Amazon accusa Elastic di giocare sporco

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Lo scontro epico e frontale tra Amazon ed Elastic non è per nulla una novità. Scoppiato all’inizio dell’anno, con il cambio di licenze dei prodotti di Elastic, aveva visto la risposta pochissimi giorni dopo con l’annuncio di un proprio fork, presentato ufficialmente ad aprile col nome OpenSearch.
Non mancano alcuni sviluppi di questa guerra di immagine (che ne nasconde una commerciale vera e propria), e che vede di nuovo Elastic cercare di creare una rete di protezione per i propri prodotti, e Amazon rispondere pan per focaccia.

Nello specifico parliamo di un commit di qualche mese fa dei client di Elastic con il compito specifico di verificare se la connessione che il client sta instaurando è verso un server Elasticsearch o un suo clone/fork. E impedire la connessione nel secondo caso. Ciliegina sulla torta: la modifica è già presente nei prodotti rilasciati (versione 7.14).

A denunciare la pratica Amazon stessa, con un post apposito in cui annuncia anche la sua intenzione a creare e mantenere dei fork dei client senza la modifica.

In the spirit of openness and interoperability, we will make reasonable efforts to maintain compatibility with all Elasticsearch distributions, even those produced by Elastic.

Nello spirito dell’apertura e dell’interoperabilità, faremo ogni sforzo ragionevole per mantenere la compatibilità con tutte le distribuzioni di Elasticsearch, anche quelle prodotte da Elastic.

Quindi Amazon assicura che questi client saranno compatibili con Elasticsearch, ma anche con qualsiasi prodotto implementi la tecnologia Elasticsearch – come il proprio prodotto OpenSearch.

Il nodo del contendere è la supremazia nell’uso delle tecnologie legate ad Elasticsearch, che vuol dire anche leadership nello sviluppo. Quindi, in qualche modo, si sta determinando chi debba essere considerato standard e chi inseguitore.
Il fatto che Elastic abbia inventato la tecnologia, in questo caso, ha un peso relativo: vincerà il prodotto migliore, l’azienda più innovativa e – ne siamo convinti – che rispetta di più l’open-source.

Se all’inizio della battaglia Elastic sembrava avere ragione, contestando ad Amazon di sfruttare la condizione di prodotti open-source per fare concorrenza – in qualche modo – sleale, la verifica introdotta nei client sa molto di chiusura commerciale. Anche aver intitolato il commit incriminato “Verifica della licenza” pare un deliberato atto ingannevole…
Infine, l’aggiornamento di un client che usa un cluster diverso da Elasticsearch di Elastic creerebbe un disservizio niente affatto indolore: sorpresa poco gradevole per qualsiasi sysadmin.

Insomma, Amazon sembra fare una più bella figura, e pare lanciata ad offrire prodotti più liberi – che per noi è in bene. Ma se (forse) si è aggiudicata questa battaglia, la guerra è ben lontana dall’essere conclusa: staremo a vedere.

Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.

Una risposta a “Amazon accusa Elastic di giocare sporco”

  1. Avatar Rickyx
    Rickyx

    È chiaro che non combattono ad armi pari e ci si difende come si può…

    E Amazon si trova in questo (unico?) caso dalla parte buona:
    https://en.wikipedia.org/wiki/Criticism_of_Amazon

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