C’è una guerra in corso nel mondo del CMS open-source WordPress tra Automattic e WP Engine, è giunta l’ora di un fork?

Il blog Mia Mamma Usa Linux, dalla sua fondazione nel 2008, è sempre stato erogato utilizzando il software open-source WordPress. La piattaforma open-source per la creazione di siti web e blog fondata nel 2003 da Matt Mullenweg e Mike Little è sviluppata principalmente dall’azienda Automattic, di cui Mullenweg è uno dei fondatori.

Si stima che più del 40% dei siti internet presenti oggi sul web siano erogati da WordPress, grazie alla sua flessibilità e alla vasta comunità di sviluppatori che lo supportano. Quindi ogni questione, tecnologica e non, che riguarda questo software è certamente da non sottovalutare.

Bene, in questi giorni attorno a WordPress è scoppiata una vera e propria bomba, azionata proprio dal suo fondatore Mullenweg, il quale si è scagliato contro un’altra società, WP Engine, con una serie di scelte drastiche a proposito dell’utilizzo del codice WordPress che stanno facendo, e faranno, discutere tutto il mondo open-source.

Partiamo dall’inizio, raccontando per quanti non lo sapessero cos’è WP Engine. Si tratta di una società di hosting web specializzata nell’ottimizzazione e gestione di siti basati su WordPress (nome, omen, ovviamente). WP Engine non è affiliata direttamente con WordPress o Automattic, ma offre servizi premium di hosting, sicurezza e supporto specificamente per siti costruiti con WordPress. In sintesi, l’intero business di WP Engine è basato WordPress, tanto che il claim dell’azienda recita “Bringing WordPress to the masses“.

Come raccontato dal sito CNBC, il 23 settembre scorso WP Engine si è vista recapitare una lettera definita di “cease and desist” all’interno della quale lo studio legale che rappresenta le società Automattic e WooCommerce (tutte fanno capo a Mullenweg) chiede sostanzialmente di smettere di usare il nome WordPress, di cui sono detentori del copyright, per promuovere il proprio business.

Alla lettera sono seguite svariate prese di posizione ed è emerso dalle parole di Mullenweg come questa drastica scelta sia stata il culmine di infiniti tentativi da parte sua di trovare un accordo a con WP Engine rea, a suo dire, di contribuire poco o nulla nel codice di WordPress. Il dato indicato da Mullenweg riporta 3.786 ore la settimana investite da Automattic su WordPress contro le 47 di WP Engine.

La questione è degenerata in fretta, con accuse reciproche da parte degli attori coinvolti, fino ad arrivare al post intitolato WP Engine is banned from WordPress.org, nel quale Mullenweg annunciava la sospensione dell’accesso alle risorse di WordPress.org nei confronti di WP Engine.

L’esplosione di reazioni a questo punto è stata fragorosa, tanto da portare Mullenweg a dire ai propri dipendenti che a quanti non accettavano questa scelta avrebbe offerto 30 mila dollari o l’equivalente di 6 mesi di stipendio (a secondo di qual ecifra fosse maggiore) come buona uscita.

L’8% dei dipendenti ha optato per l’abbandono, tutti gli altri no.

Ed a proposito di 8% è questa la cifra che è stata richiesta sui guadagni di WP Engine da parte di Mullenweg per continuare a garantire l’accesso che era stato temporaneamente sospeso o, in alternativa, il versamento di quella percentuale nelle buste paga dei dipendenti WP Engine che lavorano sul codice di WordPress.

E questo è lo stato delle cose al momento: nessun accordo pare essere stato raggiunto.

La notizia è rilevante, oltre che per il valore in sé della tecnologia WordPress, anche e soprattutto per via del fatto che apre un nuovo capitolo nella diatriba che stiamo seguendo a proposito delle tecnologie che sono open-source e che i creatori decidono di chiudere quando vedono che altri si impossessano del loro lavoro e ci lucrano sopra. L’ultimo capitolo dei quali abbiamo raccontato qui.

La questione stavolta è qualcosa di inedito, poiché è di copyright che si parla, non tanto del codice in sé che, del resto, al momento rimane open-source. Come finirà? Come suggerisce David Heinemeir Hansson nel suo articolo Automattic is doing open source dirty, ossia con un fork di WordPress che verrà sviluppato da WP Engine?

