GTK, per cui non si capisce per quale motivo dovrebbe essere incompatibile con future versioni basate su Gnome (sempre che RH/IBM dedichi più di 5 minuti a pensare a una possibile evoluzione del suo desktop enterprise). E Cinnamon è già pronta per questo scenario.

    Ma parlando di desktop non è quello enterprise che viene in mente, in ogni caso, e non è a quello cui facevo riferimento. Non è un aut – aut, anche Windows e Mac richiedono un minimo di sforzo iniziale per imparare, certo se il desktop del futuro fosse EXWM staremmo freschi …

  9. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Ehm no, intendo se le GTk non fossero più sviluppate e nel frattempo X, le Gdk o altro cambiano al punto in cui le GTk non possono più funzionare i desktop come Mate o Cinnamon dove possono andare?

    Enlightenment mi pare il solo che “fa tutto in casa”, Kde stesso si basa sulle Qt. Non so se ho reso l’idea.

    Su EXWM per me si, è il passato ed il futuro pure, semplicemente perché il concetto di desktop floating-windows non ha veramente senso, se ci pensi ci stiamo tutti arrivando, da chi ha proposto i tiling a chi cerca di ridurre il desktop classico con un wallpaper (leggasi rimozione icone attive di default in GS) ecc. Sarebbe un po’ offtopic ma pensa a come usi il tuo desktop, tipicamente si usa un’applicazione alla volta a tutto schermo, occasionalmente si affiancano per D&D o seguire una cosa mentre se ne fa un’altra, il resto del tempo è un inutile spostamento di finestre. Gli stessi launcher sulla scrivania sono scomodi, se sono tanti diventano ingestibili, se sono pochi in una barra va molto meglio perché non viene coperta/ha l’autohide, per il resto c’è un filemanager.

  10. Avatar Rehdon Lofgeornost
    Rehdon Lofgeornost

    Se mia nonna avesse le ruote … etc. etc. 🙂

    Ovvero: al momento in cui GTK si evolverà in maniera così accelerata e incompatibile ne riparleremo. Ma con gli attuali ritmi direi che è un pericolo ben lontano, e in ogni caso ci sono Qt e altro ancora.

    Poi, de gustibus non est disputandum: finché premetti “per me” che EXWM sia il migliore è cosa che ha senso … per te, appunto; io ho organizzato il mio workflow per aree di lavoro, non per finestre, quindi non avrebbe senso usare qualcosa del genere.

    L’utente medio vuole qualcosa che assomigli a Windows, perché conosce solo quello, e per ogni diversità bisognerebbe valutare attentamente la ratio miglioramento / learning curve, perché la gente è pigra; mi includo anch’io nella categoria: sono passati i giorni in cui mi perdevo a scoprire la riga di comando e altro, adesso voglio qualcosa che funzioni senza tante storie perché il computer è uno strumento di lavoro, non un hobby fine a se stesso.

  11. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Manco tanto lontano, pensa solo a cos’è successo a FreeBSD con la dipendenza systemd-gnome… Ti sembra così improbabile che accada anche su GNU/Linux?

    Quanto all’workflow, con EXWM hai tutti i desktop virtuali che vuoi anche se non ne senti il bisogno (che invece coi tiling senti eccome) e se aggiungi ivy-views non solo hai i desktop, ma hai pure le perspective di Eclipse belle e salvate/richiamate al volo. Uno dei punti di forza del modello classico (Emacs oggi, LispM, Xerox Alto, Plan9 un tempo) è la facilità con cui puoi costruire il TUO workflow ed il tuo ambiente con poche righe di configurazione. Dalle cose più semplici tipo bindare quel che vuoi alla combinazione di tasti che vuoi (per es. pur non giocando uso tastiere gaming, di recente una K550 Yama, e ogni g-key corrisponde alle applicazioni che uso più di frequente, lanciate al super-volo con una sola pressione su un solo tasto, i tasti funzione controllano “l’WM” (split orizzontali/verticali, flip, C-x 1, other-window, chiudi app, chiudi app e window ecc). Il comfort, controllo e personalizzazione che puoi avere non te la sogni manco nei WM/DE/DS classici. Poi si, l’utente è MOLTO pigro in genere, e pur essendo passato anche per me il periodo di fame di sperimentazione delle superiori/dell’uni certi cambi li trovo talmente efficaci da giustificare lo sforzo. Quel che manca è cosa fare per l’utente medio se vogliamo non tornare ad un problema che avevamo in passato con *servizi* non usabili sui nostri desktop per mera assenza di considerazione del vendor (pensa solo alle app dell’Agenzia delle Entrate o anche alle firme digitali se un domani GNU/Linux sul desktop generico tornasse alla nicchia di un tempo).

