Rocky Linux: sarà la nuova CentOS?

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Con l’articolo di ieri riguardo la fine di CentOS (almeno per come la intendiamo oggi), e come sta succedendo sulle varie community di tutto il mondo, si è accesa una bella discussione.

Da chi palesa l’opzione di un “cambio di pensiero” (e distribuzione) verso altri lidi, come quelli di Ubuntu o openSUSE, a chi è ottimista riguardo una certa stabilità di CentOS Stream, a chi sta già mettendosi calcolatrice alla mano a vedere quanto gli costerà passare a RHEL, questo cambio di visione per la più famosa alternativa community ad Enterprise Linux volente o nolente impatta tutti.

Gregory M. Kurtzer, che per chi non lo conoscesse è stato il fondatore di CentOS, però non vede futuro in quella che era la sua creatura e, non approvando questo cambio di direzione, ha fatto quello che normalmente si fa in questi casi nel panorama open-source: un fork.

Nasce così Rocky Linux, al momento con un singolo file Readme che, però, incarna tutta quella che è la sua intenzione:

Rocky Linux is a community enterprise Operating System designed to be 100% bug-for-bug compatible with Red Hat Enterprise Linux now that CentOS has shifted direction.

Rocky Linux è un sistema operativo enterprise gestito dalla community e pensato per essere al 100%, bug-per-bug, compatibile con Red Hat Enterprise Linux adesso che CentOS ha cambiato direzione.

Semplice, diretto, chiarissimo. Tutto quello che gli attuali utilizzatori di CentOS in ambiente di produzione desiderano. Se prenderà piede e sarà mantenuta nel tempo al momento non è dato di saperlo.

Il problema più grosso, come già discusso nei commenti all’articolo di ieri, sarà quasi sicuramente di “notorietà”: è oramai assolutamente normale proporre o trovare CentOS anche in grandi aziende, sia per risparmiare qualche subscription Red Hat nei sistemi di test/sviluppo (mantenendo però la piena compatibilità con le RHEL di produzione), sia come unico sistema operativo (scelta effettuata spesso quando si hanno buone competenze in ambito Red Hat all’interno dell’azienda stessa), perdendo il supporto fornito dalla distribuzione enterprise per antonomasia, ma avendo un sistema che, seppur un pochino in ritardo, ricalca la qualità che chi sceglie Enterprise Linux cerca.

Presentare o proporre una migrazione a “Rocky Linux” al momento non sarà facile, ed anzi, al momento non è proprio pianificabile, non esistendo neanche la struttura di quella che sarà la distribuzione in se.

Il 2021 si avvicina e certo, CentOS 7 ha i “maintenance updates” garantiti fino a Giugno 2024, ma una scelta, presto o tardi, andrà fatta.

Avete già un’idea di massima?

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.

14 risposte a “Rocky Linux: sarà la nuova CentOS?”

  1. Avatar Guest
    Guest

    in che senso? spiegati meglio

  2. Avatar Guest
    Guest

    ah capito , strano che il CERN “non abbia soldi per consulenze”. Detto questo credo abbiano abbastanza cervelli per mantenere un proprio OS internamente no?

  3. Avatar BisCott
    BisCott

    Prende il nome da Rocky McGough, co-fondatore di CentOS suicidatosi molti anni fa, credo prima di poter assistere al successo della distro

  4. Avatar BisCott
    BisCott

    Ad essere onesti questo articolo è l’unica pagina in cui abbia visto quell’immagine, non credo che abbia nulla di ufficiale

  5. Avatar BisCott
    BisCott

    Oh santo cielo siamo permalosetti eh?
    Non stavo neanche esponendo una critica né dicendo che stai mancando di rispetto a McGough (che sarebbe assurdo, onestamente fino a ieri nemmeno io lo sapevo).

    Semplicemente hai detto che non ti piace il nome, e visto che nemmeno a me piaceva ho spiegato che ho scoperto da dove viene e da allora lo apprezzo un po’ di più, tutto qui. Stai calmo, che fa bene alla salute

    Arrivederci!

