Fedora abbandonerà i 32bit

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La notizia ufficiale è arrivata venerdì scorso durante l’ultimo incontro della FESCo (Fedora Engineering and Steering Committee – l’organo interno che definisce le linee guida): Fedora, come già fatto da Canonical, abbandonerà il supporto all’architettura i686, i 32-bit.

Non è un fulmine a ciel sereno per gli utenti di Fedora, che già un paio di anni fa per Fedora 27 avevano visto avanzare la proposta, poi ritirata. Ma ormai, nel 2019, i tempi sembrano essere maturi per salutare quest’architettura.

Le motivazioni sono a grandi linee ancora le stesse: la grande maggioranza dell’hardware supporta i 64-bit (ormai da 16 anni a questa parte) e con il passare del tempo la priorità per il mantenimento dei pacchetti a 32 bit è sempre più bassa.

A kernel headers package will still exist, and all 32-bit packages should continue to build as normal. The main difference is there would no longer be bootable 32-bit images.

I pacchetti degli header del kernel saranno ancora disponibili, e tutti i pacchetti a 32-bit dovrebbero continuare a compilarsi normalmente. La principale differenza è che non ci saranno più immagini avviabili a 32-bit.

Questa accortezza consentirà la compatibilità con le applicazioni a 32-bit, come WINE e Steam – a differenza di quanto previsto inizialmente per Ubuntu.

L’inizio di questa “rivoluzione” è previsto in concomitanza con la release di Fedora 31, prevista per ottobre.

Affascinata sin da piccola dai computer (anche se al massimo avevo un cluster di Mio Caro Diario), sono un’opensourcer per caso, da quando sono incappata in Mandrake. Legacy dentro. Se state leggendo un articolo amarcord, probabilmente l’ho scritto io.

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