GitHub for mobile, qualcosa ci sta sfuggendo di mano

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Si apre così la pagina https://github.com/mobile nella quale viene presentata l’app di GitHub per gli smartphone che, nelle intenzioni, dovrebbe sbloccare la possibilità di gestione del workflow ovunque.

Ma siamo sicuri sia la cosa di cui il mondo ha bisogno?

Che GitHub sia in costante fermento lo sappiamo tutti, l’acquisizione da parte di Microsoft, la nuova interfaccia, le nuove funzionalità, è quindi del tutto normale leggere un annuncio come quello relativo a GitHub mobile: uno strumento pensato per consentire le fasi dello sviluppo, un esempio su tutti le review, via telefono.

L’obiettivo dichiarato è quello di accelerare i tempi di sviluppo, ma per una volta, forse, varrebbe la pena porsi qualche domanda non tanto tecnica, piuttosto… Sociale. Può servire davvero questo strumento?

Quel Collaborate from anywhere che campeggia nella home page del progetto, possibile che abbia più spaventato gli utenti, piuttosto che incuriosirli? Alcuni tweet, riportati ad esempio da TheNewStack, sono davvero eloquenti, uno su tutti:

Ora uno potrebbe obiettare “sai che novità… Quante volte mi sono trovato a rispondere al telefono mentre stavo camminando in montagna in vacanza?”. E per carità, potrebbe anche essere. Però qui c’è una differenza sostanziale, e sta nel concetto di smartphone, l’oggetto che per antonomasia ormai è un’appendice del nostro corpo, con noi ovunque: a letto, al bagno, a tavola e sì, in montagna. E dall’altra parte c’è il concetto di review, controllo e giudizio su codice altrui, qualcosa che nell’immaginario comune richiede concentrazione e attenzione, non di certo un’occhiata veloce mentre si sta facendo altro.

Certo, si potrebbe nuovamente obiettare che, come per tutte le cose, basta usare il corretto approccio, e cioè che per le faccende importanti ci vuole il corretto grado di concentrazione, quindi una scrivania o quantomeno una modalità meno volatile. E siamo completamente d’accordo, ma allora perché creare una cosa simile?

Insomma, da che ho letto la notizia e le reazioni, continua a ripresentarsi nella mia testa Ian Malcom, il caosologo interpretato da Jeff Goldblum in Jurassic Park:

Your scientists were so preoccupied with whether they could that they didn’t stop to think if they should.

Sì, sì, ma [i vostri scienziati] erano così preoccupati di poterlo fare che non hanno pensato se lo dovevano fare.

Che altro aggiungere… Ah sì… Dio ci scampi! Siamo nelle mani degli ingegneri.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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