Ne abbiamo già parlato su queste pagine e, nonostante le premesse siano più che buone, ancora questi famigerati chip di Apple creano grattacapi a chi, per qualche necessità, ha bisogno di eseguire Linux sui propri sistemi.
Con progetti specifici e lo stesso kernel, grazie all’entusiamo di Torvalds, al lavoro per il porting, nel frattempo ci si deve appoggiare ad altre soluzioni. Prime fra tutte le macchine virtuali.
Certo, ci sono i soliti grandi attori in campo in questo ambiente, come VirtualBox e VMware, ma ancora o non supportano la nuova architettura, oppure sono ancora in fase di preview con comportamenti tutt’altro che stabili, o si appoggiano a Rosetta, un sistema di “traduzione” che permette di eseguire codice x86_64 su questi processori (che, di base, sono degli ARM).
Ovviamente la presenza di un tool che permetta rapidamente di avere un sistema Linux su cui lavorare, o testare il proprio lavoro prima di portarlo in ambiente operativo, è una cosa che fa gola a molti, e proprio su questo Canonical ha lavorato alacremente.
L’azienda di Mark Shuttleworth già da tempo offre Multipass, un sistema che permette con un singolo comando di lanciare macchine virtuali ubuntu rapidamente su diversi sistemi operativi (ed anche su cloud). L’annuncio di qualche giorno fa è che, proprio per far fronte delle necessità degli utenti, Multipass adesso supporta ufficialmente i chip M1 di Apple.
Canonical wants to get developers running on Linux faster than any other option on the market, and the Multipass team has helped accomplish that.
Canonical vuole che gli sviluppatori riescano ad eseguire Linux più rapidamente di qualsiasi altra opzione sul mercato, ed il team Multipass ha aiutato a renderlo possibile.
Di base Multipass fornisce un singolo comando da lanciare che scarica un’immagine, avvia e rende rapidamente disponibile una VM accessibile via terminale di una Ubuntu, il tutto in (nominali) una ventina di secondi ed in maniera praticamente simile su Linux, Windows e macOS.
In realtà sotto il cofano vengono fornite anche una serie di “commodity” per semplificare l’uso del sistema, come una gestione integrata degli alias, in modo da poter eseguire nel terminale comandi direttamente della VM, così da rendere l’ambiente di lavoro il più simile possibile al sistema Linux senza dover esplicitamente “salire” sulla VM.
Sicuramente il sistema è interessante e vale la pena buttarci un occhio, non solo se siete utenti di questi nuovi -ed a quanto pare ottimi- processori Apple, anche se il limite di poter eseguire solo immagini Ubuntu (e poco altro) è forse un po’ limitativo.
Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.
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