Di fatto Automattic e WP Engine sono due aziende concorrenti, mentre WordPress è una tecnologia open-source.

E chi si occupa in genere di queste cose?

Negli uffici della Linux Foundation intanto… Qualcuno si è alzato di colpo dalla sedia e sta dicendo agli altri: OpenBao ce l’abbiamo già… OpenTofu pure… Vediamo… Ce l’ho: WokPress. Ed il logo è già rotondo come una padella, è perfetto!

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

31 risposte a “C’è una guerra in corso nel mondo del CMS open-source WordPress tra Automattic e WP Engine, è giunta l’ora di un fork?”

  1. Avatar BlaBla
    BlaBla

    Pere fanno bene ! chi vive e prospera grazie a software opensource moralmente deve contribuire allo sviluppo del software che gli dà mangiare, o con codice o con soldi. I parassiti meritano di essere allontanati

  2. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Concordo… Wp Engine, ha fatto i soldi sulle spalle di WordPress… che almeno contribuisca in qualcosa.
    Secondo me si dovrebbe ripensare ad una variazione delle licenze open/free etc. nel senso di introdurre una sorta di compensazione in denaro o contributo in sviluppo, quando una società a scopo di lucro, raggiunge una certa dimensione di fatturato quando basi parte o tutto il business in un dato codice free/open

  3. Avatar BlaBla
    BlaBla

    a parte che se la voglia di fare della fatica a sviluppare è quella dimostrata c'è da domandarsi se poi saranno in grado di gestire un fork..

  4. Avatar Raoul Scarazzini

    E come la mettiamo con il fatto che WordPress è una tecnologia open-source distribuita in GPLv2?
    Io penso che per quanto dettata dalla frustrazione la scelta di Mullenweg sia concorrenza sleale. WP Engine in termini di servizi è un'azienda concorrente rispetto ad Automattic, ed è inutile girarci attorno, la richiesta di quell'8% è tutta lì. Tant'è che la disputa non è sul codice (e cmq WP Engine ha smentito che il suo contributo sia solamente quello indicato da Mullenweg), ma sul copyright.
    È business, non è etica.

  5. Avatar BlaBla
    BlaBla

    a me pare che la battaglia sia sul nome "Wordpress" che sarà un nome registrato.

  6. Avatar Raoul Scarazzini

    È quello che ho scritto, il problema è il copyright, non c'entra nulla il codice. Ai contributi si è appellato Mullenweg per giustificare la politica aggressiva che ha adottato aziendalmente.

  7. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    al di la del sorgente come fanno ad usare la parola WordPress senza autorizzazione ?

  8. Avatar Raoul Scarazzini

    Tecnicamente usano WP, non WordPress. Poi son d'accordo che è una farsa, ma tant'è, il marchio registrato è WordPress e non WP. Loro dicono che sono la migliore piattaforma per WordPress. Del resto è quello che accade con tutte le distro Linux (che è un marchio registrato): Red Hat Enterprise Linux, Ubuntu Linux, etc…

  9. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    nell’homepage di wp engine la parola “wordpress” è presente 56 volte

  10. Avatar Raoul Scarazzini

    Non penso che sia una questione di numeri. Nella homepage di Red Hat la parola Linux appare 7 volte, in quella di Ubuntu, 8. Ma è davvero questo che conta? È palese come il business di WP Engine sia basato su WordPress, ed infatti è una questione di soldi, non di nomi. WP Engine porta via fette di mercato a Automattic, la quale usa gli strumenti che ha per combattere la cosa.

  11. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    legalmente parlando è questo quello che conta. se il marchio “linux” è della linux foundation, per poterlo usare serve la loro autorizzazione. nel caso di RH e canonical finanziando direttamente la LF non penso sia un problema

    sarebbe difficile per WP Engine fare business su wordpress senza poterlo nominare, no ?

