Il tema di questo articolo non è nuovissimo, ma è interessante raccogliere pareri autorevoli di persone che legittimamente si pongono domande in merito all’acquisizione di Red Hat da parte di IBM.
Ci siamo chiesti da sempre perché mai IBM avrebbe dovuto comprare Red Hat per 34 miliardi di dollari per lasciare l’azienda esattamente com’era, interrogandoci sulla più grossa acquisizione nella storia dell’informatica e sulle cifre che l’hanno contraddistinta. Leggere oggi delle perplessità di Jack Wallen di TechRepublic in merito alla rimozione del supporto alla Docker Container Runtime da parte di Red Hat ci fa capire come, quantomeno, non siamo gli unici.
Il fatto che Wallen scriva principalmente articoli tecnici, il vederlo esporsi così chiaramente sulla questione è sintomo di come il tema sia molto sentito, forse perché lo stesso autore ha da sempre utilizzato con soddisfazione la Docker container runtime come, verrebbe da aggiungere, un’enorme quantità di utenti.
Ma cos’ha detto di così essenziale? Riducendo all’osso le frasi clou sono le seguenti:
Red Hat is now owned by IBM. IBM was desperate to gain serious traction within the cloud. To do that, IBM needed Red Hat, so they purchased the company. Next, IBM had to score a bit of vendor lock-in. Using a tool like docker wouldn’t give them that lock-in. However, if Red Hat developed and depended on their own container runtime, vendor lock-in was attainable.
Red Hat è oggi proprietà di IBM. IBM era alla disperata ricerca di un’acceleratore nel mercato cloud. Per fare questo IBM aveva bisogno di Red Hat e così ‘hanno acquistata. Successivamente, IBM aveva necessità di registrare un minimo di vendor lock-in [ad esempio per non perder i clienti pregressi]. Utilizzare docker non avrebbe consentito di attuare quel tipo di lock-in. Ciononostante, se Red Hat avesse sviluppato e reso dipendente la propria container runtime, allora il vendor lock-in risultava ancora raggiungibile.
Semplice, chiaro, lineare. Ed il ragionamento in sé giustifica il motivo per cui la tecnologia Podman (cioè il sostituto di Docker) sia stata inclusa ed indicata come piattaforma adibita alla gestione dei container in Red Hat Enterprise 8, nonostante il livello di maturità non fosse ancora così elevato.
Il che dimostra, o almeno spinge a pensare, il fatto che l’acquisizione di Red Hat da parte di IBM fosse stata decisa ben prima dell’ottobre 2018.
Certo, le giustificazioni (parola infelice, ma che rende l’idea) da parte di Red Hat sui benefici dell’utilizzo di Podman sono realmente credibili e condivisibili, ma ci sono almeno due grossi scogli:
- il livello di maturità del progetto Podman (come cita Wallen);
- il livello di complessità aggiunto a tutti il palinsesto container dall’utilizzo di tre strumenti diversi (podman, buildah e skopeo) per fare ciò che prima si faceva con uno solo (docker);
Per il primo punto problemi non ce ne sono, quando Red Hat Enterprise 8 sarà sufficientemente diffusa (ai livelli della versione 7) saremo di fronte ad una stabilità generale decisamente elevata, mentre colmare il livello di complessità introdotto sarà molto semplice. Come? Utilizzando i software Red Hat (come OpenShift, la cui ultima release annunciata si pone come riferimento a chiunque voglia usare Kuberenets in ambito enterprise.
Come dare torto quindi alla persona (non ben identificata) di Red Hat che, interpellata da thenewstack.io, ha risposto così alle perplessità di Wallen:
We saw our customer base wanting the container runtime lifecycle baked-in to the OS or in delivered tandem with OpenShift.
Vediamo la nostra base clienti gestire l’intero ciclo di vita del container runtime direttamente dal sistema operativo oppure distribuito mediante OpenShift
Potrebbe dire altrimenti qualcuno che produce tanto il sistema operativo, quanto lo stesso OpenShift?
Insomma, passi i prodotti che produce, ma perché l’open-organization non ha lasciato agli utenti la possibilità di continuare ad installare Docker?
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
Lascia un commento