La Russia mette le manette ai creatori di NGINX

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Mentre da questa parte degli Urali cerchiamo di impacchettare gli ultimi regali, la polizia russa impacchetta i server dell’ufficio di NGINX a Mosca, ma non per le feste.

A quanto pare, qualche giorno fa, le autorità russe hanno sequestrato i server dell’ufficio di Mosca e alcuni dipendenti sono stati “trattenuti” per degli interrogatori. Tra i fortunati, anche Igor Sysoev, il papà di quello che nel 2000 si chiamava ancora mod_accel e qualche anno dopo è stato rilasciato sotto licenza BSD con il nome di NGINX.

L’accusa è la violazione del copyright, ed è stata avanzata dalla Rambler Group, la società dietro uno dei più famosi portali e motori di ricerca russi, rambler.ru, che rivendica i diritti sul codice di NGINX, 15 anni dopo.

Per fare chiarezza, ecco una breve ricostruzione dei fatti, partendo da quando tutto è cominciato:

Nel 2000, l’allora direttore operativo di Rambler, Igor Ashmanov, assume un poco più che trentenne Igor Sysoev con la mansione di amministratore di sistema. In quanto tale, Sysoev fa utilizzo dell’attrezzatura presso gli uffici di Rambler e nel suo tempo libero sviluppa un modulo per Apache, mod_accel, che riscuote in breve tempo un discreto successo tra gli amministratori di portali web.

L’idea dietro mod_accel è la stessa che sta alla base di mod_proxy (per quanto riguarda le funzionalità di gateway e caching). La sfida è trovare la soluzione all’allora “C10K problem” (servire 10.000 connessioni concorrenti, un numero che non spaventa nel 2019, ma sfido chiunque, vent’anni fa). Non si arresta lo sviluppo del componente, che ben presto matura in un web server a sè stante. Nel 2004 Sysoev battezza il progetto in NGINX e decide di liberarne il codice sotto licenza BSD (“I wanted people to use it, so I made it Open-Source”). Qualche anno dopo, nel 2007, l’1% dei webserver sul pianeta è NGINX, secondo Netcraft, l’autorità del settore monitoraggio e analisi del mercato dell’hosting web. Il primato spetta chiaramente ad Apache.

Sysoev continua a lavorare presso Rambler, che nel frattempo è diventata il Gruppo Rambler Media, e nel frattempo porta avanti il suo progetto, parallelamente. Nel 2011 lascia Rambler e insieme a Maxim Konovalov fonda l’azienda NGINX, Inc. (la sede a San Francisco) con lo scopo di fornire supporto commerciale alle aziende per NGINX+ (variante a pagamento di NGINX, che rimane libero). Altri uffici vengono aperti in giro per il mondo, uno anche a Mosca. L’azienda funziona e il prodotto vende, negli anni successivi riesce a catturare l’interesse di diversi investitori, per un totale di oltre 100 milioni di dollari nel 2017.

A febbraio del 2019 Netcraft annuncia il sorpasso, il 38% dei siti web gira su NGINX, contro il 24% di Apache. A marzo del 2019 F5 acquisisce NGINX, Inc. per 670 milioni di dollari.

Il “raid” della polizia russa viene reso noto il 12 Dicembre 2019 su Twitter, e sempre sul social network viene segnalato l’arresto di Igor Sysoev e Maxim Konovalov, entrambi rilasciati qualche ora dopo, previo sequestro dei loro smartphone.

Altri dettagli stanno emergendo in queste ore, purtroppo da diverse fonti e ammettiamo la fatica nel metterle in ordine, il motivo maggiore è la barriera linguistica.

Cosa rimane? Tentare di lucrare sulle idee di un proprio collaboratore, a distanza di 15 anni, può essere giusto o sbagliato. Ciò che non è ammissibile, almeno per chi sta scrivendo questo articolo, è rivendicare la paternità delle sue idee e del suo ingegno.

Amministratore di sistema “umile ma onesto”. Inciampato in Linux per caso, è stato l’inizio di una storia d’amore bellissima.

2 risposte a “La Russia mette le manette ai creatori di NGINX”

  1. Avatar Viktor Kopetki
    Viktor Kopetki

    dipende da che contratto aveva firmato al tempo…

  2. Avatar sabayonino
    sabayonino

    vero.magari con le solite clausolette nascoste microscopiche non lette o fatte ignorare di proposito.
    Probabilmente da quelle parti non esiste la prescrizione per questo tipo di , “reato” 😀

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