Il Fondo Sovrano Tecnologico può diventare realtà europea, motore per l’open-source e la sovranità digitale

Abbiamo parlato spesso qui sul portale, sempre con una certa sorpresa, degli investimenti del Fondo Sovrano Tecnologico tedesco, che dal 2022 ha già sostenuto con cifre molto importanti progetti come FFmpeg, FreeBSD e SAMBA, lanciando nel frattempo anche un programma di fellowship per i maintainer dell’open source.

Con sorpresa dicevamo, perché ci è sempre sembrato troppo bello per essere vero riscontrare concretamente l’impegno a favore del software open-source da parte di uno stato, ma anche con estremo interesse, tanto da arrivare a chiederci perché altrove non si potesse applicare lo stesso modello.

Credeteci o meno, quel momento pare arrivato.

Esiste una proposta con un piano concreto per sostenere l’infrastruttura digitale aperta. Il documento pubblicato da OpenForum Europe dal titolo Funding Europe’s Open Digital Infrastructure propone l’istituzione di un EU Sovereign Tech Fund (EU-STF): un fondo europeo sovrano per finanziare la manutenzione, la sicurezza e l’evoluzione dei progetti open source fondamentali per la nostra società digitale.

Il documento – frutto del lavoro congiunto di OpenForum Europe, Fraunhofer ISI e l’Istituto Universitario Europeo – non è solo una proposta accademica. I firmatari del rapporto, tra cui Felix Reda, Carsten Schwäbe, Thomas Streinz, Jennifer Tridgell e Astor Nummelin Carlberg, sono esperti riconosciuti nel panorama della policy open source e del diritto digitale.

E il progetto è stato sostenuto anche da attori del settore privato come il Digital Infrastructure Insights Fund e GitHub, e qualcuno, come Gareth Halfacree di The Register, si è chiesto perché un’entità commerciale come GitHub, che ha alle spalle un colosso quale Microsoft che la possiede, reclami fondi. Pensandoci però, per quanto si è visto sinora riguardo al Fondo Sovrano Tecnologico tedesco, a beneficiare degli stessi sono i progetti stessi e questo, almeno per quanto ci riguarda, è quello che conta.

Ma non è tutto: il documento ha raccolto contributi e sostegno da enti come la Commissione Europea (DG-CNECT), l’Agenzia per la Cybersecurity Europea (ENISA), il Bundesamt für Sicherheit in der Informationstechnik (BSI, ossia l’ufficio Federale per la Sicurezza Informatica della Germania) tedesco, oltre che aziende come Mercedes-Benz, SAP, Ericsson, Microsoft e Siemens e fondazioni come NLnet, Open Source Technology Improvement Fund, Open Technology Fund e Prototype Fund.

A tutti questi progetti si aggiunge curl, ragione per cui siamo riusciti ad intercettare questo documento, grazie ad un articolo di Daniel Stenberg.

L’idea di fondo della proposta è semplice ma potentissima: creare un fondo europeo con un budget iniziale di almeno 350 milioni di euro su sette anni, per garantire il supporto a quelle tecnologie aperte che costituiscono la colonna portante del software moderno. Librerie, tool, framework… tutti quei componenti che tutti usano, ma che pochi contribuiscono a mantenere.

Il documento collega direttamente la sovranità digitale europea alla capacità di investire strategicamente in open-source e specifica, visto che evidentemente ce n’è bisogno, come senza interventi pubblici, interi settori industriali rischiano di poggiare su componenti critiche non mantenute, con impatti sulla sicurezza e sulla capacità dell’Europa di essere digitalmente indipendente.

L’esperienza tedesca – come dimostrano i casi che abbiamo già raccontato – ha aperto una strada che l’Europa può (e dovrebbe) seguire. Pian piano si sta uscendo dall’utopia e dallo stupore che le prime notizie che abbiamo raccontato sul tema destavano.

Ci sono modelli concreti di implementazione, non solo parole, e chissà che il vento non stia cambiando davvero.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

4 risposte a “Il Fondo Sovrano Tecnologico può diventare realtà europea, motore per l’open-source e la sovranità digitale”

  1. Avatar amedeo lanza
    amedeo lanza

    Ho letto in questi giorni che l'applicazione Android per la verifica dell'età (mi sembra in Francia) è open source e allineata alla sovranità digitale. Peccato che l'autenticazione sia basata su GooglePlayServices.

  2. Avatar Giok
    Giok

    Eppur si muove…

  3. Avatar Raoul Scarazzini

    Un passo alla volta…

  4. Avatar Giacomo Perin
    Giacomo Perin

    Una volta i sovranisti erano i cattivi….

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