
Tutte le volte che parliamo di Digital Sovereignty ci accorgiamo di quanto il tema sia vasto. Abbiamo parlato del supporto europeo centrato sulla sovranità digitale che stanno implementando SUSE e Red Hat, abbiamo parlato di come una distribuzione Linux potrebbe rappresentare una via per guadagnare la sovranità, abbiamo anche parlato del concetto di Self Sovereignty, o sovranità personale, trattato anche al Codemotion.
Quindi sì, è un oceano, a cui oggi aggiungiamo un altro tassello, suggerito dalla notizia riportata un po’ ovunque (qui l’articolo di DevClass) della revisione dei prezzi sulle GitHub Actions operata da GitHub.
Ma perché c’entra con la sovranità digitale, vi starete chiedendo?
Seguite il ragionamento, che parte da cosa sono le GitHub Actions.
Stiamo parlando della componente di GitHub che gestisce tutte le automazioni inerenti i processi di Continuous Integration e Continuous Delivery dei repository. Entrano in gioco tendenzialmente ad ogni commit che viene effettuato sui repository e si occupano delle consuete operazioni di promozione del codice: build, test, deploy e via dicendo.
Queste Actions vengono eseguite su dei Runner, ossia degli ambienti operativi all’interno dei quali i processi vengono fisicamente eseguiti. GitHub Actions ha due opzioni per i Runner. I GitHub-hosted Runner, ossia VM fornite da GitHub (Ubuntu, Windows, macOS) per le quali GitHub gestisce tutto (provisioning, scaling, aggiornamenti) e i Self-hosted Runner, dove sostanzialmente le organizzazioni dedicano macchine proprie, cluster Kubernetes, on-prem, cloud privati all’interno dei quali viene installato il Runner (actions/runner) e viene registrato su un repository o all’interno di un’organizzazione.
Quindi, specificando ulteriormente, utilizzando i Self-hosted Runner Il job gira fisicamente sulla propria infrastruttura ed effettua dei pull verso GitHub per prendere in carico i lavori.
Storicamente la scelta di utilizzare Runner propri passava principalmente da una questione economica, in quanto i Runner che vivono su GitHub si pagano (per le organizzazioni) a consumo, quindi erogandoli in proprio questo costo veniva abbattuto.
Bene, l’utilizzo del passato è necessario a questo punto, poiché la politica che GitHub ha scelto di adottare, che ha scontentato un po’ tutti, è che anche i Runner Self-hosted saranno a pagamento.
Una cifra irrisoria certo, 0.002 dollari al minuto, ma che su larga scala avrà un grosso impatto sulle organizzazioni. A poco vale il fatto che i rimanenti servizi delle Actions vedranno un calo di prezzo tra il 20 e il 39 %, di fatto una mossa che pare più un contentino agli utenti.
Anche perché, tornando al discorso della Sovranità Digitale, quello che appare ai più è un enorme lock-in, poiché a differenza delle piattaforme concorrenti (in primis GitLab) con GitHub.com non è possibile avere il proprio intero stack “on-premise”: anche se i Runner sono propri, girano cioè su hardware proprio, il control plane resta sempre di GitHub ed è lì che i propri workload verranno misurati, contati e… Fatturati!
Quindi qui siamo oltre il chiedersi dove girano fisicamente i propri servizi, principio di tutte le riflessioni in materia di Digital Sovereignty, poiché di fatto la risposta è “in casa“. Il problema qui è che basta che il vostro Runner faccia “pull” verso GitHub per capire se c’è da processare qualcosa ed il conteggio della vostra fattura farà “click”, come il contatore dell’acqua.
Mica male, vero?
Vogliamo trovare qualcosa di positivo visto che è la vigilia di Natale? Bene, se vi siete mai chiesti chi pagasse il costo di tutte le GitHub Actions gratuite che girano sui progetti open-source pubblici (parliamo di 71 milioni di job quotidiani), da oggi avrete una risposta, purtroppo non è detto che vi piaccia, perché potrebbe essere “IO!”.
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.




















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