Quel momento in cui IBM, Red Hat e Microsoft siedono allo stesso tavolo, parlando di affari…

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Cosa sta succedendo all’universo Red Hat? Tanto. E non si parla solamente di un aggiornamento di logo, ma di tutta una serie di notizie che, complice il Red Hat Summit recentemente svoltosi all’inizio di maggio a Boston, danno continua e costante dimostrazione di come le evoluzioni siano solo all’inizio.

I numeri si usano per creare enfasi si sa, ma un recente studio IDC raccontato da ZDNet ha dimostrato come Red Hat Enterprise Linux (RHEL) contribuirà nel corso del 2019 a generare 10 triliardi di dollari di guadagno nel mondo, che equivale al 5% del PIL mondiale.

Enfasi, lo ripeto, però il ragionamento calza, ed a quanto pare è stato il motore alla base della scelta di acquisizione da parte di IBM.

Ed a proposito di IBM… Il keynote chiave dell’ultimo summit ha visto seduti allo stesso tavolo Jim Whitehurst, CEO di Red Hat, Satyia Nadella, CEO di Microsoft e Ginni Rometty, CEO di IBM. Già detta così sembra una di quelle barzellette da informatici, ed invece è tutto successo davvero.

Whitehurst ha letteralmente affermato:

To be blunt, five years ago we had, I guess to be polite, it would be called an adversarial relationship

In sincerità, solamente cinque anni fa, i nostri rapporti erano, a voler essere educati, contraddittori

E come dargli torto? Eppure oggi siamo qui a raccontarvi di come, parafrasando nuovamente Whitehurst, i CEO di due delle più importanti aziende di informatica proprietaria al mondo si sono sedute al tavolo della principale azienda di informatica open-source. Parlando di progetti, e di futuro.

Investire nell’open-source conviene a tutti e tutti a quanto pare lo stanno facendo, come dimostra l’ultimo Red Hat State of Enterprise Open Source lo studio annuale pubblicato per far capire come e quanto l’open-source stia impattando sul mondo informatico: il 99% delle aziende ne comprende l’importanza. Non sono dati da poco.

Ed al di là di chi si ostina a credere che ci sia un piano per l’embrace, extend and extinguish la verità è quella che racconta lo stesso Nadella durante il keynote, spiegando come investire nell’open-source sia essenziale:

because it’s driven by what I believe is fundamentally what our customers expect for us to do.

poiché è guidato da quello che credo sia fondamentalmente ciò che i clienti ci stanno chiedendo

Quindi il segreto di questo nuovo corso privo di barriere prima ritenute impossibili da abbattere è tutto lì: Red Hat cresce, IBM si rilancia e Microsoft si frega le mani, rendendo Azure la piattaforma ideale per i sistemi operativi Red Hat Enterprise Linux.

Il campo da gioco rappresentato dal cloud mette d’accordo tutti, che senso avrebbe combattere una guerra di supremazia?

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

19 risposte a “Quel momento in cui IBM, Red Hat e Microsoft siedono allo stesso tavolo, parlando di affari…”

  1. Avatar Massimo A. Carofano
    Massimo A. Carofano

    Raoul eccellente articolo, complimenti.

  2. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Trovo deleterio ancorarsi a questa storia dell’EEE (e mi maledico per averlo citato). La verità è che quel concetto (e quell’atteggiamento) è un retaggio di Ballmer e degli anni ’90. Non duemila eh… Novanta!
    Preistoria.
    Penso sia inutile accusare Microsoft di voler fare i propri interessi, questo perché allora l’accusa andrebbe mossa a tutte le aziende (RH, IBM, Microsoft, Google etc.) che in realtà sono megaliti con un unico scopo: fare soldi. L’aspetto simpatia o antipatia, vicinanza al mondo open o meno, fintanto che la legge non viene violata, vale quel che vale.
    Io da uomo della strada o utilizzatore finale, accolgo con molto entusiasmo il fatto che ci sia volontà di collaborare.
    Forse perché sono figlio di un’epoca in cui vedere la cartellina della share samba apparire su Windows 98 era un’evento accolto al pari di un miracolo, ma l’interoperabilità che abbiamo oggi, solamente dieci anni fa ce la sognavamo. La ragione di tutto questo è che quelli al comando (Nadella in primis) hanno iniziato ad usare un approccio più sobrio e pragmatico. Se non è un merito questo…

  3. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Grazie @massimoacarofano:disqus accetto ben volentieri.

  4. Avatar Marco
    Marco

    No è molto più recente degli anni 90… Qualcuno ha detto nokia?

  5. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    @disqus_gsSC4w7WWA:disqus potresti argomentare meglio? Cosa c’entra Nokia?

