Il repository Microsoft CBL-Mariner Linux diventa ufficialmente Azure Linux e sì, è una notizia importante

10

Sebbene a prima vista questa notizia potrebbe rientrare nella categoria “beh che c’è di nuovo?”, in realtà gli aspetti rilevanti che porta con sé sono parecchi. Ma partiamo dalla notizia, come spesso accade riportata da Phoronix: il progetto GitHub CBL-Mariner è ufficialmente stato rinominato Azure Linux.

Anche tutti gli altri link che in precedenza erano riferiti a CBL-Mariner, dalla scorsa settimana sono tutti stati direzionati verso il brand Azure Linux. Non solo, anche gli stessi binari prodotti non fanno più riferimento alla versione MARINER_VERSION, bensì a AZL_VERSION, come l’ultimo commit immesso nel progetto dimostra.

Ora, perché questa notizia dovrebbe avere una data rilevanza è presto detto. Sebbene infatti avevamo già parlato lo scorso maggio di Azure Linux, il riferimento a CBL-Mariner Linux era sempre rimasto molto chiaro, così come anche il fatto che questa fosse una distribuzione creata appositamente da Microsoft per gli ambiti cloud (prevalentemente, ed ovviamente, Azure, ma non solo).

Il nome “CBL-Mariner” per quanto particolare ha un senso molto logico, deriva infatti dalla combinazione di due elementi:

  1. CBL (Common Base Linux): ad indicare una base comune di componenti di sistema Linux che possono essere utilizzati in modo consistente in diverse situazioni.
  2. Mariner: Questo termine richiama il concetto di navigazione o gestione fluida, sottolineando l’adattabilità e la flessibilità di CBL-Mariner nell’ambiente dei data center e dei servizi cloud.

La realtà dei fatti è però che un nome così particolare abbia consentito inizialmente a Microsoft di giocare a nascondino: chi mai avrebbe potuto collegare, se non dopo una ricerca, un nome simile a Microsoft?

E sta qui l’importanza della notizia. A Microsoft non interessa più nascondersi. L’associazione del nome Azure non lascia spazio ad alcuna interpretazione e potrebbe essere l’inizio di una nuova fase per l’azienda di Redmond all’interno del contesto Linux e del mondo open-source.

Quale sarà questa fase ci piacerebbe saperlo. Fermo restando come magari quelle che stiamo scrivendo siano solo banali speculazioni, più di un segnale lascia intendere come questo sia il primo passo di un processo più ampio.

Vale la pena infine notare come, al momento, sebbene il repository di riferimento per la distribuzione sia diventato https://github.com/microsoft/azurelinux/ questa venga ancora nominata CBL-Mariner in tutto il README.md il che rende, paradossalmente, la cosa ancora più particolare. Ma c’è da scommettere come questi dettagli verranno sistemati nel breve.

Insomma, non si può più dire “chi l’avrebbe mai detto!”, ma ragazzi, scrivere Azure Linux continua a fare un certo effetto…

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

10 risposte a “Il repository Microsoft CBL-Mariner Linux diventa ufficialmente Azure Linux e sì, è una notizia importante”

  1. Avatar Black_Codec

    Beh se anche Windows migrasse a un kernel linux non so se la prenderei come una bella notizia… Onestamente nel mondo unix in generale e linux in particolare si dormono sonni relativamente tranquilli grazie al fatto di essere di nicchia… Ho il terrore delle CVE che fioccherebbero nel caso…

  2. Avatar Raoul Scarazzini

    Dubito fortissimamente che una cosa del genere possa succedere. Principalmente per un aspetto tecnico.
    Avrebbe nettamente più senso organizzare il porting di tutte le applicazioni Windows (Office & C) in Linux.

  3. Avatar Simone
    Simone

    Discorso simile si può fare guardando la crescita dei repository come flathub, dove chiunque (credo) può caricare un software… Già lo snap store di Canonical ha fatto notizia, e non per un buon motivo. Ormai Linux ha finito di essere di nicchia… Speriamo che non diventi un immondezzaio

  4. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Niente di nuovo sotto il sole. La solita strategia EEE di microsoft.

  5. Avatar Black_Codec

    Siamo al 3%? 4%? Cioè più nicchia di così…

  6. Avatar PiErre60
    PiErre60

    Microsoft con questa mossa entra in competizione diretta alla luce del Sole ed a muso duro con Red-Hat (IBM) SuSE, Canonical ed altre Distro per il mercato Server Cloud, Web, etc. cercando di condizionare anche questo mercato imponendo le proprie tecnologie. Non gli basta la grossa fetta che ha già, insomma, secondo me, la solita solfa, nulla di nuovo, cose già viste e riviste.

  7. Avatar floriano
    floriano

    già adesso non sopporto le tecnologie di Redhat, infattida sempre evito come la peste Systemd, Gnome, Wayland, Flatpak e altro che non mi viene in mente (devo trovare alternative pure al pessimo pulseaudio)….. con Microsoft farò lo stesso…

  8. Avatar Capitano Nemo
    Capitano Nemo

    C’è anche chi si fa i film come il tizio qui sotto:
    “windows vuole prendersi linux”, titolone alla the day after tomorrow, troppe seghe.

    https://www.youtube.com/watch?v=AI9g5JRYiyk

  9. Avatar jfv
    jfv

    Speculazione personale: Qualche giorno fà ho ipotizzato che, dato l’interesse di MS a concentrarsi nel Cloud-Computing, è abbastanza verosimile che le future release windows non siano degli O.S., ma dei client per accedere al proprio account su Azure, che potrebbe inoltre prevedere anche un canone mensile.
    Andando oltre, potrebbe portare ad un espansione di PC incentrati ad avere baterie di lunga durata e permanentemente connessi, ad esempio dei netbook con ARM.
    Avremmo il S.O. in cloud, abbiamo le librerie giochi in cloud, molti software hanno versioni cloud (anche solo la suite Office-365), e già in passato si era valutata la possibilità di console di gioco con la principale elaborazione delegata al cloud.

    Non saprei per applicazioni professionali pesanti (video-editing, photo-editing, cad, simulazione), ma anche in quel caso spesso il lavoro e delegato da un client ad un server, quindi potrebbe essere anche il futuro dell’enterprise.

    Cosa comporterebbe per il futuro dell’hw? e della privacy? e del licencing? Credo che il futuro per ora sia di un grigio molto molto scuro per questi aspetti…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *