Server ARM: tanti vantaggi ma ecosistema povero. Parola di Torvalds

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Questa volta il creatore di Linux ha da dire la sua sulle architetture ARM in ambito server. Seguendo un post sul forum Real World Technologies (in cui si annunciava la piattaforma Neoverse N1, nata per il cloud-computing).

A detta di Linus il problema è dato dalla base di sviluppatori che

will happily pay a bit more for x86 cloud hosting, simply because it matches what you can test on your own local setup, and the errors you get will translate better

sarebbero felici di pagare un pochino di più per un hosting su cloud x86, semplicemente perchè sarebbe in linea con quanto possono testare sulle loro installazioni locali, e gli errori ottenuti sarebbero di più facile traduzione

Seppur indichi dei grandi vantaggi (sottolineando però teorici) sul discorso energetico degli stessi, fa notare che l’architettura ARM non sarà commercialmente affidabile sui server finchè non sarà possibile “distribuire più facilmente su dispositivi ARM“, con i kit hardware ARM più accessibili agli sviluppatori.

Il Raspberry Pi ha portato sicuramente molta gente a lavorare su ARM, ma ha anche contribuito alla diffusione di innumerevoli dispositivi ARM a basso costo che, però, penano dell’assenza di standardizzazione; se prendiamo, ad esempio, un qualsiasi sistema x86-64, possiamo ragionevolmente utilizzare una qualsiasi ISO generica di installazione di Linux e questa ci permetterà di installarla su di esso; per i dispositivi ARM la situazione è più complessa. Sono presenti immagini di OS per questi device, ma tendenzialmente ognuno fornisce la sua, che viene studiata per il funzionamento specifico di quel dispositivo e poco si adatta ad altri.

Ed è questo che sottolinea Torvalds: la mancanza di un ecosistema coeso che permetta di lavorare genericamente su queste architetture.

Google è al lavoro per ovviare il problema con Treble, che dovrebbe fornire un sistema di astrazione hardware per facilitare lo sviluppo di immagini OS, ma essendo al momento un progetto dell’azienda di Mountain View, questo è limitato ai dispositivi che lei intende supportare.

Voi come la vedete? Ci sarà un futuro per i server ARM?

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.

4 risposte a “Server ARM: tanti vantaggi ma ecosistema povero. Parola di Torvalds”

  1. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Torvalds ha semplicemente ragione… se ogni volta devo avere necessità anche solo di un immagine di boot diversa a seconda della cpu, o della piattaforma che uso, è una seccatura non indifferente.

  2. Avatar Sonic0
    Sonic0

    Corcordo sia con le parole di Torvarlds che con i precedenti commenti.
    Ci dovrebbe essere più standardizzazione che ne facili l’uso da parte degli sviluppatori, senza per forza avere delle competenze mirate sul singolo produttore o addirittura sul singolo prodotto.
    Finchè non ci sarà standardizzazione non ci saranno sviluppatori che creeranno, anche per puro divertimento, un vasto ambiente di librerie e software completamente OpenSource.

  3. Avatar Plokko
    Plokko

    C’è un motivo per cui ARM non ha lo stesso appeal dell’x86:
    A parte dover ricompilare per l’architettura, ogni chip ARM è quasi un mondo a parte quando passare da una CPU x86 a un’altra cambiano solo le librerie disponibili e potenza.
    La problematica nasce dal fatto che l’implementazione di un chip ARM è di libera interpretazione del produttore di chip che generalmente si prendono molte libertà; negli ultimi anni si è cercato di imporre delle linee guida ma siamo ancora troppo acerbi e mi dispiace molto date le potenzialità della piattaforma in ambito cloud.

  4. Avatar Viktor Kopetki
    Viktor Kopetki

    io dico sempre che lo standard è fatto per non essere rispettato, purtroppo

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