Amazon presenta un server-storage per trasferimenti offline al suo cloud di piccole dimensioni: Snowcone

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Il cloud oramai fa parte di qualsiasi infrastruttura, e la possibilità d’uso si fonda sulla disponibilità sempre più diffusa di connessioni a banda ultralarga.
Ma anche con queste connessioni il trasferimento dei dati dai propri sistemi al cloud può richiedere molto tempo: la rete locale è (quasi sempre) più veloce di quella internet.

Per questo, Amazon ha nella sua offerta Snowmobile: si tratta di un datacenter per storage montato in un rimorchio (blindato) di un TIR capace di immagazzinare 100 PB. Il tutto in maniera criptata, con le chiavi memorizzate in AWS stesso e quindi non presenti nel TIR, se non durante le operazioni stesse: una bella sicurezza.

Ma per chi non avesse necessità tanto mastodontiche, Amazon ha messo a punto una serie di server dedicati a questo scopo, noleggiabili per alcuni giorni, o da tenere per periodi più lunghi con lo scopo di tenere sincronizzato il proprio backup con lo storage su cloud. Il nome è Snowball.
La taglia è intorno agli 80 TB, o 40TB + 8TB di disco SSD veloce, e questi server possono ospitare una (o più) istanze EC2, le macchine virtuali del cloud Amazon. I costi sono di circa 50€ al giorno, più 300€ per il noleggio iniziale (che comprende i primi 10 giorni). Più il costo dello storage usato in Amazon, e del trasferimento dati da Amazon (quello verso Amazon è compreso).
Insomma, qualche migliaio di euro per una migrazione, e alcune decine di migliaia di € all’anno per qualcosa nel tempo. Sembra caro, ma l’offerta è evidentemente indirizzata verso società medio-grandi, che spendono già quelle cifre per manutenzione e rinnovo (hardware e software) del proprio storage.

A questa famiglia appartiene anche l’ultimo prodotto presentato, per ora solo per il mercato Nord-americano: Snowcone. Si tratta sempre di un server storage da noleggiare, ma tarato per dimensioni più piccole: 8 TB.
Il prodotto sembra un piccolo concentrato di tecnologie interessati: dimensioni contenute (circa 800 fogli A5, non male per un server autonomo), due CPU, 4 GB, due interfacce 10 GB/s e (ovviamente) WiFi. Per configurazione e uso, tutto via internet.
Completa l’elenco uno schermo e-Ink, che fa da etichetta per la spedizione (e da interfaccia per le istruzioni di base): il pacchetto è il server stesso!

Il tutto racchiuso in un case anti-manomissione, coi dati criptati e le chiavi tenute nel cloud Amazon (proprio come per il TIR).
Il prezzo è di circa 6$ al giorno, con commissione iniziale di 60$ (che comprende i primi 5 giorni di uso): piuttosto abbordabile. Certo, bisogna sempre considerare la tipologia di cliente che ne fa uso: il professionista troverà sicuramente più conveniente usare solo lo spazio Amazon, perché -ricordiamo- questi sono costi aggiuntivi. Rimane interessante la modalità per la migrazione, che diventa possibile anche per aziende medio-piccole:

  • farsi spedire un server apposta, su cui copiare i dati;
  • trasferire i dati come si è più comodi;
  • inviare il server indietro.

Nessuna sessione di copia lunga, che impegna la banda; nessun problema di gestione della connessione internet; nessun problema di gestione del trasferimento in caso di interruzione (specie della connessione).

Cosa succede se il prodotto andasse perso (per colpa del cliente)? Ovviamente c’è una penale: 2000$. Che possiamo pensare essere grossomodo il costo del server. E in effetti qualcuno, con quella cifra, potrebbe produrre qualcosa di analogo in casa… L’avete già fatto, eh?

Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.

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