  6. Avatar Raoul Scarazzini

    In effetti l’immagine ufficiale è questa https://media.githubusercontent.com/media/rocky-linux/branding/main/logo-text-light%402x.png solo che quando è stato steso l’articolo ancora non esisteva 🙂

  7. Avatar Homer76
    Homer76

    Ripenso a tutte le volte che, in contesti enterprise, ho sentito dire:”mettiamo CentOs, così è gratis”.
    Mi chiedo se non sia il momento di superare la mentalità open source == gratis e nient’altro.

  8. Avatar Massimiliano
    Massimiliano

    Mantenere un sistema operativo non è una passeggiata. Aggiungiamo che in un “business” (commerciale, ricerca etc), di solito, conta più il sw che sta sopra che non la base in sé. Nel thread non ho percepito le motivazioni che li spingerebbero in tal senso…
    Ad esempio, gli ingegneri di Facebook che si sono fatti una “mezza derivata” di CentOS avevano l’esigenza di effettuare il backport di alcune soluzioni da EPEL/Fedora più altre cose. Oltre a specifiche esigenze di delivery. In quel contesto immagino che il gioco sia valso la candela.

  9. Avatar Silvestro Gastone
    Silvestro Gastone

    Mi pare forse più adatto “McGough Linux”. Che ne pensate?

  10. Avatar Massimiliano
    Massimiliano

    Visti i precedenti, mi porrei subito una domanda. Cosa impedirà a questo progetto, o altri simili, di seguire le stesse sorti, prima o poi, di CentOS? In caso di successo, ovviamente.

  11. Avatar Massimiliano
    Massimiliano

    Se diamo credito alle parole di Chris Wright (CTO di RH):

    This is where we see CentOS Stream fitting in. It provides a platform for rapid innovation at the community level but with a stable enough base to understand production dynamics. These changes and feedback can more quickly be channeled into productization, resulting in Linux platforms that meet the needs of an incredibly varied user base.

    L’impressione è che vogliano accelerare, superando il modello attuale ritenuto un po’ all’antica. Lato tecnico. Lato business, se acceleri a monte (l’originale) e freni a valle (le copie) cominci anche a distinguerti dalla concorrenza.
    Lo stesso aggiunge:

    In the first half of 2021, we plan to introduce low- or no-cost programs for a variety of use cases, including options for open source projects and communities and expansion of the Red Hat Enterprise Linux Developer subscription use cases to better serve the needs of systems administrators. We’ll share more details as these initiatives coalesce.

    Della serie: piuttosto che farti prendere un clone, te lo regalo e rimani “in famiglia”. Se lo faranno, sarà interessante vedere quanti penseranno a cercare alternative, e soprattutto perché.

  12. Avatar Flavio Bosio
    Flavio Bosio

    Evidentemente si sono già dimenticati il perché l’hanno abbandonato per passare a CentOS…

  13. Avatar Flavio Bosio
    Flavio Bosio

    Tralasciando la scelta infelice del nome, l’avrebbero potuta chiamare semplicemente CentOS2…

    Il problema è sempre lo stesso, non puoi fornire gratis qualcosa che ha un costo, ed il mantenimento dei server costa…

    Avrebbero potuto richiedere una “sottoscrizione” da 10€/download o qualcosa di simile per accedere ai repository e penso che nessuno si sarebbe scandalizzato, se non vuoi cacciare 10 euro puoi sempre rivolgerti a qualcun’altro…

  14. Avatar Flavio Bosio
    Flavio Bosio

    Sa un po di follia detta così, pago in base a ciò che faccio?
    E lo decide lui?
    Ma che droga usa?
    Puoi farti pagare per i servizi offerti (aggiornamenti, download, assistenza ecc…) o per eventuale software aggiuntivo (anche open) di cui sei proprietario e nessuno dovrebbe aver da ridire.

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