Il gigante dei chip Broadcom acquista VMWare per quasi settanta miliardi di dollari!

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Poco più di sei mesi fa vi davamo la notizia della ritrovata autonomia di VMWare: dopo esser stata acquisita da DELL (perché parte di EMC), era diventata un’impresa autonoma.

Già allora facevamo notare come questa separazione fosse una mossa altamente atipica. Il panorama del software e dei servizi informatici in generale sta andando sempre più verso la creazione di mega-agglomerati, aziende che si aggregano per fornire servizi più completi. O aziende già affermate che comprano quanto gli manca, o quanto gli serve per fare sinergia con i propri prodotti. L’abbiamo visto fare ad IBM con Red Hat, per la modica cifra di 30 miliardi di dollari.

VMWare è leader pressoché indiscusso per i sistemi di virtualizzazione, ed un giocatore di primo piano nel cloud ibrido o nella gestione multicloud. Per questo poteva fare a gola a tanti, ma proprio per questo solo pochi si sarebbero potuti permettere la spesa.

A quanto pare Broadcom ha deciso che non solo se lo può permettere, ma che gli conviene pure. L’annuncio di pochi giorni fa è infatti di tipo finanziario: una sequela di numeri che cercano di dimostrare quanto sia un buon affare, e che spiega come il tutto avverrà nel 2023. Cosa che forse è necessaria per giustificare un’operazione da 60 miliardi (cash più scambio di azioni), oltre all’accollo degli 8 miliardi di debiti che VMWare ha.

Per tanti Broadcom vuol dire modem e dispositivi network, ma negli ultimi anni, proprio grazie ad acquisizioni di questo tipo, è diventata un gigante capace di offrire prodotti e soluzioni alle imprese in tutti i campi. In questo quadro, VMWare è solo un ulteriore passo per espandere il proprio raggio d’azione.

Vedremo se davvero si rivelerà un affare, o se invece sarà un boomerang: gli 8 miliardi di debito si sono generati sotto la gestione EMC e DELL, e potrebbe non essere una mera questione di strategie sbagliate. Nel mondo del cloud, dei container, di webapp e autoscaling, le – vecchie – macchine virtuali non hanno più molto meno senso.

Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.

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