In questi tempi di COVID19 molte persone si sono ritrovate a continuare il loro lavoro da casa ed in molti casi gli amministratori di sistema si sono messi le mani nei capelli rendendosi conto di come molti utenti hanno iniziato a lavorare con il proprio pc casalingo, in molti casi dotato di sistema operativo vetusto (già, molti utenti ancora utilizzano Windows 7 o, peggio ancora, Windows XP).
Alternative ce ne sono, e diverse, ma pare che SUSE abbia la soluzione ideale (a suo avviso) per risolvere il problema: far passare questi utenti a SLED, SUSE Linux Enterprise Desktop!
Al netto del fatto che sentir dire da SUSE che la sua soluzione desktop è la migliore (in alcuni posti si direbbe “chiedere all’oste se il vino è buono”), la notizia di per se è particolare se non altro per il fatto che pochissime delle attuali aziende Enterprise Linux hanno, almeno recentemente, spinto per una soluzione desktop.
Prendiamo ad esempio Canonical con la sua Ubuntu: seppur anche Shuttleworth veda un incremento delle richieste per Ubuntu Linux desktop, l’azienda non si muove attivamente per proporla come soluzione ai suoi clienti.
Proprio sfruttando invece l’onda del Coronavirus e la crescente mole di persone che lavorano da casa, SUSE ha visto una possibilità in tutte quelle aziende che hanno necessità di continuare a far funzionare il proprio business con tecnologie che il reparto IT già conosce e senza dover investire troppe risorse in upgrade hardware.
I problemi identificati dall’azienda sono quattro:
- hardware limitato: impossibilità di stare al passo con le richieste hardware degli OS e degli utenti;
- budget limitato: per l’acquisto non previsto di hardware e licenze;
- tempo limitato: per avere le persone in smartworking produttive con la stessa efficacia con cui lo sono in ufficio;
- sicurezza: le persone devono collegarsi all’azienda tramite sistemi sicuri (come ad esempio una VPN) senza necessità di hardware/software specializzato (e quindi costoso);
Per Joachim Werner di SUSE (senior product manager per i sistemi di gestione), l’open-source è la soluzione per poter risolvere tutti questi problemi e per spiegarlo ha messo insieme una guida chiamata “Business Continuity with SUSE Home Office Workplace” in cui presenta, appunto, SUSE Home Office Workplace come soluzione per fornire delle workstation casalinghe in tempi rapidi utilizzando SLED, SLES (SUSE Linux Enterprise Server) e SUSE Manager.
Linux operating systems perform well even on hardware with low system resources. This makes it easy for companies to turn their discarded PCs and notebooks into secure devices for home office users.
I sistemi operativi Linux hanno performance migliori anche su hardware con poche risorse. Questo rende più semplice per le aziende usare i loro PC e portatili in disuso in dispositivi sicuri per gli utenti che lavorano da casa.
Con SUSE Manager inoltre si ottiene la completa gestione remota di questi client, sia per quanto riguarda l’installazione e la creazione delle immagini, che per gli update e la gestione degli utenti.
Ma a quale prezzo? Beh, attualmente 0€, tutti questi software sono scaricabili ed utilizzabili totalmente per 60 giorni, dopo i quali si pagherà solo per i sistemi ancora utilizzati (ammesso che ce ne siano).
Seppure l’implementazione di un’infrastruttura del genere potrebbe non essere la soluzione più rapida, è un’ottima scusa per provare anche questi software, non trovate?
Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.
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