Huawei abbandonerà Android in virtù di Harmony OS NEXT, che non è Linux e non è open-source

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The Register ha raccontato di come Huawei abbia deciso, nell’ambito dei suoi device, di abbandonare il sistema operativo di Google per passare a HarmonyOS NEXT il quale, da quel che si legge, non ha molto di che spartire con l’ecosistema Linux.

Per quanto questa possa sembrare una notizia di poca importanza, i suoi risvolti potrebbero nel lungo termine impattare sensibilmente uno dei progetti open-source più famosi al mondo, ossia Android.

Huawei, come ormai sanno anche i sassi, è un’azienda cinese specializzata in tecnologia e comunicazioni. È nota principalmente per la produzione di dispositivi mobili, infrastrutture di rete e attrezzature per le telecomunicazioni ed in passato è stata al centro di alcune controversie legate alle preoccupazioni sulla sicurezza e alla sua presunta stretta connessione con il governo cinese.

Se questa mossa sia legata a questioni politiche – Android è un progetto open-source e, almeno in teoria, non dovrebbe prevedere l’inserimento di alcuno spyware – o meramente tecniche non è dato di saperlo, ma considerato il bacino di utenza che Huawei ha all’interno del mercato, certamente non è qualcosa di facilmente ignorabile.

HarmonyOS è stato lanciato da Huawei nel 2019 inizialmente sui device IoT, per poi passare anche agli smartphone e, almeno nelle intenzioni iniziali, era costruito per essere compatibile con Android. La versione NEXT a cui la notizia si riferisce rompe questa relazione, andando di fatto a creare un terzo player nel mondo dei sistemi operativi per i device mobili.

Stando alla narrativa offerta dall’azienda cinese, questo HarmonyOS NEXT funziona meglio di Android in diversi ambiti, poiché monta un Kernel creato appositamente che, lo ripetiamo, non è Linux, e stando ad Huawei è molto più efficiente in termini di gestione della memoria.

Nuovo kernel, nuovo sistema operativo, nessuna compatibilità con le alternative di mercato e, sorprendentemente, anche una versione open che verrà distribuita sul mercato per invitare eventuali (e coraggiosi) produttori a servirsi di HarmonyOS NEXT per far funzionare il proprio hardware.

È davvero quindi il momento della nascita di un trio-polio nel mondo dei sistemi operativi mobile? Davvero HarmonyOS NEXT potrà rompere l’egemonia di Android e iOS?

Chiaramente non è dato di sapere, ma c’è un dato che potrebbe aiutare a riflettere: un miliardo e mezzo di utilizzatori cinesi.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

19 risposte a “Huawei abbandonerà Android in virtù di Harmony OS NEXT, che non è Linux e non è open-source”

  1. Avatar pigreco
    pigreco

    Cambiare da un anno all’altro un kernel di quella complessità, per di più sviluppato in proprio, è un’impresa titanica. Speriamo di avere qualche altro dettaglio.

  2. Avatar Simone
    Simone

    Beh sicuramente i lavori sono iniziati da prima che si iniziasse a parlarne… E sono propenso a credere che il nuovo kernel Huawei è più snello di Linux, con molte meno linee di codice.

  3. Avatar michele
    michele

    PS “produttori a servirsi di questo dispositivo per far funzionare il proprio hardware.” forse intendevi software o kernel?

  4. Avatar Andrea
    Andrea

    Immagino che la decisione sia stata presa con cognizione di causa e quindi il sistema ha raggiunto una grande affidabilità. Non mi fa impazzire un so legato solo ad una azienda ma sono contento che nascano alternative in un mercato ormai noioso. Io continuo a temermi stretto il mio sailfish os.

  5. Avatar floriano
    floriano

    Ha molto senso, in questo modo non devono star dietro allo sviluppo altrui (magari pure schizofrenico) e hanno pure meno seccature nello sviluppo dei drivers e degli aggiornamenti

  6. Avatar floriano
    floriano

    Immagino che il governo cinese punterà soprattutto su standard aperti per dati, per il sistema operativo incentiverà invece queste soluzioni proprietarie fatte in casa

  7. Avatar JaK
    JaK

    Come detto in un altro commento, può aver senso se si vuole avere un controllo totale.

