Un anno fa parlavamo di alcuni nuovi progetti di Pine64, azienda che produce board ARM a basso costo, tra cui spiccava il PinePhone.
Come ben sappiamo, tutti i progetti riguardanti gli smartphone Linux si sono rivelati sempre piuttosto fallimentari (Ubuntu Phone) oppure estremamente costosi (Librem 5) e Pine64 ha voluto provare ad offrire un’alternativa.
Il PinePhone non è ancora ufficialmente in vendita ma è possibile acquistare la BraveHeart Edition, un kit dedicato agli sviluppatori e ad utenti avanzati che intendono “mettere” mani sul sul dispositivo, il tutto per soli 149 dollari!
Il dispositivo arriva senza alcun OS installato e l’utente può scegliere in autonomia il suo flavour preferito, Linux o BSD.
Le specifiche di PinePhone sono molto modeste rispetto a quelle di Librem 5 (che, ricordiamo, costa almeno 699 dollari!):
- Chipset: Allwinner A64
- CPU: 64-bit Quad-core 1.2 GHz ARM Cortex A-53
- RAM: 2GB LPDDR3 SDRAM
- GPU: MALI-400
Nonostante un hardware che sulla carta sembra molto scarso per uno smartphone del 2019, le performance reali sono di gran lunga superiori alle aspettative.
In questo video pubblicato su YouTube dallo sviluppatore Martijn Braam si vede come PinePhone riesca a gestire bene applicazioni come LibreOffice, Gimp e Firefox, non di certo “leggere”.
L’unico vistosissimo appunto è il fatto che, nonostante le applicazioni siano abbastanza fluide, non sono assolutamente ottimizzate per lo schermo di PinePhone (o di qualunque smartphone o tablet) dunque, specialmente per quanto riguarda Gimp, risultano un pochino complicate da utilizzare.
Ricordiamo che si tratta pur sempre di un kit dedicato agli sviluppatori perché possano dare feedback a Pine64 o eventualmente lavorarci per trovare una soluzione a problemi come questi.
Lontano dall’essere perfetto, è comunque un buon passo nella giusta direzione.
Visto che con “l’anno di Linux su Desktop” non se ne viene a capo, magari possiamo puntare a “l’anno di Linux su smartphone“?
Affascinata sin da piccola dai computer (anche se al massimo avevo un cluster di Mio Caro Diario), sono un’opensourcer per caso, da quando sono incappata in Mandrake. Legacy dentro. Se state leggendo un articolo amarcord, probabilmente l’ho scritto io.
Lascia un commento