JavaScript è un linguaggio di programmazione al momento più usato e diffuso. Nato quasi 30 anni fa in Netscape, aveva come obbiettivo facilitare la creazione di contenuti dinamici rispetto ai metodi disponibili, ovvero il ricorso ad applicazioni esterne, come il plugin Java.
Le caratteristiche principali, che ne hanno guidato la creazione sono 3:
- essere un linguaggio interpretato, per permettere immediatezza dalla scrittura all’esecuzione;
- semplicità, nessun controllo di validità e/o correttezza formale per poter essere “resistente” agli errori;
- integrazione nel browser, per non dipendere da altri componenti.
Java sarebbe stato usato per le applicazioni più complicate, o l’implementazione di componenti server nel backend, mentre JavaScript si sarebbe occupato delle cose più semplici e immediate, specie per la componente frontend.
Ma la sua popolarità si è espansa tanto velocemente da superare in pochi anni l’argine dell’uso su browser, e poter godere di vita propria. Con Node.js, pensato per fornire servizi backend, si è imposto come unico linguaggio del Web, senza discussioni, determinando anche il fiorire di pacchetti, utility per la loro costruzione e librerie dove poterli catalogare. Sì, pensiamo proprio a Node Pakage Manager (npm).
JavaScript Object Notation (JSON, notazione di oggetti JavaScript) si inserisce in questo quadro come l’elemento standardizzante tutto l’ecosistema. Si tratta di una struttura dati per poter rappresentare degli oggetti usando il linguaggio di JavaScript, che ha preso popolarità grazie alla semplicità della struttura e alla flessibilità nell’applicazione.
Grazie a JSON, qualsiasi applicazione sia in grado di usarlo può interfacciarsi con un’applicazione JavaScript, e vien da sé che il linguaggio più indicato e comodo per usarlo sia… JavaScript!
In un articolo di devcalss.com ora possiamo leggere che, secondo il creatore di JSON, quelle stesse caratteristiche che hanno determinato il successo di JavaScript lo rendono inadatto al futuro. La sua flessibilità è facilmente abusabile, creando molta confusione e complessità, e la mancanza di strutture rigide di controllo rendono alcune operazioni insidiose, dando (talvolta) risultati non attesi.
Forse non è un caso che il modo più immediato di porci rimedio possa essere la creazione di un nuovo linguaggio. La pensa così il creatore di JSON, che indica in E un possibile successore – alla cui creazione partecipa anche il creatore di JavaScript, evidentemente persuaso serva un nuovo linguaggio.
Quindi facile, da domani si cambia, giusto? Diremmo proprio di no. La grande diffusione di JavaScript crea un problema di compatibilità e funzionalità non proprio piccolo. Esempi del passato ne abbiamo, e proprio su tecnologie usate nei browser: Flash e Java. E se il primo ormai non si incontra praticamente più, applet Java sono ancora in giro.
Inoltre – e forse è lo scoglio maggiore – tutti i nostri browser ormai implementano il Document Object Model (DOM, modello a oggetti del documento), per permettere ad un’applicazione Web di modificare la pagina che vediamo in base ad un evento (come click, o timer). Indovinate un po’ che linguaggio è usato…
Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.
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