    Sviluppare e testare un intero sistema operativo non è semplice nemmeno per una grossa azienda: Solaris era un ottimo OS eppure dopo che Sun è stata comprata da Oracle è praticamente sparito, anche nelle sue versioni open-source(*); Sony ha basato l’OS della PlayStation su FreeBSD; IBM non ha tentato più nulla dopo OS/2 e perfino Intel è ricorsa a Minix 3 per il management system dei suoi sistemi multicore; di Fucsia si parla da anni ma finora non ha preso molto piede.

    Insomma: se vogliono fare un OS da zero, considerando quanto sia difficile farlo e testarlo, credo debbano avere delle ragioni dannatamente buone per intraprendere una strada de genere:-)

    (*) almeno, sono anni che non sento parlare di Open Indiana o Open Solaris. Qualcuno ne sa più nulla?

  8. Avatar JaK
    JaK

    Se per standard dati “aperti” intendi “non cifrati”, sicuramente: è il loro sogno segreto

  9. Avatar JaK
    JaK

    Sì, il kernel è un po’ “cicciotto” 🙂 dopotutto riesce a girare su diverse architetture e supporta molti dispositivi.

    Il codice di Linux (il Kernel) è generalmente scritto molto bene: le regole dello stile sono molto precise e rendono la lettura semplice… anche se il divieto di usare i typedef lo trovo un po’ pretestuoso.

    Benché monolitico, Linux è un Kernel modulare e ciò permette non solo di includere nel binario finale solo ciò che realmente serve, ma anche di caricare moduli “a caldo”.

    Non c’è ragione di preoccuparsi del numero di righe di codice 🙂

  10. Avatar Raoul Scarazzini
  11. Avatar lelec
    lelec

    magari in Cina avrà successo ma fuori non credo, poi c’e il problema delle app di terze parti, quanti porteranno le proprie app anche su questo sistema operativo?

  12. Avatar Kib
    Kib

    Tieni conto che questa scelta di Huawei è frutto della politica di Trump che l’ha bannata sostenendo che fosse una minaccia per la sicurezza. Ho amici cinesi e, potrebbero mentire, ma non mi dicono di essere costretti a comprerei Huawei, semplicemente internamente ha una buona reputazione

  13. Avatar Kib
    Kib

    Diciamo che l’hanno fatto da possibili ban americani o paesi terzi. Grazie Trump

  14. Avatar Simone
    Simone

    Ma io credo che Huawei faccia ottimi prodotti, e purtroppo la loro concorrenza non era gradita al mercato occidentale. Tutto qui.

  15. Avatar Simone
    Simone

    Openindiana sembra ancora attivo, ho notato un restyling del sito e le ultime ISO sono del novembre 2023, corredate addiritura di firma gpg per la verifica del download.

  16. Avatar Paolo Tomiato
    Paolo Tomiato

    Non so… non mi fido dei cinesi come programmatori e sviluppatori, vedi jingpad e altra bufale simili o anche i firmwware degli infotainment delle loro auto; in più non sanno fare problem solving.

  17. Avatar Fedewiico
    Fedewiico

    Questo diventerà l’OS cinese, scommetto che ne verrà presto realizzata una versione per PC desktop, con tanti saluti a Microsoft, Google e Linux. Per come sono i cinesi, non è tanto una questione di performance o compatibilità, si usa quello e basta. Ci saranno le app cinesi ed il resto forse.
    Leggevo tempo fa che HarmonyOS NEXT usa il microkernel, sono proprio curioso di vederlo!

  18. Avatar tizioqualunque
    tizioqualunque

    Un milardo e mezzo di persone, alcune delle aziende tecnologicamente piu’ avanzate del mondo, e non sanno fare problem solving? Se lo dici tu…

  19. Avatar Paolo Tomiato
    Paolo Tomiato

    sicuramente io ho sotto gli occhi e le dita un campione piccolo: un’auto elettrica, una ventina fra pc e notebook e server (un tempo IBM ora… beh, si sa), varie antenne WIFI, 6 switch gestiti POE e non, 40/50 smartphone di vari brand (tutti fra i tecnologicamente più avanzati), diversi NVR installati, alcuni inverter, alcuni regolatori di carica, ecc… tutti hanno un denominatore comune: finchè le cose funzionano ok, ma quando incominciano i problemi si salvi chi può. Senza contare che i cineri sono portati alla menzogna e all’inganno come pochi altri popoli al mondo, vedi ribadisco progetti come il Jingpag o piattaforme come tiktok.

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