WireGuard diventa stabile nel Kernel, anche di Android

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Avevamo già dato la notizia dell’inclusione nel Kernel 5.6 di WireGuard, la soluzione VPN che ha fatto colpo su tutti, Linus compreso.

Con il rilascio ufficiale del Kernel, WireGuard è arrivato alla versione 1.0, che tradizionalmente indica la stabilità del codice (e delle funzioni) e quindi il suo essere production ready, ovvero aver finito la fase di sviluppo e perché usabile e largamente testato.

Pertanto, in questi giorni le rolling release stanno rimuovendo i pacchetti del modulo WireGuard perché non più necessari, essendo semplicemente compresi nel rilascio del Kernel.
Ma questa novità sarà inserita anche in Kernel di versioni precedenti (il cosidetto backporting), permettendone l’uso nativo su release come Ubuntu e Debian (per limitarci a quelle citate dall’autore di WireGuard).

Ma sappiamo bene quanto il Kernel Linux sia diffuso, e come sia stato usato come base di progetti simili. Tra cui il più diffuso, sicuramente, è Android.
Proprio a stretto giro dal rilascio del codice ufficiale, lo sviluppatore di Google Greg Kroah-Hartman ha aggiunto il codice al Generic Kernel Image (GKI – Immagine Generica del Kernel), ovvero il codice di base che viene poi personalizzato dai vari vendor (Samsung, Motorola, Huawei…). E la prima riga del commento non lascia dubbi sulla fiducia riposta in questa tecnologia:

Add native kernel support for a sane VPN

Aggiunge il supporto kernel nativo per una VPN sana

Quindi almeno dalla prossima versione di Android, se non poprio dal prossimo update, potremo aspettarci il supporto di WireGuard built-in.
Esiste già una applicazione apposta nel Play Store, che probabilmente rimarrà come interfaccia di gestione, ma avere il supporto nativo nel Kernel vuol dire maggiore sicurezza, stabilità e prestazioni. Nonché, forse, evitare spiacevoli incidenti. Almeno di immagine.

Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.

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