Microsoft sta tentando di rendere il linguaggio del Kernel Linux più inclusivo, ma è più difficile di quanto si possa pensare

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Anche se dovrebbe ormai essere superfluo, per introdurre questa notizia vale la pena di ricordare come oggi, nell’anno di Grazia 2024, Microsoft sia una delle aziende più attive in termini di contributi per quanto riguarda l’open-source. Non dipende solamente dal fatto che essa possegga GitHub, o che abbia creato la sua distribuzione Azure Linux, ma proprio dal codice.

Infatti ormai la maggioranza dei progetti open-source upstream hanno uno o più contributori stipendiati da Microsoft che alimentano il circolo virtuoso del software libero. Come sappiamo software libero vuol dire anche Linux e Linux vuol dire anche Kernel, e nella notizia raccontata da Phoronix è proprio di un contributo specifico fatto da un ingegnere Microsoft al Kernel Linux, un contributo volto a rendere più inclusivo il linguaggio utilizzato.

Si badi bene: non linguaggio in termini di codice, ma linguaggio in termini di… Terminologia.

È da tempo ormai che la semantica delle varie componenti del mondo IT è stata rivista. Se per quanti più vecchietti la terminologia master/slave (padrone/schiavo) è inscindibile da sempre con il concetto di cluster, oggi ci si è resi conto di come questa non sia più adatta.

Giusto? Sbagliato? Insensato? Senza andare a parare verso gli estremismi di quanti stupidamente imbrattano le statue di Cristiforo Colombo e visto che l’operazione sulla carta non appare esageratamente complessa, considerare la questione come ha fatto Microsoft è certamente sensato.

La serie di quattordici patch è stata inviata dall’ingegnere Easwar Hariharan che lavora, manco a dirlo, su Azure Linux, ed il suo contributo è volto appunto a “ripulire” il linguaggio all’interno del codice per renderlo più inclusivo, per utilizzare cioè termini appropriati.

Essenzialmente, tutte le patch prevedono la modifica delle parole master e slave in controller e terminal… O client.

Ed è qui che inizia la parte interessante.

Assodata la necessità (o meno) della patch, che è ovviamente più morale che tecnologica, l’utilizzo dei termini alternativi ha sollevato alcune domande, poiché le specifiche del settore tendono a fare riferimento alla nuova terminologia controller/target, ma nella maggior parte di queste nuove patch del Kernel è client ad andare per la maggiore.

Tra gli sviluppatori del kernel upstream apparentemente non c’è ancora quindi un chiaro consenso sulla scelta da adottare.

Una vicenda che dimostra come, anche per gestire questioni morali su cui comunque tutti concordano, ci sono aspetti tecnici che non possono essere ignorati.

La domanda a cui rispondere è: ne vale la pena?

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

39 risposte a “Microsoft sta tentando di rendere il linguaggio del Kernel Linux più inclusivo, ma è più difficile di quanto si possa pensare”

  1. Avatar Mauro Miatello
    Mauro Miatello

    penso di sì

  2. Avatar Giacomo Perin
    Giacomo Perin

    Ed eccoci a parlare di semantica e spendere soldi e tempo ed energie a parlare di semantica.

  3. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    per me l’unica opzione sono: “main” e “side”

    controller target e client sono termini troppo specifici

    ps poi non capisco perchè tutti si concentrato sulla parola master che ha vari significati quando l’unico problema secondo me è “slave” che invece significa una cosa sola

  4. Avatar Raoul Scarazzini

    Sono d’accordo, ma va considerato il binomio storico che c’è tra master e slave, però la tua è certamente una considerazione del tutto sensata.

  5. Avatar Raoul Scarazzini

    Guarda, inizialmente ero anche io dello stesso parere, ma alla fine mi trovo a dire che questa tendenza ha un suo senso, più profondo di quello che si possa pensare, e quindi nei limiti in cui al momento è affrontata la approvo.

  6. Avatar Black_Codec

    Ma ti dirò di più… È una str…ata sta storia… Non è che si offende un repository o altro oggetto inanimato chiamandolo slave…

  7. Avatar Giacomo Perin
    Giacomo Perin

    Posso capire solo fino ad un certo punto… Il problema Master e Slave sono un problema più propriamente americano, senza contare che master si traduce con maestro…
    Sono molto restio a farmi insegnare la lingua dalle aziende che difendono il loro interesse commerciale, caso eclatante è l’attuale produzione di armi per la “pace”.
    (Non voglio neanche citare tutte le occorrenze questa abitudine negli ultimi anni per non creare polemiche troppo OT)

  8. Avatar stefano1856
    stefano1856

    Secondo la mia opinione questa è una tendenza sbagliata, e rientra nella stessa filosofia del politically correct, o di genere. Dire che questi termini non favoriscono l’inclusione è solo un pretesto per rimettere in discussione le origini della nostra cultura, in questo caso informatica, da persone che diffondono negatività.
    Io conosco il mondo della programmazione da oltre 40 anni e per la mia esperienza non sono queste terminologie che creano problemi , ma ben altro (allusioni, cattiverie, insinuazioni, malizia, ….) per cui non c’è rimedio alla mano

  9. Avatar Odio_i_troll
    Odio_i_troll

    Ma sul serio si concentrano su queste ca.gate??? Le scemenze woke stanno prendendo sempre più il sopravvento.

