L’ultimo rilascio dell’editor cross platform di casa Microsoft, ossia Visual Studio Code 1.86, ha portato con se una novità rilevante, ossia la possibilità per gli sviluppatori di poter dire la parola magica ‘Hey Code’ per avviare la GitHub Copilot Chat.
Questa funzionalità è pensata per estendere in maniera sensibile le possibilità di quanti usano lo strumento – si parla di quasi sette milioni di utenti – e per favorire ulteriormente la forza di GitHub, che nell’annuncio di cui sopra afferma con un pizzico di arroganza just as GitHub was founded on Git, today we are re-founded on Copilot (così come GitHub è stato fondato su Git, oggi ci siamo ri-fondati su Copilot).
Tutto bellissimo, non fosse che alcuni utenti Ubuntu 18.04 (distribuzione che Canonical supporterà fino al 2028) hanno rilevato come nei minimum build requirements venga indicata una versione di glibc superiore alla 2.28, che di fatto esclude la suddetta Ubuntu tra quelle compatibili con Visual Studio Code.
La scelta ha comportato una lunga serie di problemi descritti dall’articolo VS Code Drops Ubuntu 18.04 Support, Devs ‘Screwed’ del blog OMGUbuntu, con tanto di feedback degli utenti, che fanno notare come la soluzione proposta dalle FAQ di Visual Studio Code, ossia quella di aggiornare la propria distribuzione ad una versione successiva non sia propriamente… Una soluzione.
Va sottolineato poi come sia anche la connessione verso macchine con VS Code con glibc non supportata a non funzionare. Questo di fatto invalida interi workload impostati su macchine di questa categoria, come ad esempio quelle che risiedono sui cloud provider, il cui controllo di versione ed il relativo aggiornamento potrebbe essere problematico.
Il disagio si riflette anche nella pagina delle issue di GitHub di VS Code, all’interno della quale la issue aperta per segnalare la problematica, vscode server won’t start: “Waiting for server log…” #203967, dove viene suggerito di utilizzare la versione Flatpak di VSCode, unitariamente alla disabilitazione degli update, è stata chiusa ai commenti pubblici poiché il numero di interventi stava decisamente sfuggendo di mano.
E, verrebbe da dire, comprensibilmente.
Microsoft ha quindi ritenuto opportuno ritornare, almeno parzialmente, sui propri passi. In un articolo successivo a quello riportato all’inizio di questo post OMGUbuntu ha raccontato di come l’azienda di Redmond abbia esteso il supporto di Ubuntu 18.04 fino al 2025.
Queste le parole di Microsoft, per bocca dello sviluppatore Isidor Nikolic:
We have discussed this more in the VS Code team and we have decided to allow VS Code to connect to an OS that is not supported by VS Code (no support for glibc >= 2.28) for 12 more months
Abbiamo discusso meglio all’interno del team di VS Code e deciso di consentire a VS Code di collegarsi a sistemi operativi non supportati da VS Code (nessun supporto per la glibc >= 2.28) per altri 12 mesi
In realtà quindi è solo un’estensione limitata al 2024, che non esclude la necessità di aggiornare, e quindi offre solo più tempo per potersi organizzare.
In conclusione, è chiaro come sia facoltà dello sviluppatore (Microsoft) determinare i gradi di compatibilità della propria applicazione, ma il riflesso delle proprie azioni sugli utilizzatori dovrebbe essere sempre tenuto in considerazione. Quanti, saggiamente, avevano scelto una distribuzione Long Term Support quale Ubuntu 18.04 per i propri workload che tipo di ragionamenti dovrebbero fare?
E voi sarete toccati da questo aggiornamento? Cosa ne pensate? Discutiamone nei commenti!
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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