Si fa un gran parlare di open-source, su questo blog soprattutto, dato che ne siamo fruitori ed estimatori. Da qualche anno a questa parte si è resa necessaria la distinzione tra open-source software e open-source hardware.
Uno dei promotori più presenti sul “mercato” è la RISC-V Foundation: la società senza scopo di lucro che l’anno scorso ha annunciato il progetto (iniziato nel 2010 e perfezionato negli anni) per la creazione di microprocessori RISC modulari “liberi”. Di che cosa si tratta? Sostanzialmente di un disegno architetturale di un microprocessore, completamente libero dai costi di licenza, espandile e dai consumi ridotti.
Escludendo che molti di voi possano preparare microprocessori in casa, a chi giova? In primis, a tutte le aziende capaci di costruire processori, ovviamente. Le applicazioni sono innumerevoli, dal machine learning alle auto a guida autonoma, passando per l’intelligenza artificiale e i wearable gadgets.
Come funziona? La fondazione rende disponibile il blueprint dell’architettura, e, chiunque in grado di provvedere all’incredibile spesa che comporta, può modificare e ottimizzare tale progetto a piacimento per produrre qualcosa di completamente nuovo. È doveroso segnalare che questo “nuovo prodotto” può essere poi concesso liberamente o su licenza. Dalle FAQ:
Designers are free to develop proprietary or open source implementations for commercial or other exploitations as they see fit.
Gli ingegneri sono liberi di sviluppare soluzioni open-source o commerciali o di qualsivoglia altra natura, a piacimento.
Calista Redmond, amministratore delegato della società, è ottimista e particolarmente convinta che nel brevissimo futuro RISC-V porterà ad una vera e propria rivoluzione, e in una intervista ad InsideHPC dice:
“Since implementation is not defined at the ISA level, but rather by the composition of the system-on-chip (SoC) and other design attributes, engineers can choose to go big, small, powerful or lightweight with their designs.”
“Poiché l’implementazione non è definita a livello ISA (Instruction Set Architecture ndr), ma piuttosto da come è costruito il SoC e dalle altre particolarità di progettazione, gli ingegneri possono scegliere di creare qualcosa di grande, piccolo, potente o energicamente efficiente con i loro design”
Insomma, è il prodotto che fa il processore e non il contrario, e RISC-V promette davvero processori su misura.
Non solo aziende nel portfolio collaboratori di RISC-V, tra gli early adopters anche la patria Alma Mater Studiorum: l’università di Bologna infatti è attiva nella progettazione per la produzione di sistemi di calcolo ad alta efficienza energetica, pulpissimo e pulpino.
RISC-V porta con se una rivoluzione nel campo progettuale ed economico, escludendo qualsiasi tipo di royalty fee e permettendo maggiore interoperabilità e opportunità di partnership tra le aziende, cercando di “smantellare” l’attuale processo produttivo in questo settore.
Amministratore di sistema “umile ma onesto”. Inciampato in Linux per caso, è stato l’inizio di una storia d’amore bellissima.
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