  10. Avatar JaK
    JaK

    Per una volta mi trovo d’accordo con questa manovra. Vivendo all’estero, questi argomenti sono più sentiti che in Italia ed è difficile capirne l’importanza.

    Lo dice uno a cui chiedono sempre: «Ma tu che sei italiano, cosa pensi dell’ananas sulla pizza?»

    Che alle prime fa ridere, ma dopo anni diventa pesante.

  11. Avatar Raoul Scarazzini

    La tua è una riflessione che condivido, ben formulata e lucida. Come ho scritto sulla questione mi sono interrogato molto anche io, e la mia conclusione è che comunque essendo l’effort relativo, non ci vedo nulla di male (anche se ad onor del vero non sembra proprio a costo 0, ma del resto cosa lo è?).

  12. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    anche io la pensavo cosi, mi ci ha fatto pensare un collega di colore.

    il problema è proprio usare la parola slave con leggerezza, come se fosse una cosa poco importante.

  13. Avatar Raoul Scarazzini

    Il video è interessantissimo, ma qui si parla di passato, mentre queste azioni riguardano il presente. Come scrivo nell’articolo chi imbratta le statue di Colombo ha capito poco, ma oggi si può agire, ed è per questo che approvo la scelta di cambiare la nomenclatura.

  14. Avatar Black_Codec

    Lo è, le parole sono solamente parole, in base al modo in cui le utilizziamo, se ti dicessi sei solamente uno schiavo avrebbe un senso diverso dal dire sono schiavo delle mie emozioni.

  15. Avatar JaK
    JaK

    Da cinefilo, sono un promotore di “Director” e di “Actor”.

    Ora puoi chiamare l’ambulanza 🙂

  16. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    Un process child director non lo chiameresti pedofilo

  17. Avatar xpy
    xpy

    Le aziende si limitano ad andare nella direzione dell opinione pubblica. Certo è un problema americano quello della terminologia, ma nell informativa si usa quella stessa terminologia in tutto il mondo quindi anche se da noi e in altre nazioni non sono termini così pesanti è giusto, che se dove la terminologia è nata il significato è molto negativo, si cerchi una soluzione meno pesante per gli utenti globali

  18. Avatar xpy
    xpy

    Vero in Italia schiavo è una parola molto meno pesante che all estero, pur restando ovviamente negativa, però nel campo dell informatica si prende la terminologia inglese e li la parola slave ha un significato molto pesante e profondo nella società e quindi è giusto che venga sostituita con qualcosa che venga ricollegato meno pesantemente a qualcosa di così negativo

  19. Avatar xpy
    xpy

    Qua non c’entra il woke, semplicemente si vuole evitare rischiami a periodi storici infelici

  20. Avatar Kib
    Kib

    IMHO la risposta è No.
    Per quanto possa essere stata una scelta infelice come termini il loro significato poi va contestualizzato.
    Nel IT slave non significa schiavo e chiunque abbia iniziato nel mondo IT questa battaglia l’ha fatto solo per una questione di promozione d’immagine pubblica niente di più.

    Poi per carità un find/replace non ha mai ucciso nessuno.

  21. Avatar gian
    gian

    Non sono d’accordo perché il contesto storico identifica uno dei significati. È un errore di comprensione linguistica interpretare una parola usata in un dato contesto come la stessa parola usata in un contesto differente. Le parole assumono un preciso significato solo dalla loro combinazione con un dato contesto.
    In letteratura può anche venire usata l’ambiguità se chi scrive sa scrivere davvero bene ma è uno specifico utilizzo.
    Altrimenti ripeto: slave in BDSM va bene? Dato che è proprio il tipo di interazione fisica e mentale che permette ai partecipanti di trovare godimento.
    P.s. aggiungo: non è la parola o il suo utilizzo a dover essere cancellati ma le loro espressioni reali nelle accezioni più negative.

  22. Avatar Black_Codec

    Allora abbattiamo anche il comando kill per favore… No alla violenza contro i processi

  23. Avatar gian
    gian

    Stai facendo un ragionamento secondo me errato. Ovvero quello di condannare l’uso di una parola in un dato campo semantico perché questa appartiene anche a un altro campo semantico dal significato estremamente negativo.
    Cultura o non cultura, le lingue sono sempre un mezzo e le parole sono i mattoncini. Il contesto dà forma ai mattoncini, senza di questo i mattoncini non hanno significato.
    Da non linguisti possiamo non considerare questa cosa quando è fondamentale capirla invece. Sta sbagliando chi collega una parola appartenente a un dato contesto al suo utilizzo in tutt’altro contesto. Tu stesso hai detto “in inglese ha un solo significato”. Sbagliato: ne ha almeno due, uno per indicare uno schiavo, l’altro per indicare nel contesto IT una macchina che riceve comandi da un’ altra. Volendo essere pignolo ne ha almeno un terzo: nel BDSM. Li va bene slave?

