Diciamoci la verità, questo lungo periodo di pandemia ha messo in sofferenza molte professioni, ma il lavoro dell’informatico si è preservato in maniera decisa. Vuoi perché nativamente predisposta (nella maggioranza dei casi) al lavoro remoto, vuoi perché la duttilità ne è sempre stata una componente determinante, la figura dell’informatico professionista è in salute, e la ricerca di talenti è se possibile aumentata.

Lo conferma il sondaggio “The 2021 Open Source Jobs Report” della Linux Foundation che certifica l’atteggiamento delle aziende I.T. nei confronti dei temi relativi all’assunzione di professionisti.

Il primo dato riportato lascia poco spazio all’immaginazione:

Le aziende stanno cercando talenti open-source, praticamente tutte, il 97% del totale, e non finisce qui: i talenti in questione hanno maggiore possibilità di essere assunti se sono certificati:

E se non sembra un dato sufficientemente importante, è bene confrontarlo negli anni:

Quindi c’è un incremento deciso, l’87% in 3 anni (!), verso le persone certificate.

Se poi le persone in questione dovessero avere competenze su metodologie DevOps allora il profilo diventa completo:

Infatti è implicito che se l’88% delle aziende applica le metodologie DevOps nei propri contesti produttivi, allora vien da sé che i professionisti da cercare saranno sicuramente in quell’ambito.

Ed i dati rappresentati sono solamente la superficie. Il report presenta numerosi dettagli che portano tutti alla stessa conclusione: investire nelle proprie competenze in ambito open-source è certamente investire sul proprio futuro.

Raoul Scarazzini

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.