Raspberry Pi Zero aggiunge la W

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Di Raspberry Pi ormai abbiamo molte versioni, diverse per potenza e dimensioni. A novembre 2015 fu annunciato il Raspberry Pi Zero, una versione a costo, consumi e dimensioni ridotti, mentre poco tempo fa è stato rilasciato il Raspberry compute module 3, la versione solo potenza di calcolo del Pi.
Il cuore del Rasbperry è il SoC (System on a Chip –  Sistema su chip): un unico chip che racchiude CPU, GPU, RAM e interfacce di comunicazione in una soluzione completamente integrata. Il Pi Zero, basato su un SoC simile a quello del Raspberry Pi origianle, garantisce un’ottima flessibilità grazie al supporto per General-purpose input/output (GPIO) e videocamera digitale perfettamente compatibili, pur offrendo una potenza nettamente inferiore a quella del Pi 3 attuale.

Il 28 febbraio è stato il turno di Raspberry Pi Zero W, piccola evoluzione dello Zero originale (che va ad affiancare e non sostituire); tutta la novità è in quella W, che sta per wireless: l’ultima incarnazione include lo stesso chip Cypress CYW43438 del Pi3 per integrare WiFi e Bluetooth, rendendo questa piccola schedina molto interessante per sviluppo e realizzazione di prodotti che ricadono pienamente nell’ormai onnipresente Internet of Things.
Ricapitoliamo allora le caratteristiche di questo prodotto:

  • CPU a 1 GHz, singolo core
  • 512 MB di RAM
  • Interfaccia mini-HDMI
  • Interfaccia microSD (storage principale)
  • Interfaccia micro-USB con supporto On-The-Go (come molti cellulari, storage esterno o dispositivi USB)
  • Alimentazione via micro-USB
  • contatti a 40-pin compatibili col modulo HAT
  • contatti per video composito e reset
  • connettore per il modulo videocamera
  • rete WiFi 802.11n
  • Bluetooth 4.0

I due punti in grassetto sono le caratteristiche nuove della versione W

Se già la versione “normale” ha avuto un successo travolgente, la nuova versione W promette di fare il bis, nonostante il prezzo raddoppiato: da 5$ a 10$. Che dite, troppo?

Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.

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