
Open Invention Network, OIN, istituzione di cui abbiamo parlato moltissimo nel passato nata per tutelare i progetti open-source dai Troll di brevetti, una delle peggiori piaghe dell’open-source, compie 20 anni!
Il traguardo viene giustamente celebrato in pompa magna sul sito ufficiale dell’istituzione attraverso il logo che trovate in apertura di questo articolo, ed a pieno titolo. OIN dal 2005 è stata l’unica istituzione al mondo dedicata a proteggere l’innovazione open-source dagli attacchi di brevetto e da costosi contenziosi causati da quanti credono che l’open-source sia campo fertile per speculatori senza scrupoli.
Le origini della Open Invention Network risalgono a un periodo turbolento per l’open-source, quando a metà degli anni 2000, Linux si trovava ad affrontare minacce molto serie legate a cause legali su copyright e brevetti. In particolare, la causa intentata da SCO e le dichiarazioni di Microsoft, secondo cui Linux violava centinaia di suoi brevetti, gettarono un’ombra sull’intero ecosistema.
Se il tempo ha dato ragione in tutto e per tutto all’open-source, come raccontavamo in questa lunga retrospettiva del 2023, a metà degli anni duemila le aziende erano profondamente preoccupate in merito agli attacchi di SCO.
Anche se questi si affievolirono col tempo (e la parola fine è stata scritta, in un certo senso, con la dipartita dell’allora CEO di SCO avvenuta nel novembre dello scorso anno) crebbe l’aggressività dei cosiddetti “Patent Troll” – ufficialmente noti come Patent Assertion Entities (PAE).
Fu così che alcuni colossi dell’industria favorevoli all’open source, tra cui IBM, Novell, Philips, Red Hat e Sony, si unirono per fondare la Open Invention Network (OIN), con l’obiettivo di creare una barriera di protezione contro le minacce legate ai brevetti che colpivano Linux e le tecnologie open source.
Oggi la OIN è diventata una comunità globale con oltre 4.000 membri, che spaziano da startup a multinazionali, e che insieme detengono più di tre milioni tra brevetti concessi e domande di brevetto.
Il fulcro della strategia legale di OIN, come aiuta a ricordare questo articolo di ZDNet, è un accordo di cross-licensing gratuito: i membri (in costante crescita) si impegnano a non far valere i propri brevetti contro il sistema Linux. Questo crea un effetto di rete molto potente che protegge i progetti open source dalle cause legali.
Come ha spiegato Keith Bergelt, CEO di OIN, questo modello permette una partecipazione ampia, grazie alla riduzione dei rischi legati ai brevetti nelle tecnologie open source più importanti, favorendone così l’adozione. Questo approccio ha funzionato allora e continua a funzionare ancora oggi.
Nel tempo, la missione di OIN si è estesa oltre Linux, includendo un’ampia gamma di tecnologie open-source. La definizione del “sistema Linux”, che stabilisce il perimetro del cross-licensing, è passata da pochi pacchetti fondamentali a oltre 4.500 componenti software e piattaforme, tra cui Android, Apache, Kubernetes e ChromeOS.
Considerato quanto l’open-source sia ormai alla base di settori chiave come finanza, automotive, telecomunicazioni e intelligenza artificiale, si fa in fretta a capire come tutti dovrebbero essere grati e felici del fatto che la Open Invention Network sia viva, attiva e faccia dormire sonni tranquilli a tutti.
Tranne i Troll di brevetti, ovviamente.
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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