Saturday’s Talks: ma se IBM vuole che Red Hat rimanga se stessa in tutto e per tutto, perché l’ha comprata?

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Premessa: io sono un tecnico. Per esigenza di copione devo occuparmi anche di questioni aziendali e burocratiche, fare cioè l’imprenditore, ma nella sostanza professionalmente mi piace far funzionare le infrastrutture piuttosto contrattare sui prezzi.

Questo per chiarire che, forse, ci sono temi che non sono in grado capire.

Prendi l’acquisizione di Red Hat da parte di IBM. Ecco, sto ancora cercando di comprendere, così come immagino l’intero panorama I.T. mondiale, cosa sia successo e, soprattutto, cosa succederà.

Prendo come spunto l’articolo di Steven J. Vaughan-Nichols di ZDNet, intitolato “Where IBM and Red Hat go from here“.

Steven di open-source ne sa. È articolista su ZDNet da una vita e conosce ed ha intervistato tutti i personaggi della galassia open-source, perciò quando scrive, riferendosi al fatto che IBM e Red Hat affermano come la reciproca indipendenza sarà garantita, queste parole:

IBM and Red Hat has been saying that all along. I believe them.

IBM e Red Hat lo dicono dall’inizio. Ed io gli credo.

Mi fido anche io.

Eppure, in fondo alla mia testa, c’è un persistente pensiero da uomo della strada.

L’articolo riporta le parole del vice presidente di Red Hat, Paul Cormier:

We won’t be biased to IBM services. It goes the other way as well. Say someone in the mainframe group wants to sell SuSE Linux, it has nothing to do with us. They would figure that out in the IBM side, right, just like they do today.

Non saremo influenzati dai servizi IBM. E funziona anche nell’altro senso. supponendo che qualcuno del gruppo mainframe vuole vendere SuSE Linux, non ha niente a che vedere con noi. Se la gestiranno lato IBM, esattamente come fanno oggi.

Quindi sono due aziende separate, indipendenti, che addirittura si aspettano di gestire sistemi concorrenti nei vari ambiti. Ognuna nel suo ambito, just like they do today, dice Cormier.

Quindi, in questo specifico caso, SuSE può stare tranquilla. Non “subirà” l’acquisizione. Tutto rimarrà com’è. IBM ha acquisito Red Hat solo per inglobare il know-how relativo alle soluzioni cloud-oriented, non per cambiarla, non per stravolgere la più famosa open-organization.

Tutto chiaro, nessun punto oscuro. Tutto open. Eppure la più grande acquisizione della storia dell’informatica è rimasta un mistero fino all’ultimo minuto. Nessuno sapeva nulla, se non i CEO delle due aziende che hanno letteralmente scaricato un fulmine a ciel sereno sulle relative aziende (oggettivamente più su Red Hat che non su IBM).

Lasciatemi essere chiaro: non sto facendo alcuna allusione a complotti, macchinazioni oscure o fili tirati da burattinai all’interno di buie stanze dei bottoni. È solo che, dopo oltre vent’anni di vita all’interno del mondo informatico un po’ di disillusione dentro di me ha iniziato a farsi strada.

Proprio la disillusione mi obbliga a porre una semplice domanda: voi investireste mai trentaquattro miliardi di dollari per tenere tutto com’è?

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

4 risposte a “Saturday’s Talks: ma se IBM vuole che Red Hat rimanga se stessa in tutto e per tutto, perché l’ha comprata?”

  1. Avatar Massimo Luciani

    Se non è rotto non aggiustarlo. Nel caso specifico se Red Hat funziona bene così per IBM potrebbe essere conveniente non modificare le cose e nel frattempo prendersi i guadagni che genera. Ovviamente vederemo solo nel tempo se quelle sono dichiarazioni veritiere o di facciata.

  2. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Anche secondo me gatta ci cova. Ma quando mai si tirano fuori centiaia di milioni per lasciare tutto così com’è ?
    Tanto valeva non comprare nulla e fare qualche tipo di accordo a lungo termine.

  3. Avatar darkcg
    darkcg

    Tu invece spenderesti 34 miliardi di dollari per cambiare qualcosa che funziona? Per me è piu insensato meravigliarsi che non il contrario. Basti guardare con il cambiamento cosa è successo a Sun dopo l’acquisizione di Oracle. Praticamente tutti i migliori sono andati via.

  4. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Tu invece spenderesti 34 miliardi di dollari per cambiare qualcosa che funziona?

    Discutiamone.
    Fatturati: circa 3 miliardi per RH, circa 80 per IBM.
    Rapporto di forze totalmente incomparabile.
    Ora, io, il signor 80 miliardi mi compro il signorino 3 miliardi (investendone 34) e lo tengo lì, così com’è.
    Alla meglio cosa può succedere? Che alla fine dell’anno avrò aggiunto quei 3 miliardi di fatturato ai miei 80, solo che ne avevo investiti 34, ergo per guadagnarne 3 mi ritrovo con 31 miliardi in meno di fatturato.
    Ma…
    “Lasceremo tutto com’è”
    “Perché rovinare qualcosa che funziona così bene?”
    “La priorità è preservare la cultura Red Hat”
    etc.
    etc.

    Secondo me, delle due l’una:
    1) IBM dovrà usare RH per cambiare internamente la propria cultura. RH diventerà il trampolino per entrare a pieno titolo nell’era del cloud. Ma di nuovo, il rapporto di forze (anche a livello di dipendenti) pare troppo sproporzionato.
    2) L’acquisizione è finalizzata a qualcosa di diverso che, con i dati che oggi abbiamo in mano, non ci è dato di capire.

    Chi vivrà, vedrà.

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