  12. Avatar Rehdon Lofgeornost
    Rehdon Lofgeornost

    Del tutto improbabile, e comunque resta un ragionamento puramente ipotetico: ripeto, l’evoluzione del toolkit GTK+ è 1. leeenta 2. incrementale piuttosto che rivoluzionaria. Se dovesse succedere qualcosa di “pericoloso”, vedremo Mate e/o Cinnamon migrare su altri toolkit, più o meno come hanno fatto quelli di Lubuntu.

    Per il resto, penso che questo tipo di strumenti esisteranno sempre, perché c’è tutto un ecosistema che si autoalimenta, e penso anche che sia un bene. Ma i tempi sono cambiati, a me interessa un ambiente che richieda un minimo di configurazione e poi si levi dalle scatole, in maniera da lasciarmi lavorare tranquillo con le applicazioni. E mi interessa avere il controllo sui miei dati e sulle mie attività, che è uno dei motivi principali per cui non uso Windows. Però non consiglio più Linux, perché continua a non essere adatto ai principianti / utenti comuni / etc. e questo è un peccato…

  13. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Rispetto la tua opinione ma non sono convinto sia così improbabile… Tieni inoltre presente che LXDE è molto, ma molto, più semplice di Cinnamon o Mate.

    Sullo svecchiare ambienti come Emacs in termini di defaults molto sono d’accordo e molti ci stan lavorando (pensa a Spacemacs, Prelude, … tutte le configurazioni/distribuzioni precotte di Emacs) e la popolarità negli ultimi anni è aumentata anche grazie a loro, ma restano ai margini poiché chi sviluppa oggi ha creato nel tempo il suo sistema e non gli interessa molto modernizzare defaults che se va bene manco conosce, chi arriva a sviluppare ha scoperto che personalizzare è facile e in poco tempo non si cura più di offrire defaults “comodi per il novellino”. Un po’ è il problema dell’essere super-flessibili, passi il primo scoglio e dici “hey è un mondo fantastico!” non torni indietro e non ti curi della fatica iniziale.

    D’altro canto onestamente non credo oggi ci sia più nessuno con abbastanza tempo libero, volontà e competenze per realizzare un ambiente moderno, aperto e flessibile come quelli che abbiamo perso nel tempo ma prima o poi le torri di babele attuali crolleranno per forza sotto il loro peso e sarà piuttosto doloroso…

  14. Avatar Guglielmo Cancelli
    Guglielmo Cancelli

    In effetti sul mio pc di lavoro, dove utilizzo debian con Openbox, mi basta il menù di openbox e gli applicativi sono sempre a tutto schermo, su doppio monitor. Solo sui pc di casa, condivisi con altre persone, preferisco usare MATE con il suo stile più “legacy”

  15. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Ma anche come lo usi se posso chiedere? In altri termini a parte una barra-launcher (che potrebbe benissimo essere cairo dock, AWN, …), un quicklauncher (che potrebbe essere rofi, dmenu, …), un gestore di notifiche freedesktop (che potrebbe benissimo essere dunst), un automounter (es udiskie) e magari una barretta con orologio+calendario, tutta roba che puoi avere ovunque, persino le anteprime delle finestre stile scale/expo con skippy-xd (nato BEN prima di compiz e super leggero) concretamente cosa altro c’è?

    Io ci vedo solo dei defaults carini, che ad esempio dunst, rofi ecc NON hanno e tutti “loro” messi insieme in un comodo pacchetto. Ma serve veramente un pacchetto così grande? Alla fine non usi sempre le solite 4 applicazioni a tutto schermo e raramente affiancate?

    Solo come file manager che alla fine è buona parte del peso di Gnome: cos’ha nautilus&fork in più chessò xfe?

  16. Avatar Rehdon Lofgeornost
    Rehdon Lofgeornost

    D’altro canto onestamente non credo oggi ci sia più nessuno con
    abbastanza tempo libero, volontà e competenze per realizzare un ambiente
    moderno, aperto e flessibile come quelli che abbiamo perso nel tempo

    Parte (molto rilevante) del problema è che la complessità dei SO moderni è tale che un’impresa del genere dubito proprio che sia alla portata del singolo, e anche un team piccolo e affiatato dovrebbe dedicarsi esclusivamente a quello, e non per poco tempo. Comunque vediamo, come è stato notato Android è per il mobile quello che Gnome / KDE avrebbero potuto essere per il desktop, non escluderei che prima o poi qualche novità salti fuori.

  17. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Eppure se ci pensi Plan9 non è affatto complesso e, a parte un gazzilione di righe di codice per hw sempre più spazzatura dei kernel moderni, non è che gli manchi chissà cosa per essere usabile…

  18. Avatar Guglielmo Cancelli
    Guglielmo Cancelli

    Magari la scelta degli applicativi non sarà la migliore, ma è un ambiente che mi sono costruito su misura e che attualmente mi calza a pennello.
    E secondo me il bello di linux è proprio questo!