  6. Avatar Marco
    Marco

    brevemente: Era stato messo un nuovo a.d. ex Microsoft , che ha portato nokia prima a collaborare con microsoft (serie Lumia per intenderci) e poi ad essere acquisita dalla stessa microsoft ed infine a non essere più utilizzato come brand (e creato il “microsoft lumia”). E’ ritornato ad essere utilizzato solo dopo l’acquisto da parte di un produttore asiatico che mi sfugge al momento il nome.

  7. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Ok ma… Aiutami a capire. Io nel caso dell’acquisizione di Nokia da parte di Microsoft ci vedo tante cose: un’acquisizione fallimentare, il tentativo di salire su un treno per il quale erano nettamente in ritardo e carenti di know-how (il mobile) e, infine, la realizzazione che quello specifico ramo di mercato non era tagliato per l’azienda.
    Tutto questo come si sposa con l’EEE di cui sopra? Secondo te davvero l’intento di Microsoft nell’acquisire Nokia era quello di farla fallire come poi è successo?
    Mi sembra una strategia atipica e controproducente per qualcuno che vuol far soldi. Nokia non era una concorrente di Microsoft, quindi perché mai comprarla solo per farla fallire?

  8. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    il “because it’s driven by what I believe is fundamentally what our customers expect for us to do.”, è esattamente quello in cui sostenenva Microsoft per giustificare l’ EEE.
    Ed è pure riportato nel link di wikipedia citato in articolo: “Microsoft claims that the original strategy is not anti-competitive, but rather an exercise of its discretion to implement features it believes customers want”.
    Se vogliamo, la novità è che ora anche IBM la stà seguendo sulla stessa strada.

  9. Avatar sabayonino
    sabayonino

    Nokia era destinata a fallire comunque.

  10. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Avevano messo come A.D. un certo Stephen Olep, lo stesso personaggio che fece fallire Macromedia che poi fu acquisita da Adobe per un tozzo di pane, al fine di eliminare la concorrenza.
    Forse in Microsoft non avevano propriamente l’intenzione di farla fallire, o forse si, per poi rilevarla e tentare di rilanciarla però questa volta per entrare nel mercato mobile.
    Difficile dire quali erano i piani iniziali di Microsoft su Nokia. Certo è che hanno fatto male i conti e sono arrivati troppo tardi in un mercato ormai definito, come giustamente hai fatto notare.

    In ogni caso, il portarsi a casa Nokia, ha permesso di acquisire tutti quei brevetti da far valere come merce di scambio presso altre aziende titolari di brevetti diversi, ma utili a Microsoft.

  11. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Quello di cui mi fà un pò di timore di questo nuovo approccio delle grandi corporations dell’ IT sul mondo gnu/linux (con questo termine però voglio significare anche qualcosa di più ampio, includendo tutto quello che è opensource, free-software, *bsd etc.etc.) Non è tanto che vogliano farci i soldi sopra.
    Quello posso capirlo, ci stà, sono aziende e come tali votate al profitto.
    Apprezzo anche questa rincorsa all’interoperabilità.
    Tutto bello. Temo però che tutto sia finalizzato a prendere il controllo costruendo sopra a tutto questo un infrastruttura di prodotti e servizi che fanno girare questo o quel sistema, ma che alla lunga si arriverà ad un punto tale che un sistema linux o bsd non riuscirai più a farlo girare autonomamente se non dentro a una di queste gabbie (chiamale framework se vuoi).
    Vuoi perchè fisicamente non si potrà più installarlo (e mi pare che uefi+secure boot sia su questa strada) o perchè gli sviluppatori, integratori, e sistemisti, si abitueranno a questa sovrastruttura o si renderanno necessari così tanto questi servizi che lavorano ad un livello sovrastante, che non se ne potrà fare a meno.
    Arrivati a quel punto, che dentro questa gabbia, ci giri un kernel gnu/linux, *bsd o windows o altro, sarà del tutto irrilevante.
    Tutti si saranno abituati alla struttura sovrastante (o la renderanno necessaria) e non se ne potrà fare a meno.
    A quel punto se tu singolo utente o programmatore, ti vorrai fare il tuo sistema slegato da tutta questa sovrastruttura, o perchè inutilmente elefantiaca, o perchè non ti serve, o perchè non vuoi pagare un abbonamento per usarla (visto il trend che va in quella direzione), o perchè vuoi fare qualcosa di diverso, o semplicemente perchè non vuoi che quello che fai sia controllato o gestito da una cosa di cui non hai il controllo reale, non potrai più farlo.
    Certo, in un modo che va verso il cloud e la dematerializzazione delle strutture IT dentro le aziende, non c’è alternativa se vuoi lavorare. Però non si potrà non notare che è un altro frammento di libertà che si va a perdere.

