

La settimana scorsa il mondo dell’IT ha subito un notevole scossone dopo che IBM Red Hat ha annunciato che il futuro di CentOS sarà l’upstream.
La cosa ha destabilizzato tutti i tecnici (e non!) che ora si trovano davanti una bella gatta da pelare: chi ha installato CentOS 8 ha solo un anno per migrare tutto (il supporto terminerà a fine 2021) e chi utilizza CentOS 7 ha invece fino al 2024. Sono 3 anni, ma chi lavora nel settore sa che per infrastrutture medio-grandi non sono molti. Anzi, sono proprio pochini. Tanto più che molti erano già in corso di migrazione a CentOS 8 proprio per farlo senza fretta.
La prima risposta è arrivata direttamente dal creatore di CentOS Gregory M. Kurtzer, che ha annunciato Rocky Linux. Tutto meraviglioso peccato che nella realtà presentarsi dal manager di turno con un piano di migrazione a “Rocky Linux” significherebbe essere accompagnati all’uscita senza passare dalle porte.
Migrare a qualunque altra cosa, che sia Debian, Ubuntu o openSUSE vorrebbe dire riscrivere buona parte – se non tutta – l’automation. Di fronte a tale mole di lavoro, due conti su quanto costano una manciata di RHEL molti se li faranno eccome.
Ed è qui che si insinua Oracle, che ha pubblicato un articolo sul suo blog del perché la sua Oracle Linux sarebbe la migliore alternativa a CentOS. Il post, come si vede da webarchive, è presente già da parecchio tempo praticamente identico, ma ovviamente ora acquista tutta una nuova attualità.
Intanto, la “modestia” di Oracle che esordisce letteralmente con:
We firmly believe that Oracle Linux is the best Linux distribution on the market today.
Crediamo fermamente che Oracle Linux sia la migliore distribuzione Linux sul mercato ad oggi.
Nel dettaglio:
- possibilità di utilizzare tool innovativi made by Oracle come Ksplice, per aggiornare il Kernel senza effettuare il reboot, e Dtrace, un framework ideato dalla SUN Microsystems per effettuare troubleshooting su Kernel ed applicazioni;
- non volete pagare il supporto Oracle? Nessun problema. Potete prendere tutto gratuitamente dai loro repo yum.oracle.com;
Yes, we know that this is Oracle, but it’s actually free. Seriously.
Sì, sappiamo che questa è Oracle ma di fatto è gratis. Sul serio.
Anche loro stentano a credere quello che stanno scrivendo, figuriamoci noi.
- Oracle Linux è 100% compatibile con RHEL. Ma meglio, ovviamente. La distribuzione di Oracle prevede due distinti Kernel: Unbrekable Enterprise Kernel, quello che include i tweak di Oracle ed il Red hat Compatible Kernel, Kernel identico a quello usato nelle RHEL;
- Security advisory rilasciati in tempi non troppo distanti da quelli di CentOS:

- Quando si parla di qualità del codice:
Unlike CentOS, we have a large paid team of developers, QA, and support engineers
A differenza di CentOS [supportato dalla community, nda], noi abbiamo team di sviluppatori, QA e supporto ben pagati.
- Volete attivare una subscription? Nessun problema, reinstallazione o riconfigurazione, basta collegare il proprio account al sistema ed è fatta. Con CentOS ovviamente non è così, prima dovete installare RHEL. Ah, ed ovviamente le loro subscription sono più economiche di quelle di Red Hat.
Per facilitare il passaggio, hanno anche messo a disposizione su GitHub uno script in bash che “converte” qualsiasi server CentOS 6, 7 o 8 in Oracle Linux, più o meno una cosa di questo tipo:

Personalmente, devo ammettere che è tutto estremamente molto convincente.
Ma parliamo sempre di Oracle, dove le trappole sono sempre in agguato (ogni riferimento a SUN e SPARC è puramente casuale).