Chiunque si sia affacciato alla compilazione del Kernel è caduto almeno una volta nella tana del Bianconiglio, le patch, ovvero le modifiche non ufficiali da poter applicare al codice per avere qualcosa in più. E tra queste, la prima serie di patch che viene in mente sono le “-ck“.
Quelle due letterine stanno per Con Kolivas, sviluppatore per hobby che da un paio di decenni pubblica le proprie patch ad ogni singola versione del Kernel. L’obbiettivo? Migliorare il Kernel, ovviamente. Le modifiche sono anche piuttosto profonde, come per esempio un intero scheduler dei processi alternativo (chiamato MuQSS).
La pandemia ha fatto prendere una pausa a Con, dovendo dedicare le sue attenzioni alla sua vera professione: l’anestesista. Tanto che per il Kernel 5.13 non ci sono patch disponibili.
In un post del suo blog lui stesso racconta che la sua intenzione era saltare la versione 5.13 per dedicarsi alla 5.14. Ma sembra averci ripensato: un lavoro semplicemente troppo grosso, e non ha più motivazioni per portarlo avanti.
Il fatto che piano piano anche il numero di persone che usano queste patch sta scemando non fornisce alcuna spinta a proseguire, quindi – come dice lui stesso:
I will have to sadly declare 5.12-ck the last of the MuQSS and -ck patches.
Dovrò tristemente dichiarare la 5.12-ck come l’ultima patch di MuQSS e -ck.
Il progetto non è completamente senza speranza: essendo tutto open-source, chiunque può portare avanti il lavoro. E i primi candidati sono gli sviluppatori di Liquorix Kernel, un Linux configurato per essere più performante di quello standard.
Noi non possiamo che sottolineare come l’ostinazione di considerare questo impegno un hobby senza cercare l’inclusione del codice nel Kernel mainline sia la causa prima di quesa perdita.
Magari, chi continuerà il lavoro, potrà porre rimedio.
Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.
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