Ormai non fa più notizia, ma il numero di giochi eseguibili “nativamente” su Linux attraverso l’utilizzo del layer open source di Valve continua a crescere in maniera esponenziale. Tra questi, quelli definiti “Platinum” (ovvero con un elevato grado di compatibilità), sono aumentati nell’ultimo anno al ritmo di 200-250 al mese. Su ProtonDB trovate il numero aggiornato e la speranza che ci sia anche il titolo con cui state giocando sulla partizione Windows del vostro sistema in dual-boot.
E già, perché come ci insegna Jack Torrance, troppo lavoro e niente svago annoiano, soprattutto adesso che in molti sono costretti a casa. Quindi, tra la compilazione di un kernel e l’installazione di Arch, prendetevi un momento per toccare con mano il successo che ormai continua ininterrotto per questo progetto.
L’interesse di Valve è chiaramente economico: con l’esplosione degli store online registrata negli ultimi due anni, accaparrarsi la fetta di giocatori sotto il vessillo del Pinguino, potrebbe rivelarsi una scelta vincente. Anche perché i negozi digitali potrebbero non essere l’unico problema di Gabe Newell: da qualche tempo infatti sono disponibili diversi servizi di cloud gaming, tra cui il famoso Stadia, fruibile al momento anche dall’Italia (l’uscita ufficiale è comunque posticipata a quest’autunno, ma Google ci teneva a confortarci durante la quarantena).
Insomma, Linux potrebbe non essere più solo un’ alternativa per chi vuole usare il proprio computer (non solo per lavoro, ma anche per i momenti puramente ludici), ma attestarsi definitivamente come effettiva realtà, forse proprio grazie ai videogame.
Amministratore di sistema “umile ma onesto”. Inciampato in Linux per caso, è stato l’inizio di una storia d’amore bellissima.
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