
L’annuncio della nuova release 3.0 di OpenSearch, fork di Elasticsearch, riporta all’attualità il tema relativo allo stato di salute dei progetti nati in seguito ai cambi di licenza da parte delle aziende che li avevano inizialmente distribuiti in modalità open-source.
È un tema caldo, infatti solamente qualche giorno fa abbiamo raccontato del nuovo cambio di idea da parte di Redis a proposito della licenza, che ora è di nuovo open-source, e lo avevamo collegato ad una prosecuzione di quanto avviato da Elastic, la quale è stata la prima (di quella che sarà sicuramente una lunga lista di aziende che la seguiranno) a prendere questa decisione.
Ora, se vi ricordate, quando abbiamo raccontato del ritorno all’open di Elastic avevamo cercato ed ascoltato le motivazioni. La principale è stata: Elasticsearch ed OpenSearch sono ormai due prodotti distinti, quindi ci sentiamo nuovamente tutelati per utilizzare nuovamente una licenza open-source.
È interessante quindi notare come le cose si sono evolute da allora.
OpenSearch è diventato parte della “famiglia” (e mai termine fu più azzeccato) della Linux Foundation, ed ha continuato le proprie evoluzioni tanto da riuscire a produrre, per l’appunto, la versione 3.0 del software che, come racconta Dev Class, porta numerosissime migliorie, tra cui:
- Supporto sperimentale al vector indexing mediante GPU, che secondo i dati accelera la creazione di indici di quasi 10 volte.
- Supporto al Model Context Protocol (e non potrebbe essere altrimenti, essendo la buzzword del momento).
- Modernizzazione del codice Java alla base del progetto.
Ora, sarebbe facile chiudere la notizia dicendo semplicemente che c’è una nuova release disponibile, ma come scrivevo in apertura, la questione è un pretesto per chiedersi a chi sia giovata la mossa, e successiva contromossa, di Elastic.
È la stessa domanda che ci siamo posti con Redis pochi giorni fa, e probabilmente continueremo a farci di fronte a notizie simili.
Ci sono tre entità in gioco: l’azienda Elastic, il concorrente OpenSearch e gli utenti.
Il cambio ha giovato all’azienda Elastic? Probabilmente sì. In quanto è riuscita a scremare, per così dire, i propri clienti enterprise ed a sistemare i propri conti, i quali però non sono pubblici e quindi tutto rimane nel contesto della speculazione. Va detto poi che anche per questo software gli sviluppi procedono spediti come sempre (vedi la pubblicazione delle nuove versioni 9.0/8.18 in aprile).
Il cambio ha giovato al progetto OpenSearch (e quindi ad AWS in primis che ne ha guidato l’affermazione insieme alla Linux Foundation)? Vedendo come stanno procedendo le cose, si direbbe certamente sì. Non è un software banale quello che vettorializza gli indici, ed il fatto che nuove release vengano costantemente prodotte rimane l’attestazione della bontà del lavoro fatto. Inoltre AWS oggi non deve più nulla a nessuno, né legalmente, né moralmente. È tutta, se vogliamo, “farina del suo sacco”.
Arriviamo infine agli utenti: chi sta usando Elasticsearch? Chi OpenSearch? Chi ha cambiato da una parte o dall’altra? Non ci sono numeri attendibili da analizzare ed è quindi impossibile rispondere in maniera coerente. Solo numeri alla mano sarà possibile stabilire il successo dell’una o dell’altra soluzione, ma certamente il mercato è in questo senso più frammentato.
Viene però da chiedersi: è un male? Non è forse il principio alla base dell’open-source quello di fornire un ventaglio di scelte per raggiungere lo stesso obiettivo?
Si può quindi concludere che alla fine ne hanno giovato tutti di questa vicenda? Forse sì, ma allora perché ogni articolo che si legge in merito porta con sé una ventata di amarezza latente che emerge sempre con molta chiarezza?
Sarà mica che questa storia dell’open-source sta diventando un bluff?
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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