  12. Avatar Raoul Scarazzini

    "Non penso sia un problema" è una tua supposizione, magari non pensavano fosse un problema neanche quelli di WP Engine…
    Per come sono le regole oggi, a WP Engine basterebbe creare un fork chiamato Wokpress e fare cherry-pick dei commit ogni giorno.
    Ma non lo fa.
    Sia chiaro poi: io non sto difendendo WP Engine o Automattic, a me interessa solo la coerenza, che in questo caso non mi sembra ci sia (l'articolo di Hansson https://world.hey.com/dhh/automattic-is-doing-open-source-dirty-b95cf128 è molto illuminante in questo senso).

  13. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    ho letto l’articolo e continuo ad essere a favore di Automattic. il mondo dell’open source non si regge sull’anarchia ma sul concetto di copyleft. allargando il concetto al massimo possiamo dire che il sorgente è a disposizione ma devi comunque rispettare delle condizioni.
    con il fork Wokpress eviterebbero i problemi legati al marchio wordpress ma dubito che su google cercando wordpress uscrirebbe wp engine.

    comunque è bello avere delle idee spesso opposte anche essendo entrambi appassionati della stessa identica cosa 🙂

  14. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    per me è il contrario ha usato l'unica cosa legale che aveva per contrastare la politica predatoria di wp engine

  15. Avatar Raoul Scarazzini

    Senza ombra di dubbio. Oltretutto non posso dire di essere totalmente in disaccordo con quanto affermi. Il tuo punto di vista è sensato.
    Io però sono piuttosto "Torvaldsiano" sul tema: penso che quando sviluppi qualcosa come open-source, devi smettere di preoccuparti di cosa verrà fatto del tuo codice. È la ragione per cui i miei vari progetti KPA ( https://github.com/mmul-it/kpa ) in primis, ma anche gli altri come Kubelab ( https://github.com/mmul-it/kubelab ) son tutti con licenza MIT.
    Per quello che dico come qui la cosa sia solo una questione di business e di concorrenza…

  16. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    un conto è usare il tuo codice un conto è usare il tuo nome e spacciarsi per te.

    wp engine ha proprio un carattere predatorio, fai un confronto con l’hosting wordpress di aruba

  17. Avatar Raoul Scarazzini

    Esatto, vedi quindi che è una questione di business e non di codice?
    Wordpress è una tecnologia, non un'azienda.
    Se avesse usato il nome Automattic avresti avuto ragione al 100%, ma quelli di WP Engine stanno "semplicemente" dicendo che loro fanno il meglio per WordPress.
    Tra l'altro è interessante leggere molte delle affermazioni delle persone coinvolte (tipo un amico di Mullenweg) che pensavano WP Engine e WordPress fossero la stessa cosa.

  18. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    “pensavano WP Engine e WordPress fossero la stessa cosa”

    il problema è proprio questo: wp engine ha come business model quello di far sembrare di essere la parte business ufficiale di wordpress e non un azienda esterna

    il nome stesso wp engine, letteralmente significa: “il motore di wordpress” o quasi

  19. Avatar Raoul Scarazzini

    Perfetto, abbiamo trovato una linea comune. Da qui una domanda: perché, se la società WP Engine è stata fondata nel 2010, da WordPress si son svegliati solo ora? E come la mettiamo con tutti le altre aziende, gli altri servizi, gli altri professionisti che nei loro prodotti hanno WP o WordPress nel nome? Ho fatto una ricerca e ce ne sono tantissimi.
    La risposta, e spero concorderai, è che gli altri sono pesci piccoli, mentre WP Engine toglie una grossa fetta di mercato.
    Quindi, va benissimo riflettere sull'etica, ma non raccontiamocela: il nemico è WP Engine solo perché sono molto abili (forse più di Automattic) a far soldi con WordPress.

  20. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    non saprei a livello di fatturato tra wpengine e automattic come è il rapporto.

    perchè si sono svegliati solo ora? non lo so. non conosco tutta la storia. non so da quanto tempo va avanti, da quanto leggo sembra che abbiano provato prima ad una contrattazione amichevole.

    per quanto riguarda gli altri non conosco nessun altro sito che invece di presentarsi come un professionista che usa wordpress, finge di essere wordpress.

    inoltre se vuoi prendertela con qualcuno inizi dal pesce grosso e non dai piccoli no ?

