OpenWRT 18.06: prima release dalla pace con LEDE

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A distanza di – poco più – di 6 mesi dalla riunione dei progetti OpenWRT e LEDE, vede la luce la prima release della pacificazione: OpenWRT 18.06.
Questa release dimostra che il progetto è ancora ben pieno di vita, e il lavoro portato avanti è davvero molto.

Non sono ancora disponibili le release notes (note di rilascio) abituali, con riassunti i vari interventi e miglioramenti effettuati, ma la lista di commit del repository git del progetto lascia ben pochi dubbi sulla quantità di lavoro; possiamo solo sperare che la qualità sia la solita, se non addirittura migliorata grazie ai nuovi metodi di verifica implementati. E, perché no, anche al rinnovato entusiasmo che sembra caratterizzare le prossime release.

Le build per le varie piattaforme sono già disponibili al downloadio ho intenzione di provarla il prima possibile sui miei sistemi, senza aspettare la lista ufficiale di modifiche.
Voi che fate, aspettate? 😉

Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.

4 risposte a “OpenWRT 18.06: prima release dalla pace con LEDE”

  1. Avatar Sonic0
    Sonic0

    Ho utilizzato OpenWrt per anni, poi Lede ha preso il sopravvento ed ora (fortunatamente) siamo di nuovo tornati alle origini; Normali diatrie nel magico mondo dell’OpenSource 🙂

  2. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Personalmente per un po’ ho usato router {OpenWRT,DDWRT,LEDE}-izzati ma alla fine mi sono stufato: troppi limiti del ferro e pure della “distro”. Ora attacco una macchina x86 piccolina (celeron) come router e miniserver con secondo tempo, voglia e ispirazione o NixOS (attuale) o OpenBSD (precedente, lasciata per problemi di ACPI) o FreeBSD (ancora precedente, lasciata per scarsa manutenzione da parte mia, ovvero troppo impegno)…

    Penso che sia oramai tempo di sdoganare un concetto: un serverino domestico, vero, se non nel ferro almeno nel software, per ogni casa, niente più soluzioni super-limitate, siamo nel 2018.

  3. Avatar Marco Bonfiglio
    Marco Bonfiglio

    Ci sono casi in cui il problema non è avere servizi di rete offerti da dispositivi di rete, ma modificare il comportamento di quel dispositivo. Faccio un esempio personalissimo: ho comprato un router con Wifi, 4 interfacce lan ed una wan, semplicemente perché mi serviva uno switch con AP e quel router costava poco. A un certo punto mi è servita anche la 5a porta come switch: ho installato openwrt e impostato tutte le porte come parte della stessa interfaccia, trasformando il router in switch. L’alternativa sarebbe stata comprare ed attaccare uno switch in cascata o cambiare proprio quello switch.
    Ora potrei metterci anche il DHCP (con una gestione più dettagliata di quanto permesso dalle interfacce web comuni), o il DNS, o un client openvpn (così da farne un router per una o più VPN): tutti compiti che sarebbero assolti (anche meglio) da un miniserver. Ma che sarebbe più costoso (anche solo per spazio occupato o corrente) ed al massimo altrettanto efficacie. Senza, per altro, sostituire il router.

  4. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Concordo, riporto solo la mia esperienza: tengo un “mirror” della mia posta in locale ed usando più desktop mi serve un “server centrale” da cui sincronizzare questi account. Orbene, il primo tentativo è stato OpenWRT su un routerino personale. C’ho messo parecchio solo per aggirare bug vari del routerino che non gradiva OpenWRT (e qui il problema non è OpenWRT ma la m*rda spacciata per hw che si trova in commercio col pomposo nome di router e design “esagerati” di confezionamento). Passato questo bestemmie brevi per ssh (dropbear non gradisce il mio setup ssh), alcune altre piccole per avere fwknop operativo, poche altre per avere iptables come dico io anziché il contorto wrapper proposto di default. Altre, molto numerose, imprecazioni per avere notmuch, ovvero xapian, e muchsync su OpenWRT (e mi va di lusso che lo storage era sufficiente). Alla fine quasi tutto a posto, non fosse che la lentezza del servizio era bestiale.

    Metto un minipc “artigianale” (una board Celeron senza case con un “finto” alimentatore ATX passivo, ram e ssd in un case homemade), installo al tempo FreeBSD e in 30′ circa ho tutto a posto, contro le ore perse con OpenWRT. Col tempo decido di provare OpenBSD, ci metto un po’ di più per mancanza di pkg/ports (peraltro questi sconsigliati) ma comunque tutto ok in molto meno tempo. Passato a NixOS e cambiato un po’ il ferro, di nuovo poco lavoro e ottimo risultato.

    Long story short: OpenWRT/* fan miracoli ma il ferro su cui girano è talmente malfatto e limitato da imporre non solo limiti fisici ma pure limiti al loro software ed il risultato è che se appena vuoi uscire dai binari puoi comodamente lasciar perdere perché impazzirai. Se anche punti su macchine di fascia alta (tipo Turris Omnia) spendi quando un ferro celeron aperto con una distro classica ed hai meno. La sola cosa che forse realmente risparmi è la corrente elettrica… Il router “finale” cmq non lo risparmi oramai più perché tra fibra e cambi di policy comunque devi passare da quello che ti da il tuo ISP quindi…

    Anche per queste esperienze sono TERRORIZZATO dal futuro dove vedo “PC” che di fatto sono questa marea di roba embedded che per quanto mi consta non dovrebbe essere legalmente manco vendibile…

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