Seppur alternative siano presenti (btrfs, xfs, etc.) sicuramente il filesystem ext4 è ancora largamente utilizzato grazie alla sua stabilità ed all’eredità portata dall’ottimo ext3.
Nonostante questa comprovata stabilità, il team di sviluppo del kernel continua a lavorarci per renderlo ancora più moderno e stabile, a volte introducendo feature la cui utilità risulta questionabile.
Una di queste è il supporto ai caratteri UTF-8; seppur sicuramente avere un pool di caratteri decisamente più ampio (ed universale) a cui attingere è buona cosa, gli esempi che spesso vengono fatti nella creazione di directory con le emoji fa pensare a quanto possa creare problemi questa cosa.
Sicuramente l’idea di avere /home/🏠 come directory HOME del proprio utente è carina, ma cosa succederà quando dovremo mettere mano ad eventuali script e/o servizi che potrebbero avere problemi a lavorare in quel modo?
Fortunatamente l’introduzione al supporto UTF-8 è stata presa in maniera molto più generica e, quindi, porta con se la possibilità di supportare anche altri set di caratteri, cosa che può essere molto utile soprattutto a chi utilizza sistemi di accessibilità per problematiche più o meno gravi (vedi tastiere braille e similari, avere un character set che supporti meglio la traduzione potrebbe essere la svolta).
Un altro punto che si sta implementando e che -personalmente- lascia molto perplessi è la possibilità di attivare il supporto al case insensitive nei nomi di file e cartelle; questo farà si che, per questo filesystem, scrivere directory, Directory o DiReCtOrY sia esattamente la stessa cosa (esattamente come avviene attualmente su sistemi Microsoft).
Essendo visto come feature avanzata da altri popolari filesystem (ad esempio, HFS+ di macOS introduce il case sensitive dove HFS non lo supporta), non si capisce per quale motivo togliere questa funzionalità (anche se la disattivazione prevede la presenza di un flag in fase di mount e, quindi, deve essere consciamente richiesta) possa essere un passo in avanti.
In ogni caso il vantaggio è, come spesso accade nei software open source, la libertà di scelta! Finché queste novità non vengono applicate in maniera forzata ma rimangono opzionali all’uso, averle in più non può che dare più libertà a noi utenti di scegliere il comportamento del nostro filesystem e, quindi, del nostro sistema.
Il rischio è sempre che l’uso di queste feature porti ad automatismi che non tengono conto del funzionamento “storico” delle cose, e che obblighino eventuali utenti alla riscrittura o ad adattarsi a quanto fatto da chi usa delle semplificazioni per comodità.
La discussione sulle nuove feature è sulla mailing list del kernel, ma voi cosa ne pensate? Sostituirete /root con /😈?
Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.
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