  21. Avatar Raoul Scarazzini

    Assolutamente. Cmq la contrattazione all'8% del fatturato mi pare poco amichevole 😀

  22. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    sarebbe da vedere automattic quanto ci mette.

    un sistema simil linux foundation sarebbe l’ideale ma non mi sembra che nessuno dei 2 sia interessato

  23. Avatar Marco Marcoaldi

    Il discorso è un pelettino più complicato e verte principalmente sul concetto di "Fair Use", contemplato in tutti sistemi legislativi del mondo ed in modo più pronunciato in quello Statunitense, che come ben sappiamo è basato su un sistema Common Law a matrice anglosassione, rispetto al Civil Law italiano ad esempio.

    Senza entrare troppo nel tecnico, basti pensare che un sistema Common Law gode del concetto di precedente forte, e che le sentenze fanno legge. Diversamente in un sistema Civil Law, le sentenze sono al massimo un'orientamento ma non fanno precedente forte, e pertanto puoi trovare sentenze che sono opposte a quelle che magari sono le ultime della Cassazione, e a volte la Cassazione stessa torna sui suoi passi. In parole povere in italia (e più genericamente nei sistemi Civil Law) i giudici si rifanno alle leggi più che ai precedenti.

    Il "fair use" (in italiano "uso corretto") è un principio giuridico, principalmente applicato nel diritto statunitense, che permette l'uso limitato di materiale protetto da copyright senza richiedere l'autorizzazione del titolare dei diritti. In particolare, questo principio è applicato quando l'uso serve a scopi come il commento, la critica, l'insegnamento, la ricerca o la parodia. Tuttavia, l'uso non deve danneggiare in modo significativo il mercato del materiale originale o sostituirne il valore commerciale. In contesti diversi, il concetto di uso lecito si applica anche ai marchi (ad esempio, quando un marchio è utilizzato per descrivere un prodotto compatibile).

    Supponiamo che un'azienda che produce spazzole per tergicristalli compatibili con la Fiat Panda voglia indicare che il loro prodotto funziona con i modelli di auto Fiat. Possono fare riferimento al marchio Fiat nel loro materiale pubblicitario o packaging, ma solo per descrivere la compatibilità del loro prodotto, senza dare l'impressione che siano affiliati con Fiat o che il loro prodotto sia ufficialmente approvato da Fiat.

    In altre parole, possono dire qualcosa del tipo: "Spazzole tergicristallo compatibili con Fiat Panda", ma non potrebbero usare il logo Fiat o suggerire che Fiat promuova o raccomandi le loro spazzole senza autorizzazione. Questa è considerata una forma di uso descrittivo o uso nominativo del marchio, un tipo di "fair use" dei marchi in contesti commerciali.

    Ciò consente ai consumatori di comprendere chiaramente che il prodotto funziona con la loro auto, pur proteggendo il marchio dall'essere indebitamente sfruttato o confuso con un'associazione ufficiale.

  24. Avatar Marco Marcoaldi

    Credo che dovresti rivedere la licenza GPL v2. In alcune affermazioni sembra che non abbia ben chiaro i limiti che essa conceda.

  25. Avatar Marco Marcoaldi

    Fair Use. La legge lo consente.

  26. Avatar Marco Marcoaldi

    Non esiste alcun obbligo. La GPL v2 non prevede nulla di tutto ciò e WP Engine giustamente rispetta la licenza. Qui non si parla di "Etica e Moralia" ma di licenze commerciali.

  27. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    esattamente. e non mi sembra proprio che il concetto di fair use sia applicabile a wp engine

  28. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    cosa centra la gpl2 con l’uso del marchio?

  29. Avatar Marco Marcoaldi

    Il marchio non è stato usato. Citare un marchio ed usare un marchio è un altro paio di maniche. Ti consiglio di studiare come funziona il Fair Use negli usa e leggere sentenze simili. Stai facendo una fatica immensa per quadrare un cerchio.

  30. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    è la mia opinione. non sta a me fare sentenze. vedremo cosa dicono

  31. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Infatti é questo che dico. Visto che troppi ne hanno approffitato, forse é tempo di introdurre una qualche forma di compensazione quando ne derivassero (tanti) soldi di guadagno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *