Slack lascia a piedi Kubernetes: l’open-source sta perdendo gli sponsor?

È più o meno dall’inizio dell’anno che stiamo riportando di progetti open-source che perdono sponsor, ma lo abbiamo fatto finora con una certa serenità. Infatti sia Alpine Linux che il progetto Xorg facevano capo ad uno sponsor storico, Equinix, che ad un certo punto ha chiuso i rubinetti delle donazioni.

Ci sta, si era detto, “business is business” e le donazioni non vanno mai date per scontate.

Oggi però raccontiamo di un altro progetto che deve trovare una nuova casa per le comunicazioni interne alla community, nientemeno che Kubernetes. Da ormai dieci anni gli sviluppatori della piattaforma di orchestrazione di container più famosa utilizzavano Slack come strumento collaborativo principale, che donava l’utilizzo Enterprise della propria piattaforma.

Qualcosa però è cambiato. In un post pubblicato sul Blog di Kubernetes viene annunciato come, a partire dal 20 giugno, lo status speciale del progetto su Slack cambierà nel più normale, e limitato Standard.

La motivazione, manco a dirlo, è economica e viene accettata senza troppi problemi dal progetto, ben grato di quanto avuto sinora:

For the last decade, Slack has supported our project with a free customized enterprise account. They have let us know that they can no longer do so, particularly since our Slack is one of the largest and more active ones on the platform. As such, they will be downgrading it to a standard free Slack while we decide on, and implement, other options.

Nell’ultimo decennio, Slack ha supportato il nostro progetto con un account enterprise personalizzato gratuito. Ci hanno fatto sapere che non possono più farlo, soprattutto perché il nostro Slack è uno dei più grandi e attivi sulla piattaforma. In quanto tali, lo declasseranno a una Slack gratuita standard mentre decidiamo e implementiamo altre opzioni.

Del resto la community Kubernetes è davvero ampissima, migliaia di sviluppatori che ogni giorno condividono opinioni, contenuti, porzioni di lavoro, il tutto con una retention altissima (è il motivo per cui la versione enterprise di Slack si paga, e tanto).

Passare alla standard significherà per il progetto solamente 90 giorni di storico, numerose disabilitazioni di applicazioni e workflow che ruotano intorno allo strumento, vedi ad esempio l’interazione con issue, release, annunci e via dicendo.

L’alternativa che la CNCF sta valutando è quella di passare a Discord, che offrirebbe altri vantaggi in termini di integrazioni con strumenti terzi, ma ovviamente è tutto in fase decisionale, tanto che esiste una pagina di FAQ, le discussioni sulla kubernetes-dev mailing list e il canale #announcements proprio su Slack.

Speriamo che questa notizia non rappresenti l’affermarsi di un trend poiché se, come citavamo in apertura, la questione inizialmente riguardava solo la singola azienda Equinix e dei software, tutto sommato, secondari, qui si sta parlando di uno dei principali progetti open-source del mondo che costa sì mantenere, ma offre una visibilità enorme.

Speriamo non sia così, ma la sensazione è che stia cambiando il vento e la modalità con cui gli sponsor si prenderanno cura dei software open-source.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

7 risposte a “Slack lascia a piedi Kubernetes: l’open-source sta perdendo gli sponsor?”

  1. Avatar All'occhio del Frank YouTube

    L'open source diventa sempre più puro business e meno attivismo, passione ed iniziative personali, anche se ancora ci sono.
    Normale che si creino problemi diversi relativi all'essere un business appunto e anche alle dimensioni mastodontiche dei progetti che richiedono risorse economiche ingenti. Anche qui pari a un business. Per non parlare della coordinazione, gestione, amministrazione, direzionalità del progetto di cosa fare e cosa no ecc. Come detto un business.
    Quasi finita l'epoca del programmatore singolo o gruppetto che tira su da solo un pregetto usato poi da migliaia di server se non milioni. Ora se un qualcosa diventa rilevante va poi quasi per forza strutturato ma per strutturarlo servono risorse e le risorse costano!

  2. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    E si, purtroppo temo siano finiti i tempi eroici dell'opensource degli anni '90 primi '00
    Oramai i progetti stanno diventanto grossi, anche se vengono iniziati da qualche brillante programmatore singolo, poi per essere portati avanti, richiedono più persone e quindi più risorse.
    Anche perchè oggi l'opensource viene usato in ambienti produttivi e enterprise, mentre all'inizio erano solo un contorno.
    Sicuramente resterà spazio anche per il singolo, ma se un progetto dovesse diventare visibile ed usato in milioni di istanze, saranno per forza necessarie altre "braccia"….

  3. Avatar Raoul Scarazzini

    C'è poi il caso specifico di Kubernetes che, come faceva notare qualcuno su Linkedin, sulla carta in teoria avrebbe tutti i fondi per gestirsi autonomamente le cose (visto quanto costa diventare parte della CNCF), ma è ovvio che il discorso qui vale solo per Kubernetes e non per progetti come Alpine o Xorg…

  4. Avatar Raoul Scarazzini

    Sì, per questo forse bisognerebbe concentrarsi di più su proposte come il post open di Bruce Perens, che va a toccare proprio questi aspetti, ma è ancora troppo acerbo nella sua definizione.

  5. Avatar All'occhio del Frank YouTube

    Certamente ci vuole un modo per uscirne o così crolla tutto!
    Il punto di riflessione è: come si faceva prima? Perché oggi non si riesce più?
    E ricordiamo che prima include anche Unix e licenze libere sul software in generale, non solo la GPL.
    il kernel Linux stesso è nato da una sola persona e proseguito per parecchio e senza soldi o sponsorizzazioni.
    SSH, i software GNU fatti per lo più da stallman, cups, così come altre cose cruciali tutt'ora, fatte senza la necessità di risorse economiche particolari o di strutture di sviluppo e coordinazione fortemente centralizzato. Con oggi server annessi per reggere la stessa struttura di sviluppo, prima non necessari pare . Un cane che si morde la coda!

  6. Avatar Raoul Scarazzini

    Non penso che crollerà tutto, ma certamente il paradigma cambierà, non credo in maniera repentina, ma certamente lo farà.
    A proposito di "come si faceva prima" in realtà io credo le cose fossero molto simili, ma meno visibili. Oggi basta un blog post ed il mio articolo appare quasi istantaneamente, ai tempi dei newsgroup il ritmo era certamente meno frenetico. Forse sto divagando troppo, ma a me l'idea che Kubernetes butta fuori una release ogni 4 mesi mi lascia sempre basito.

  7. Avatar Autodelta85
    Autodelta85

    Semplice: Stallman e i talebani della sua taglia MAI e dico MAI si sarebbero appoggiati ad uno strumento closed-source e commerciale come Slack, punto e fine della storia.
    Appoggiarsi oggi a Equinix piuttosto che a Slack vuole dire che prima o poi queste aziende "potrebbero" tagliarti le gambe e azzopparti: è un loro pieno diritto farlo in quanto sponsorizzazioni/donazioni sono appunto volontarie e non danno certezza di continuità come potrebbe fare un contratto commerciale con tanto di penali e riferimenti di legge.

    E' inutile piangere o lamentarsi in memoria dei tempi andati, probabilmente a tanti paladini dell' Open Source, alla fine, fa molto comodo appoggiarsi a strumenti/piattaforme professionali closed-source a pagamento….cosa che ripeto 20/30 anni a non sarebbe mai accaduto, magari usavano mIRC piuttosto o qualche strumento uscito dalle cantine degli anni '80 ma uno Stallman che usa Slack….pfff 😀

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *