OneMix 2S Yoga: mini laptop, tablet e supporta Linux

7
(source: liliputing.com)

Quando parliamo di mini laptop, ovvero dispositivi della dimensione di un cellulare (o poco più grandi) in grado di fare lo stesso lavoro di un portatile, ma garantendo alta portabilità, non abbiamo molta scelta disponibile. E, se ristringiamo la ricerca ai cosiddetti “convertibili”, ovvero quei laptop in grado, se necessario, di diventare tablet, questa è ancora più ridotta.

Se, infine, aggiungiamo all’equazione anche il supporto del nostro amato pinguino, beh, davvero inizia a diventare un grattacapo.

Ci viene in aiuto Brad Linder dal sito Liliputing, specializzato in dispositivi ultra-portatili, con un video dettagliato che spiega l’uso e le limitazioni di un sistema Linux completo, Ubuntu 18.04, sul One Mix 2S Yoga.

Ma prima di tutto andiamo rapidamente a capire di che dispositivo stiamo parlando:

  • CPU Intel Core M3-8100, Dual core, 2.6 GHz
  • GPU Intel HD Graphics 615
  • RAM 8GB DDR3
  • Disco 256GB PCI-E SSD
  • WiFi 802.11a/b/g/n/ac e Bluetooth 4.0
  • Schermo da 7″ Touchscreen con risoluzione 1920*1200

Il tutto ad un prezzo decisamente allettante, considerando che proprio in questi giorni è in promozione a meno di 600€ comprensivo di penna!

Nonostante esca di fabbrica con Windows 10, la cosa interessante è la totale compatibilità con Linux, che lo rende così -di fatto- una macchina da lavoro completa e, con quella base hardware, anche di tutto rispetto.

Certo, ci sono dei problemi da dover affrontare, come il fatto che di default il sistema riconosce uno schermo verticale, costringendo all’utente di utilizzare

xrandr -o right

per sistemare la cosa, oppure che non viene riconosciuto il display come ad alta densità, rendendo di fatto tutto estremamente piccolo (nulla che un bel giro di Ubuntu Tweaks non possa sistemare), ma per il resto avrete una Linux full letteralmente da portare in tasca.

(source: liliputing.com)

Le altre limitazioni riscontrate sono date prevalentemente in uso durante la modalità tablet e, a mio avviso, dovute in gran parte al fatto che allo stato attuale non esiste un vero player nel settore Tablet che sfrutti interfacce Linux e che spinga lo sviluppo in tal senso (per quanto Sailfish OS sia veramente interessante, non ha praticamente mercato al momento).

Mentre decidete se mettere o meno le mani su questo interessante oggettino, vi lasciamo all’articolo originale ed, ovviamente, al video realizzato per l’occasione:

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.

7 risposte a “OneMix 2S Yoga: mini laptop, tablet e supporta Linux”

  1. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Toh, han riesumato una sorta di trackstik (per chi non lo ricordasse quel piccolo puntino in mezzo alla tastiera di molti laptop di un tempo da usare al posto del touchpad) 🙂

    Cmq sul piano usabilità non ce ne vedo molta… Non avendo interfacce touch ha poco senso avere macchine così, sono interessanti come fattore di forma come home-miniserver e qui credo avrebbero un gran mercato (router domestico personale + fileserver + printserver + …) ma per il resto punterei molto sul desktop tradizionale dove stiamo perdendo dal tappo (hw sempre più chiuso) e dalla spina (assenza di un desktop generalista comunitario competitivo, a parte Kde non c’è altro che un mondo in decadenza e sopratutto assenza di server X e librerie moderne).

  2. Avatar Ivan Guerreschi
    Ivan Guerreschi

    Vediamo se per fine anno riesco ad iniziare a creare il mio mini server, unendo le mie passioni per l’informatica, la meccanica e l’elettronica, costruendo case ed elettronica di contorno, adesso devo decidere l’hardware tra ARM e x86

  3. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Se può servire avendo messo su casa di recente ho fatto un po’ di esperimenti: il risultato è che oggi il miniserver di casa è una board Celeron con 8gb di ram, alimentatore passivo ed un paio di SSD. In retrospettiva avrei preso un Ryzen super-entry-level giusto per star fuori da Intel…

    Prima avevo provato varie ARM e alla fine il problema era lo stesso per tutte: consumano poco, costano poco ma valgono poco, appena carichi un po’ si siedono o comunque han performance troppo scarse per esser usabili.

    Alla fine non è che lo strausi ma torna comodo per videosorveglianza FOSS e cloud-less, con IP cam che non han accesso ad internet ma solo ad una lan e solo tramite miniserver con camstream puoi vedere da remoto (ssh, in futuro + fwknop), mailserver (mbsync + IMAPFilter + notmuch locale mirrorato in LAN o remoto via (ssh+)muchsync. All’inizio pensavo di giocare con GPIO per fare un po’ di domotica tipo regolare da remoto la VMC per tenere più bassa la temperatura in casa quando non ci sono ma alzarla quando torno, sensori di allagamento, tracciamento consumi elettrici ecc. Alla fine ho rinunciato perché mettere in piedi tutto costa ben più di quel che può dare…

  4. Avatar Ivan Guerreschi
    Ivan Guerreschi

    Grazie mi hai tolto più di un dubbio, soprattutto sulla scelta tra ARM e x86, meglio avere una riserva di potenza di calcolo in più, si parte sempre da due tre inservizi e alla fine si mette di ogni 🙂 per un fileserver che mi consigli?

  5. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Beh dipende da quanti files devi servire a quanti client, IMO per uso domestico una macchina leggera ma non troppo come Celeron “va bene per tutto”, considerando un consumo medio sugli 8-10W, personalmente per un traffico basso con non troppi files di discrete dimensioni un paio di SSD economici sui 250Gb sono più che sufficienti, altrimenti avere dischi tradizionali si impone per prezzo. Per usi “ibridi” potresti puntare sullo zfs (SSD come cache disc del pool e storage su dischi a piattelli) ma francamente per l’uso domestico anche usare direttamente dei dischi classici non fa soffrire granché. La maggioranza dei “client” domestici che mi immagino sono player di video, o per scorrere collezioni di foto quindi nulla che risenta di poche performance di storage. L’altro uso che immagino è il “mirror” dei desktop come “backup pronto casereccio” e anche qui le performance non sono granché rilevanti, idem non lo sono per l’uso da internet.

    ‘Somma se parliamo di costi e ferro direi sui 300 euri per una macchina semi-headless (la parte non headless la fai all’inizio col tuo monitor principale) con 8Gb di ram, 16 se proprio vuoi star largo (oggi la ram costicchia) ed eventuali combinazioni di 2SSD + 2+hd in base allo storage. Se servono più reti o più porte sata una scheda PCIe 1x la trovi a 10-15 euro e va benissimo 🙂

    Come case personalmente ho fatto un mini-rack di ferro (scatolato 20×20 zincato del brico) e legno (multistrato/paniforte, stessa provenienza) quindi niente case vero e proprio. Nella stessa struttura c’è UPS, power strip (1U da 19″ classica, economica), switch per la lan di casa, passacavi ecc. Tanto alla fine una LAN la hai e da qualche parte uno switch serve quindi tanto vale consolidare tutto, altrimenti di nuovo legno più al massimo L e lamiera (o una pressa se riesci ad averla) van più che bene, cassetti per hd/ssd si trovano a poco e sono comodissimi da fissare tra due pennellini 🙂

  6. Avatar Ivan Guerreschi
    Ivan Guerreschi

    Grazie ancora, mi hai tolto ulteriori dubbi e vedere se conviene scegliere tra SSD dischi tradizionali o una combinazione dei due, nei prossimi giorni prendo “carta e penna” e butto giù qualche idea, sicuramente molte parti saranno artigianali e di facile reperibilità

  7. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Ci mancherebbe, se vuoi dettagli o altro kdisqus at miodomio (dal profilo Disqus) è valida, oggi torno in Italia per qualche giorno quindi non sarò velocissimo a rispondere ma non ci sono problemi.

    Per disegnare se hai qualche info sul disegno parametrico (sketch su piano/faccia, estrusione o rimozione di materia e ricomincia, assemblaggio di parti con vincoli vari) FreeCAD oggi non è malaccio, PartDesign a Assebly2/AM2 (questi ultimi out-of-tree come modulo che si installa in home dalla GUI senza dipendenze, build o altro) lavorano bene, non è Catia ma al livello di SolidEdge diciamo che c’è e da Catia ha preso molte idee comode 🙂

    Per me la parte “ripensata” a posteriori sono i passaggi dei cavi che ho rimaneggiato un po’ prima di arrivare a qualcosa di mio gusto. Come idee che mi girano fatta in parte c’è HDMI su un extender per avere la parte non headless senza essere fisicamente nel “locale tecnico” con un pulsante cinese per accensione+2 USB variante povera di un vero KVM e alimentatore passivo (da laptop + “Pico PSU”) “segato” per levare il guscio di plastica e bloccarlo sul “case” in maniera da avere una maggior dissipazione di calore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *