
OCaml è un linguaggio di programmazione open-source funzionale, ossia si fonda su principi di immutabilità e su funzioni che non modificano nulla al di fuori di sé. I linguaggi funzionali vengono utilizzati in sistemi altamente concorrenti e distribuiti, dove la robustezza e fault-tolerance sono imposti e dove ci sono trasformazioni massicce di dati complessi e prevedibili.
Insomma, di sicuro non uno di quei linguaggi da imparare sorseggiando una tazza di tè sul proprio portico osservando il tramonto, e si può facilmente immaginare come le modifiche e le implementazioni di un linguaggio simile possano essere piuttosto complesse.
Tornando ad OCaml, essendo questo un progetto open-source, arriviamo alla notizia raccontata da DevClass: una patch da 13.000 righe di codice è stata rifiutata a causa di violazioni di copyright, mancanza di revisioni e disallineamento con le politiche del progetto.
Perché è interessante? Lo avrete capito dal titolo di questo articolo, perché il motivo del rifiuto è che questa patch è stata generata da una intelligenza artificiale.
Lo sviluppatore che ha proposto la pull request ha raccontato di aver chiesto a Claude Code (l’ormai famoso prodotto di Anthropic) di aggiungere al progetto OCaml il debugger DWARF, dicendo chiaramente:
I did not write a single line of code but carefully shepherded AI over the course of several days … my work was just directing, shaping, cajoling and reviewing.
Non ho scritto una singola riga di codice, ma ho semplicemente guidato l’IA per diversi giorni … Il mio lavoro è stato solamente dirigere, dare forma, persuadere e controllare.
Il risultato è stata la pull request di cui abbiamo parlato, dove è possibile ricostruire la lunghissima storia di questa patch, le giustificazioni dello sviluppatore e le ragioni per cui è stata scartata.
E si arriva quindi alla domanda base che pone questa storia: le dinamiche di contribuzione ai progetti saranno sempre più simili a quella appena raccontata?
In questo contesto, quanto sarà difficile per i maintainer dei progetti giudicare ed includere contributi da qui in avanti? Se si pensa al fatto che, secondo i critici di questa patch, buona parte del contenuto era stato preso da un altro progetto chiamato OxCaml, mentre lo sviluppatore, chiedendo all’AI, si è sentito rispondere che “nessun codice è stato copiato da OxCaml”… La situazione si fa davvero complicata.
Ma entrambi i punti di vista sono indubbiamente validi. Se è vero infatti che chi ha proposto la patch lo ha fatto per risolvere un’esigenza (in un certo senso riuscendoci), è altrettanto vero che analizzare 13 mila righe di codice in cerca di violazioni o giudicandone lo stile è impresa impossibile.
Si potrebbe chiudere dicendo che, in un mercato dove ogni giorno viene spinto al massimo alla ricerca di nuove funzionalità ed integrazioni, forse bisognerebbe prendersi un po’ più di calma, rallentando, concentrandosi e cercando la qualità evitando le violazioni di copyright.
Facile, no?
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.



















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