La definizione di Open Source AI non ha portato ancora nulla di concreto, almeno secondo Perens e Brock

Quando lo scorso maggio abbiamo raccontato del profondo momento di crisi che sta attraversando la Open Source Initiative (OSI), siamo partiti dalla definizione di open-source AI (OSAID, Open Source Artificial Intelligence Definition) e da tutti quei temi legati alla rilevanza che questa aveva nelle intenzioni, che però poco riscontro hanno avuto nella realtà.

Diversi mesi dopo le cose non sembrano essere migliorate.

Prima di scendere nei dettagli è sempre bene però fare una importante precisazione: quello dell’AI è un tema complesso e dalle mille sfaccettature. Una tematica su cui tutti si stanno interrogando e su cui l’OSI ha voluto (e in un certo senso dovuto) prendere una posizione per quanto le competeva e, va detto, quella pubblicata è stata la versione 1.0. Come a dire che il cartello “lavori in corso” è ancora appeso.

Detto questo.

Che Bruce Perens non fosse convinto della OSAID era cosa ben nota, anche se in realtà pare poco convinto in generale dell’OSI, ma in questo articolo di Foss Force, alla voce del fondatore della Open Source Initiative si è aggiunta anche Amanda Brock, anche lei ex OSI e attualmente CEO dell’azienda OpenUK.

Entrambi convinti del fatto che sia quantomai necessaria una presa di posizione in questo senso hanno però, con diverse affermazioni, espresso disaccordo con la strada che al momento OSI ha scelto di percorrere. Dice la Brock:

I recently saw a report sponsored by Meta in which the authors created their own definition of open source AI and of open source software, this simply wouldn’t be happening if we hadn’t opened an unnecessary can of worms with the OSAID.

Ho recentemente visto un rapporto sponsorizzato da Meta in cui gli autori hanno creato una loro definizione di intelligenza artificiale open source e di software open source; questo semplicemente non sarebbe successo se non avessimo aperto un vaso di Pandora inutile con l’OSAID.

Gli ha fatto poi eco Perens:

The problem before the Open Source AI Definition was openwashing, saying that something was open source when it was not, they hoped that an AI-specific definition would reduce openwashing. If you look at the OSI’s own anniversary report, the problem now that the definition is a year old, is… openwashing.

Il problema, prima della definizione di Open Source AI, era l’openwashing, ovvero dire che qualcosa era open source quando in realtà non lo era. Si sperava che una definizione specifica per l’IA potesse ridurre l’openwashing. Ma se guardi il rapporto per l’anniversario della stessa OSI, il problema, ora che la definizione ha un anno, è… l’openwashing.

Brock e Perens in sostanza rilevano il problema, ma non pensano che la OSAID ne possa essere la soluzione.

Va anche aggiunto come – ad onor del vero – non pare di leggere dalle loro affermazioni proposte diverse. Se per la Brock la soluzione pare in un certo senso essere smettere di preoccuparsi della questione (OSAID secondo lei ha portato solo confusione, e l’originale definizione di open-source era sufficiente per coprire anche l’AI), per Perens le cose vanno ripensate dal principio, ed è lì che si colloca la sua proposta denominata Post Open di cui abbiamo parlato in passato.

Triste rilevare ancora una volta come sia tutta una questione di Hype. L’attenzione del mondo è tutta verso l’AI, senza pensare che nello stesso mondo qualcuno ha chiesto a Collabora e LibreOffice perché le scuole ancora utilizzano la suite Google o Microsoft, e non è riuscito ad ottenere una risposta.

Su questi temi, purtroppo, nessuno pare porsi il problema.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

2 risposte a “La definizione di Open Source AI non ha portato ancora nulla di concreto, almeno secondo Perens e Brock”

  1. Avatar far5893
    far5893

    Raccolta dati e addestramento sono per adesso totalmente FUORI dalla portata di medie organizzazioni figuriamoci i privati, e' come chiedere all epoca che il SW di un ENIAC o un UNIVAC I fossero opensource, poi ce ci fai ?!!

  2. Avatar Raoul Scarazzini

    La questione è un attimo diversa per la natura stessa degli LLM. Quello che fa (o sta cercando di fare) l'open-source AI definition è stabilire dei parametri che consentano la riproducibilità della creazione dei modelli.

    Il problema è che non essendo un circuito stampato o il risultato di un codice sorgente qui la situazione cambia: anche volendo, nessuno potrebbe dire cosa c'è dentro un LLM, quindi tutto parte dalla fine, dal risultato.

    Sono i presupposti a rendere complicata la situazione.

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