  24. Avatar gian
    gian

    Finalmente un commento che tiene conto di questa “cosa insignificante” che è il contesto.

    Anche a me non cambia nulla se modificano la terminologia, a patto che sia fatta per motivi sensati e non perché la gente non sa dare il significato giusto alle parole.

  25. Avatar gian
    gian

    Ed è sbagliato perché in questo contesto il richiamo storico non c’entra. Si sta parlando di informatica, non di storia.

  26. Avatar Odio_i_troll
    Odio_i_troll

    Si come no.

  27. Avatar xpy
    xpy

    Dalla nostra prospettiva di europei sono assolutamente d’accordo, anche per me non ha senso. Però se da noi la schiavitù è un qualcosa che sentiamo lontano li invece è una ferita ancora fresca ed è molto più sentito. Diverso sarebbe ad esempio se proponessero di cambiare la terminologia “kill the child” riferito ai processi, quello sarebbe effetti sbebtr insensato

  28. Avatar xpy
    xpy

    Se odi i troll perché ti comporti come tale?

  29. Avatar Domenico Faust Sgambellone
    Domenico Faust Sgambellone

    Sarebbe meglio che Microsoft stesse lontanissima da linux, prima di imbrattare anche lui XD

  30. Avatar gian
    gian

    Non c’entra la prospettiva culturale. Questo è un problema di linguistica.
    È come se decidessimo ad un tratto che è sbagliato abbattere gli alberi delle barche a vela perché esiste il problema del disboscamento.
    Culturalmente sia da noi che in America la schiavitù fortunatamente è bandita.
    È un errore di comprensione: slave in questo contesto, cultura o non cultura, non appartiene al campo semantico dello schiavismo. Correlare i due significati, cultura o non cultura, è errato. Altrimenti non ha senso la lingua stessa, che si basa sulla correlazione termine <-> contesto per definire il significato.
    Se invece vogliamo davvero dar seguito a questa cosa dovremmo abolire slave anche in altri contesti, come ho scritto anche in altre risposte, per esempio nel BDSM, non tenendo conto che in questo caso il paragone con la sottomissione è ricercato e voluto da entrambe le parti.

  31. Avatar Odio_i_troll
    Odio_i_troll

    Guarda che io non trollo.

  32. Avatar Capitano Nemo
    Capitano Nemo

    Ma a prescindere da tutto capisci immediatamente quanto sia un tema da “caciara”. Non ho mai capito veramente perché alla gente piaccia “scannarsi” in argomenti tutto sommato irrilevanti mentre su altri, decisamente impattanti nella vita di tutti i giorni, cade sempre un pietoso silenzio e una soffocante indifferenza.

  33. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    basta, non ne posso più di queste stupidate da woke culture di hollywoodiana origine. La terminologia ha il senso che ha, nel contesto in cui è usata, ed il suo significato è cambiato nel tempo, in questo ambito come anche in altri ambiti…. personalmente quando uso il termine master-slave o white/black list, non mi passa manco nell’anticamera del cervello che abbiano un significato diverso dal contesto in cui li stò usando… e non li ho mai avuto nemmeno in passato quando li ho usati la prima volta.
    Se poi vogliamo perdere tempo per dare lavoro a gente che non ha un c@@o da fare se non quello di fare il pelo sull’uovo dei termini, invece di risolvere problemi reali… beh… io non ho intenzione di seguirli in queste follie.

  34. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    sono sentiti perchè all’estero hanno tempo da perdere e non conoscono il significato di “contesto” e vogliono radicalizzare argomenti che normalmente non hanno nulla a che fare con l’IT.
    E per quanto riguarda l’ananas sulla pizza, gli italiani ne fanno una polemica si, ma per lo più è solo ammuina, ma non è che se la ordini non te fanno o ti buttano fuori dai locali (a parte forse qualche sparuto caso si pizzaioli-pazzi)… anzi, a dispetto di tutto, per la maggior parte degli italiani, sono convineto lasci mangiare la gente quel che gli pare, pure il cappuccino dopo pranzo, o il capuccino con il tramezzino al pomeriggio.

  35. Avatar Raoul Scarazzini

    Alla gente piace scannarsi. Punto. In questo senso affermare “la cosa di cui vi state occupando è irrilevante” no aiuta 🙂

  36. Avatar Capitano Nemo
    Capitano Nemo

    Vabbè son punti di vista. Il mio suggerisce che, anche se continuassimo a mantenere master/slave, non ci sarebbe nessun rischio di veder materializzarsi, nel parcheggio sotto casa, un itero squadrone della Ku Klux Klan con tanto di croce fiammeggiante e gatto a nove code.
    Poi tutto quello che fa microsoft a me risulta disgustoso a prescindere, per partito preso, ma questo è un problema mio.

  37. Avatar JaK
    JaK

    Vedo che non hai capito.

    Vivendo all’estero, mi trovo continuamente poste le domande dell’ananas sulla pizza, del cappuccino dopo le dieci e del perché non sono diventato un cuoco.

    E, dopo anni, ti assicuro non sono più divertenti.

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