Debian ha deciso: includerà firmware non-free nell’installer

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Circa un mese fa davamo notizia di una votazione imminente all’interno del progetto Debian per stabilire se e in che forma software non-free dovesse essere incluso o meno nei dischi di installazione.

Le proposte sul campo si sono articolate, arrivando a 7, l’ultima delle quali comprende “nessuna delle precedenti”.

Le votazioni hanno avuto luogo ed abbiamo un vincitore (qui le statistiche, con anche grafici): l’installer sarà unico e conterrà il software non-free.

Se avete aperto il link, e non avete capito molto dei calcoli di spoglio elettorale, è perché non siete avvezzi al metodo “Schulze”. Infatti la votazione prevede che ogni votante non scelga solo una delle opzioni, ma ne possa scegliere più di una esprimendo la propria preferenza (qui i singoli voti, se siete curiosi). Il metodo Schulze individua quella preferenza più “potente”, ovvero quella capace di battere in un confronto diretto tutte le altre.

La decisione comporta anche una modifica al contratto sociale di Debian, proprio per permettere l’inserimento di tale software nell’installer, con la precisa specificazione che si deve trattare di firmware essenziale per il buon comportamento dell’hardware. Insomma: si cerca di limitare al minimo l’eccezione.

Riteniamo la scelta quella di più buon senso e praticità, anche perché avere immagini separate avrebbe articolato inutilmente l’offerta, mentre lasciare a margine (ovvero, in zona non ufficiale) quelle con software non-free non sarebbe stato pratico: chi, sapendo che con l’immagine ufficiale poteva avere problemi ma con quella non ufficiale risolverli, avrebbe scelto di usare la prima invece della seconda?

Noi no.

Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.

6 risposte a “Debian ha deciso: includerà firmware non-free nell’installer”

  1. Avatar JaK
    JaK

    Vorrei iniziare una discussione costruttiva a riguardo.
    GNU nacque come tentativo di avere un sistema operativo completamente aperto e libero. Un tempo in cui i driver più complessi potevano essere quelli di una stampante (Xerox.. coff! Coff!).

    Viviamo in un periodo dove il software è libero, ma i driver per poterlo fare girare sono chiusi. Qualcuno ricorda quando volevamo usare le webcam con GNU/Linux? O com’era installare i driver nVidia a partire dai loro shell script?

    Io spero che questa non sia una capitolazione, ma una strategia per spingere in futuro un più ampio uso di driver aperti, specialmente da parte dei produttori. Anche perché, se vediamo chi usa le distro “dure e pure”, abbiamo uno scenario composto da server casalinghi o PC riciclati per far girare LibreOffice e un browser.

    La scelta di Debian è la più sensata. Solo, come ho detto, spero non si tratti di una capitolazione.

  2. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    colgo l’occasione per farvi una domanda: sbaglio o non è possibile avere una lista del software closed che sono presenti in una distribuzione ?

    non sarebbe bello avere una schermata di info-closed con la lista della roba closed installata dalla distro di default con informazioni annesse ?

  3. Avatar Marco
    Marco

    Sulle Debian-based in Synaptic, filtrando il software per Sections, hai le sezioni col software closed marcate come “nonfree”, cosi puoi vedere quale hai installato e quale è disponibile

  4. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    le info che dico sono sicuramente presenti solo che non sono di facile lettura. io parlo di una lista dei software non-free installati di default dalla distro, l’azienda che l’ha realizzato, la relativa licenza/eula, un link etc

  5. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    e dopo systemd, un altra barriera è stata tirata giù. ;-(
    Debian stà diventanto una copia di Ubuntu.

  6. Avatar matematico65
    matematico65

    Immagino che al tempo in cui fu creata e pensata Debian ci si proponesse di invertire la tendenza, cioè il software libero avrebbe dovuto prevalere su quello non libero.
    Grazie a questa strategia Debian ha fatto un suo percorso ottenendo grandi risultati, successi e riconoscimenti, ma se non ci sentiamo soddisfatti e vogliamo comunque e a qualunque costo battere e ridurre ai minimi termini i sistemi operativi commerciali e relativo software closed allora potremmo fare mosse false che equivarrebbero ad una sconfitta.
    Il mondo Linux ha solo bisogno di distribuzioni facili da usare per offrire una alternativa a coloro che in tanti anni di purismo estremo sono rimasti esclusi dall’accesso a questo mondo nato e pensato per tutti.
    La decisone presa, come descritta nell’ottimo articolo, non è un danno gravissimo ma solo una piccola resa.
    Niente di grave, ma secondo me, Debian deve continuare a fare Debian come era nella mente di chi l’ha creata e lasciare il compito ad altre distro di offrire alternative.
    Debian non deve cambiare per inseguire la sua distribuzione fino alle nostre case, ha un suo target ben definito, lasci ad altre distro il compito di inseguire gli utenti Win e Mac.
    Il bello di Linux è questo, la sua varietà di proposte, se tutti convergessero verso gli stessi ideali di massima diffusione avremmo scelte tutte uguali con poche differenziazioni.
    Sono stato utente windows per tanti anni, poi ho provato varie distro e mi sono stabilizzato su Mint, la più adatta per un neofita. Sono contento e grato per questa opportunità, grazie a Mint ho potuto finalmente entrare e rimanere nel mondo Linux!
    Avevo provato una distro basata su Debian ma non mi ero trovato bene, non riuscivo a trovare le cose e ogni volta era una battaglia per risolvere i problemi.
    Per questo dico che la varietà è il bello di Linux, guai a perdere la propria identità.

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