
Btrfs è un filesystem Copy-on-Write (CoW), una tecnica che prevede, quando i dati vengono modificati, che questi non vengano sovrascritti dove si trovano, ma in una nuova posizione, aggiornando i metadati del file in modo che puntino al nuovo blocco.
Btrfs è nato nel 2007, e dal 2013 è considerato stabile all’interno del Kernel Linux. Ha funzionalità avanzate di gestione dei guasti, la loro riparazione, è facile da amministrare e, tra le altre cose, fornisce snapshotting e compressione.
Insomma, è un filesystem davvero maturo che non millanta stabilità ancora tutte da accertare, come altri suoi colleghi.
Nell’ormai lontano 2017, come raccontavamo nell’articolo che annunciava l’uscita di RHEL 7.4, Red Hat aveva abbandonato il filesystem Btrfs. A suo tempo, la società di Raleigh non riteneva infatti sufficientemente affidabile questo filesystem da essere incluso in Red Hat Enterprise Linux.
È bene ricordare in questi casi come qualsiasi componente venga data per funzionante, poi vada anche supportata. Questo significa che se un cliente – pagante una subscription – dovesse scegliere di adottare il filesystem nella sua infrastruttura, sarebbe Red Hat a doverne rispondere in caso di problemi.
Evidentemente, i calcoli fatti a suo tempo e la poca oggettiva richiesta a proposito di questa tecnologia, hanno fatto pendere l’ago della bilancia in favore della discontinuità di Btrfs. Gli utenti che avessero voluto utilizzare, in forma supportata, il filesystem, avrebbero dovuto propendere per un’altra soluzione, come SUSE Enterprise Server (che nella release 12 supportava Btrfs).
Nel frattempo però, quasi dieci anni dopo, qualcosa è cambiato.
Lo scorso 21 ottobre il progetto AlmaLinux ha annunciato il supporto a Btrfs in AlmaLinux OS 10.1, il cui programma di installazione consente già di selezionare il Btrfs:

Pertanto, quanti volessero continuare ad utilizzare una distribuzione RHEL based ed al contempo sfruttare anche il filesystem Btrfs, da oggi hanno un amico in più in AlmaLinux.
Ma il supporto?
Vien da sé come il “problema” del supporto in caso di malfunzionamenti, per quanto riguarda gli utenti di classe enterprise, vada ugualmente considerato, del resto nessuno potrebbe scegliere un’adozione di massa di una tecnologia simile senza avere qualche garanzia.
In questo senso il progetto AlmaLinux oltre a fornire le indicazioni relative ai canali Community, attraverso l’azienda TuxCare (che è Platinum Sponsor e Founder del progetto) consente anche di garantirsi la sicurezza di un supporto a pagamento, con tempi di risposta secondo gli standard di mercato.
Mica male per un semplice clone!
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.



















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