  12. Avatar Marco
    Marco

    Al di là della dietrologia che si fece sull’operato dell’a.d. e del suo successivo rientro in microsoft, trovai anni fai un articolo molto dettagliato in cui si spiegava che il vero obiettivo di microsoft erano i brevetti. Non so se hai seguito le notizie delle cause tra produttori di questi anni ma le cifre sono molto considerevoli

  13. Avatar Marco
    Marco

    In pratica hanno acquisito un’azienda in difficoltà a stare dietro al mercato, venduto smartphone che avevano comunque il loro seguito, incassato nel frattempo milioni per i migliaia di brevetti che avevano e poi rivenduto il brand nokia. Sicuramente non ci hanno rimesso. L’ultima “E” non si è avverata solo per far cassa. Se si è passati da Nokia Lumia a Microsoft Lumia qualcosa in testa avevano

  14. Avatar Bios
    Bios

    Condivido a pieno il pensiero di JustATiredMan.

  15. Avatar Viktor Kopetki
    Viktor Kopetki

    concordo

  16. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Aggiungo solo “niente di nuovo sotto il sole”. Citando quello che scrivi:

    A quel punto se tu singolo utente o programmatore, ti vorrai fare il tuo sistema slegato da tutta questa sovrastruttura [...] non potrai più farlo.

    Ironicamente la situazione che descrivi pare molto simile a quella che c’era quando è nato Linux, Torvalds fece quel che fece poiché aveva solo il suo 386. Quindi parafrasando Ian Malcolm…

    "Life... finds a way"

    con un…

    s/Life/Linux/g

    🙂

    Concordo sul fatto che la situazione non sia rosea, ma secondo me è anni luce meglio di quanto c’era all’inizio.

  17. Avatar carlo coppa
    carlo coppa

    Non sono un grande appassionato di questi accordi, tuttavia non ci vedo nulla di scandaloso nel collaborare con Microsoft. Non credo nemmeno che questo avrà un impatto importante sugli utenti desktop e non credo nemmeno che un giorno Linux non sarà più installabile, uefi non è un’impedimento per Linux, dal momento che lo supporta senza alcun problema. I problemi di dual boot con W10, non sono dovuti certo a uefi, ma bensì alle impostazioni di default di W10.

  18. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Speriamo sia come dici, ma sono pessimista.
    Se al tempo fosse già esistito il secure boot, il buon Torvalds, e Tanenbaum prima di lui, non sarebbero stati in grado di far bootare Minix e Linux, salvo farseli firmare dalla Microsoft.
    Si ok, secure boot si può disabilitare, ma sarà sempre così ? e sarà sempre una cosa relativamente facile da fare ?
    Lo stesso ragionameno, potrebbe essere esteso a tutta quella sovrastruttura che stanno creando sopra.
    Sarà possibile un giorno, poter aver un tuo server o servizio su cloud o meno, senza essere per forza essere costretto ad avere un qualcosa legato ad un servizio, magari con un canone mensile o annuale o in pay per use, su Microsoft, Google, Amazon, Apple o altro ?

  19. Avatar frank700
    frank700

    “Che senso avrebbe combattere una guerra di supremazia?”
    Per me la prima domanda sarebbe: cosa è Linux? E non parlo del kernel. In realtà Linux non esiste, al contrario di FreeBSD per esempio, ma esistono solo le distribuzioni, e ognuno la fa come vuole. E questo è un esempio di libertà, sia a monte che a valle. E Linux è nato e cresciuto fino a diventare quello che è oggi proprio per queste due libertà. Ma col tempo mi sono reso conto che questo ‘sentimento’ è scomparso, non lo percepisco più. Il contributo a Linux si sta sempre più spostando verso i grandi mentre i piccoli e singoli programmatori non riescono più ad incidere. Dato che non sappiamo cosa è Linux, non possiamo immaginarne il futuro. Tutte le grande aziende che ci contribuiscono per cosa lo fanno, per fare un dispetto a Windows? La Microsoft non vuole essere l’agnello sacrificale e ha inventato per la massa il sottosistema WSL, quasi a voler dire “hei, noi abbiamo inventato il PC, voi ne siete solo una derivazione”. Io ho una certa età, e so che tutti se ne hanno la possibilità cercano di diventare monopolisti. Linux ha inventato un nuovo modo di fare software, basato sulla collaborazione volontaria e gratuita per raggiungere uno scopo per il benessere della stessa collettività. Sarà possibile questo anche con le grandi aziende senza che si riuniscano in un cartello? O è meglio che si sia un unico vincitore? Per il momento il kernel Linux è abbastanza indipendente da scongiurare qualsiasi velleità di appropriazione. Sarà sufficiente per L.T. parlare per muovere la comunità verso altre direzioni. Sebbene non c’è mai stata una guerra, siamo in tregua, che nessuno sa fino a quando reggerà.
    Questa è una mia opinione.

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