Quali sono i principali motivi per cui i critici del pinguino affermano come Linux non sia un sistema adatto alla produttività? Una domanda che se posta nelle opportune sedi potrebbe scatenare guerre non solo verbali.
Incurante del pericolo Bruce Byfield, di Datamotion, prova ad elencarle (e privarle di fondamento) in questo interessante articolo, i cui punti base sono i seguenti:
- Desiderio di continuare ad utilizzare programmi familiari, ed il primo problema dell’evoluzione è sempre stato la staticità.
- Posizionamento delle funzionalità sconosciuto, ad esempio nei menù dei programmi come OpenOffice o LibreOffice, ma le guide ai programmi servono proprio a questo.
- Poca conoscenza delle alternative, ad esempio perché considerare Gimp l’unica alternativa a PhotoShop quando, ad esempio Krita supporta il modello di coloer CYMK (che Gimp non ha)?
- Indisponibilità di alcuni servizi, ma siamo sicuri che non poter utilizzare Google Drive in Linux (che comunque con un workaroud può funzionare) sia così essenziale?
- Assunzioni basate sulla poca conoscenza, come nel caso dell’installazione dei software. Esiste un modo semplice per farlo? Sì, in ogni distribuzione. Lo conoscono tutti? No.
- Assunzioni basate su vecchie informazioni, come nell’affermazione “devi saper usare la command line”. Nel 2015 è ancora vero?
Condivisibili o meno, questi motivi continueranno a far scontrare le orde di estimatori e di detrattori di Linux. E come sempre… A ciascuno il suo.
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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