  19. Avatar Rehdon Lofgeornost
    Rehdon Lofgeornost

    Non lo conosco affatto, ma per quel che so il problema di ogni nuovo OS è una combinazione di 1. supporto HW ristretto se non ristrettissimo 2. mancanza di sviluppatori (in parte dovuta a 1) 3. mancanza di risorse per tutta la parte user-friendly come ad esempio ambienti desktop (per 1+2). C’era in giro anche GNUStep, mi piaceva molto come ambiente qualche lustro fa, adesso è chiaramente invecchiato e malgrado recenti tentativi di revival dubito arrivi mai a niente. Niente, non vedo molte luci all’orizzonte.

  20. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Simile: EXWM con numlockx, pnmixer, nm-applet, clipit, autocutsel, dunst, udiskie, unclutter, compton, setup a doppio monitor grande “principale” e piccolo in verticale per dashboard&c con xrandr. Un po’ di imprecazioni per trovare una tastiera che mi vada bene (le Maltron sono troppo care per i miei gusti, le tastiere da POS mi stan sullo stomaco e il resto…) ed in effetti ancora non l’ho trovata son passato da una type 6 quando si è guastata ad una Dell ad un paio di Logitech ed ora una K550 Yama e ancora non sono a mio agio… Però non ho MAI trovato nulla di più produttivo, comodo, gestibile in decenni. Una collega ha un curioso setup con Rox, altri con i3, ‘somma che il desktop classico dopo anni si cominci a considerare “desueto” e non molto razionale si diffonde almeno tra chi conosce altri ambienti… Del resto persino Windows nonostante i fallimenti collezionati prova a cambiare modello desktop da un po’.

  21. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Ehm, no, non è nuovo è l’evoluzione di Multics, un “concorrente” di unix degli albori. Da allora continua ad esistere e rispuntare sempre anche se non muove mai da una ristretta nicchia, l’uso più famoso è giusto dell’IBM per il supercalcolo… Eppure già n anni fa implementava sul serio il The Network is the Computer di SUN e se vogliamo persino recentissimi paradigmi da The Machine di HP all’edge computing.

    Quel che manca in effetti è la volontà commerciale che ha da sempre tagliato ogni progetto il cui design fosse utente-centrico, libero. Ad ogni livello.

  22. Avatar Guglielmo Cancelli
    Guglielmo Cancelli

    La penso esattamente come te. Specialmente nell’ultima parte, anche se a Cinnamon preferisco MATE sui pc domestici.
    Sul pc di lavoro invece uso Debian con openbox.

  23. Avatar Guglielmo Cancelli
    Guglielmo Cancelli

    Infatti il mio ambiente di lavoro ideale è molto minimale.
    Non ho nessuna barra/launcher. Per aprire i programmi uso il menù di openbox, per passare da uno all’altro uso alt+tab.
    Nell’autostart di openbox ho: guake, xcompmgr, wmsystemtray, wmclockmon, volti, xscreensaver, glipper.
    Per gestire il doppio monitor (ho 3 layout. solo monitor dx, solo monitor sx, due monitor) uso xrandr.
    Come filemanager uso thunar, per le azioni personalizzate e le tab.
    Per lavorare mi basta geany e chromium.
    Sul desk non ho nessuna icona. Solo sfondi che cambiano tramite un mio script.
    Non sento il bisogno di nient’altro.

  24. Avatar Raoul Scarazzini

    Ahaha secondo me le magliette mica le fanno, “ve le dovete portare da casa” 😀

  25. Avatar Ivan Guerreschi
    Ivan Guerreschi

    La mia speranza è che Gnome e sopratutto le GTK continuino ad esistere, è troppo importante avere un desktop GNU/Linux generalista

  26. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Temo che sarà peggio ancora: hai letto che RH depreca Kde da RHEL? Quando per la prima volta han annunciato il famoso GnomeOS in molti han pensato che fosse uno scherzo o comunque un’idea vaga di integrazione, io penso invece che fosse qualcosa di molto serio che si stà concretizzando un pezzo alla volta. E le implicazioni di ciò mi piacciono ancora meno della perdita di un desktop generalista…

    Per ora ci stò ancora rimuginando l’interesse di IBM non l’ho ancora ben definito ma per dirla all’inglese annuso roditori a livelli fuori scala…

  27. Avatar Ivan Guerreschi
    Ivan Guerreschi

    Quello che mi preoccupa è che GNU/Linux diventi un sistema operativo per tecnici dal camice bianco, e non per ogni tipo di utenza dal pensionato al ricercatore

  28. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Temo che questa strada sia già cominciata da un po’, metterei l’inizio tra il primo cambio grosso di rotta di Gnome e l’abbandono di Unity…

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