I NAS (Network Attached Storage) possono essere descritti come dischi di rete. Per offrire più spazio e/o rindondanza usano più dischi in contemporanea, aggregati (per esempio RAID).
Praticamente qualsiasi dispositivo su cui giri Linux può operare come NAS, e infatti non è un caso che sia uno degli usi casalinghi più comuni a cui dedicare un Raspberry Pi.
Il suo tallone d’Achille son da sempre le connessioni con i dischi: USB, con banda limitata e qualche preoccupazione sull’affidabilità del collegamento. Se poi aggiungiamo che lo stesso canale è usato per la scheda di rete (a 100 Mbps), si capisce quanto il risultato possa essere lontano dalle attese (per quanto sufficiente alle necessità casalinghe). Motivo per cui sono nate varie alternative (OragnePI, BananaPi…), che spesso offrono una connessione dedicata e/o più adatta.
L’avvento del Raspberry Pi 4 ha le potenzialità di rimuovere (almeno parte) del problema. Non solo grazie alla scheda di rete (a 1 Gbps) con interfaccia dedicata, ma anche al bus PCIExpress usato. Manca solo il connettore, ma anche in questo Raspberry ha una soluzione: usando il Compute Module 4, ovvero una versione più compatta con solo CPU e RAM, unita alla scheda di input/output ufficiale, avremo a disposizione un socket PCIe (Gen 2) standard.
Manca ancora la connessione SATA, tanto diffusa per i dischi consumer? Il produttore Mehdi ha creato una scheda apposita per fornire 4 porte usando il socket PCIe. E, per rendere il tutto più compatto, ha anche creato una scheda di input/output alternativa a quella ufficiale. A tutto questo, Mehdi aggiunge un case per ospitare i componenti, 4 Hard Disk e una ventola di raffreddamento.
La parte più interessante? Tutte le specifiche e i disegni tecnici, insomma quel che serve per costruirsi la soluzione è disponibile sul repository di GitHub apposito, open-source. Quindi, non solo si può realizzare il tutto in proprio, ma si può contribuire a migliorarlo.
Questa non è l’unica soluzione disponibile (si veda per esempio quest’altra), ma sembra funzionare con risultati piuttosto soddisfacenti: 110 MB/s di velocità sia in scrittura che lettura con 4 HDD (a rotazione, non SSD) in RAID 1 e 24 W di consumo massimo. Usando Raspberry OS standard, senza particolari ottimizzazioni.
L’unico vero problema è proprio l’essere fai-da-te, nel senso che i componenti necessari devono essere costruiti da soli, partendo dalle schematiche del repository. Anche i risultati delle prove sono fornite dal produttore stesso – che è sempre come chiedere all’oste se il suo vino è buono.
Ma forse per qualche appassionato, con la capacità, gli strumenti e un po’ di tempo da dedicarci, potrà divertirsi a produrlo. E chissà, se funziona, venderlo a chi quei mezzi non lo ha.
Quindi, alla fine, la domanda è: lo comprereste?
Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.
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