Con homed sarà più facile migrare i profili… Parola di systemd! In un attimo passwd e shadow diventano obsoleti.

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Di reticenze in merito all’introduzione di systemd-homed ne avevamo manifestate parecchie, quando si iniziò a parlarne, ma ora che la strada di questa funzionalità, commit alla mano, sembra decisamente tracciata, è forse giunto il momento di iniziare a preoccuparsi.

Con l’avvento di systemd 245 (al momento in RC2) homed sarà realtà e quindi la modalità con cui le home directory verranno gestite cambierà radicalmente. Non più l’accoppiata /etc/passwd e /etc/shadow, ma un file json criptato.

La motivazione, o giustificazione che dir si voglia, di questa funzionalità è identificata con la parola “portabilità” e viene così spiegata da Jack Wallen del sito TechRepublic:

Because the /home directory will no longer depend on the trifecta of systemd, /etc/passwd, and /etc/shadow, users and admins will then be able to easily migrate directories within /home. Imagine being able to move your /home/USER (where USER is your username) directory to a portable flash drive and use it on any system that works with systemd-homed. You could easily transport your /home/USER directory between home and work, or between systems within your company.

Poiché la directory /home non dipenderà più dalla triade systemd, /etc/passwd e /etc/shadow, gli utenti e gli amministratori saranno in grado di migrare con più facilità le directory all’interno di /home. Immaginate di poter spostare la propria cartella /home/USER (dove USER è il proprio username) ad un flash drive ed utilizzare quest’ultimo su qualsiasi sistema che funziona con systemd-homed. Sarà possibili trasportare la propria cartella /home/USER tra casa e lavoro o tra i diversi sistemi della propria azienda.

Ora, come questa esigenza non sia raggiungibile con gli strumenti attuali continua a rimanere un mistero, poiché in entrambe le situazioni, ossia la modalità odierna per così dire legacy e la modalità systemd-homed andranno comunque configurate lato sistema operativo.

Quindi l’unica cosa che si può aggiungere è che saranno i posteri a dire se davvero ci fosse bisogno di qualcosa di simile.

Una buona notizia c’è, ossia il fatto che è verosimile come questa funzionalità non venga inclusa nelle distribuzioni di classe enterprise attuali, ma solo nelle prossime release, per intenderci Ubuntu LTS 22.04 o Red Hat Enterprise Linux 9.

Come però hanno insegnato tutte le evoluzioni di Systemd sino ad oggi una cosa è chiara: la resistenza è futile, volente o nolente questa sarà la modalità futura di gestire le home directory.

Abbracciate il cambiamento.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

11 risposte a “Con homed sarà più facile migrare i profili… Parola di systemd! In un attimo passwd e shadow diventano obsoleti.”

  1. Avatar JaK
    JaK

    Non sono un grande fan di systemd e quindi parlo da persona “schierata”. Tuttavia inizio veramente a credere che si stia esagerando ad includere funzionalità su quello che dovrebbe essere un sistema di init.

  2. Avatar Mauro Miatello
    Mauro Miatello

    bene, quindi se devo modificare a mano il file /etc/passwd per sistemare qualche casino non potrò più… ma tutte ste costrizioni cosa hanno di diverso dalle imposizioni che fa’ Windows?

  3. Avatar Geek Falcon
    Geek Falcon

    Tra qualche anno sarà systemd/Linux non più GNU/Linux 🙂

  4. Avatar sabayonino
    sabayonino

    E se per qualche motivo , magari urgente , ho bisogno di accedere alla home di un disco che sta per lasciare questo mondo e non si sta eseguendo systemd ma un atro sistema di init ?
    che faccio ? mi leggo il file di configurazione .json per passatempo ?

  5. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Non c’è nessun mistero, Raul. Come fai a raggiungere lo stesso
    risultato? Non c’è univocità negli utenti tra un ambiente e l’altro,
    perché gli UID sono numeri generati per-macchina e sono gestiti da
    passwd. E se uno uid non corrisponde non hai i permessi per leggere la
    directory/file.
    Ad oggi l’unico modo per avere univocità è usare SSSD e utenti di dominio, che non a caso, non usano passwd o shadow.

    Il punto di partenza del mio ragionamento è quello della complessità. A fronte dell’esigenza, ossia la migrazione di profili che mi sembra tutt’altro che un’operazione “frequente” (e che cmq ad oggi si gestisce con un banalissimo chown), si introduce una componente che andrà imparata, gestita e, soprattutto, protetta. Perché è vero, non ho alcun dettagli tecnico in merito all’implementazione (e me ne guardo bene dal recuperarlo), ma mi aspetto al più presto un bug di privilege escalation che consenta, con una chiamata particolare a homed, di consultare i file di chiunque.
    Non so se ho reso chiara l’idea: non sono contrario all’innovazione, ma la complessità gratuita quella sì, mi fa starnutire.

  6. Avatar Simone Picciau
    Simone Picciau

    Ai detrattori: per coerenza di ragionamento andrebbe criticato anche ZFS!

  7. Avatar Simone Picciau
    Simone Picciau

    Non sono un tecnico o un programmatore, ma condivido la tua opinione. Il conservatorismo in quest’ambito non ha senso, ben vengano le novità purché ben implementate e il software sia di qualità.

  8. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Qualsiasi cosa può essere criticata, che c’entra. L’importante è portare argomentazioni sensate.

  9. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    @lo_zio_sam:disqus il discorso dell’UID comune, tanto con Samba (mediante il mapping Winbind oppure nativamente), quanto con LDAP (che nasce proprio a quello scopo), utilizzando NFS o meno è stato risolto già eoni fa.
    Quindi no, non ritengo che non ci siano alternative a costruire qualcosa di nuovo.

    Su tutte, però, una cosa importante mi interessa sottolineare: qui su miamammausalinux.org non ci sono MAI state critiche gratuite a systemd, ci sono decine di miei articoli che elogiano la freschezza dell’approccio e quanto utili siano alcune delle funzionalità (mai fatto mistero di apprezzare la gestione dell’ordine dei servizi, le dipendenze e via dicendo). Ciò non toglie che se una cosa sembra inutile, lo diciamo liberamente, disponibili a discuterne ma forti delle argomentazioni che poniamo.
    Detto questo, le chiacchiere stanno a zero: la prima volta che quel json criptato ti farà perdere dati probabilmente rivedrai la tua opinione. Non succederà? Ce lo auguriamo tutti.

  10. Avatar floriano
    floriano

    Mi sa che stanno copiando i difetti di windows, già dell’abbandono di lilo per grub ho notato che vogliono abbandonare i files (troppo facili da modificare con un editor?), probabilmente la scusa ufficiale è per motivi di sicurezza….

  11. Avatar JaK
    JaK

    Concordo e ci sono situazioni in cui ZFS dà grossi grattacapi.
    Ma per quanto riguarda systemd la cosa che non capisco è perché sia necessario integrarci dentro la gestione delle home e dei profili. Non dovrebbe essere compito di un tool esterno? Ho capito ci sono mille soluzioni a base di script per questo tipo di migrazioni e che averne così tante (e non intensamente testate) è come non averne affatto. Ma vorrei capire che vantaggio c’è ad averla nel sistema di init anziché nel compilatore C o nel build system.


    Adesso mando una email ai responsabili di meson e gli dico che la home migration è una cosa fondamentale per un build-system moderno 😀

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