ChatGPT è il progetto con la crescita di utenti più grossa della storia, ma del resto nel 1923 avevano già previsto tutto…

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Non passa giorno che ChatGPT non faccia parlare di sé. L’ultima notizia in ordine di tempo è il report, segnalato da ARSTechnica, che indica una stima di cento milioni di utenti attivi mensilmente e ne fa il progetto con il più alto tasso di crescita della storia. Più di TikTok, per intenderci, o Instagram.

L’hype di questo progetto calerà prima o poi, com’è fisiologico? È probabile, ma è chiaro come in OpenAI si voglia sfruttare il più possibile il momento, ed il recente annuncio di ChatGPT Plus (a pagamento) lo dimostra. Con 20 dollari al mese si potrà accedere a ChatGPT anche quando (e capita sovente) è saturo, con tempi di risposta più rapidi ed accesso prioritario a nuove funzionalità e miglioramenti.

Chi mai potrebbe dover voler pagare per ChatGPT?

Per esempio Jason Perlow della Linux Foundation, che ha fatto “partecipare” ChatGPT ad una conferenza per poi averne un riassunto dettagliato:

We had over four hours of video from the LFX Mentorship Showcase, and I didn’t have time to watch it all. Who better to do this than my new artificially intelligent, unpaid intern, ChatGPT? Here’s its summary of the day, with human edits for clarity.

Abbiamo registrato più di quattro ore di video dall’evento LFX Mentorship Showcase e non ho avuto tempo di guardarle tutte. Chi avrebbe potuto farlo al mio posto se non la mia, non pagata, nuova intelligenza artificiale ChatGPT? Ecco quindi il riassunto della giornata, con modifiche umane per maggiore chiarezza.

O che dire di quanti vorrebbero ottimizzare i costi del cloud usando l’AI per l’orchestrazione di container? Mark Hornbeek di DevOps.com descrive come l’AI potrebbe essere usata per risparmiare sul cloud e, pur non citando direttamente ChatGPT, è facile capire come uno degli impieghi potrebbe essere proprio questo. Tenendo ovviamente sempre ben presente la problematica dei dati con cui le varie AI vengono alimentate, vedi Amazon che proibisce l’utilizzo di ChatGPT per generare codice AWS.

Questa invasione di contenuti e prodotti creati o gestiti dalle AI sta chiaramente iniziando a far interrogare i tecnici su come tutelarsi dai prodotti artificiali. In questo senso vale la pena segnalare DetectGPT, un progetto della Stanford University, che si pone l’obiettivo di identificare porzioni scritte da ChatGPT utilizzando un modello predittivo e probabilistico.

Chiudiamo infine con una previsione formulata cent’anni fa che riassume tutto quello di cui abbiamo parlato:

Nel 2023, quando tutto il nostro lavoro verrà svolto dall’elettricità

In fondo era stato tutto previsto!

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

3 risposte a “ChatGPT è il progetto con la crescita di utenti più grossa della storia, ma del resto nel 1923 avevano già previsto tutto…”

  1. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Se è per questo, c’avevano visto giusto anche con i telescopi astronomici: https://uploads.disquscdn.com/images/e0a9af7cbaf4c6c8717d130e2ff11e91b452b33a1c62c3c8f66121c6383b0cd7.jpg

  2. Avatar JaK
    JaK

    Ciò che mi viene da chiedermi, nel contesto di questo blog, è la licenza: chatGTP è chiuso e capisco sia sacrosanto diritto di chi crea un prodotto venderlo o fornirlo a noleggio secondo le proprie preferenze.

    Mi domando, però, se sarà possibile avere una versione libera di chatGTP: il software in sé è già disponibile (credo!), ma ciò che non è open è il training delle reti neurali e la loro configurazione. Senza contare che per far girare un software alla velocità di chatGTP o Dall-E, mi pare di capire servano cluster piuttosto potenti, non le tre RaspberryPI che ho in garage 🙂

    Insomma, possiamo parlare della fattiblità/utilità/moralità di un chatGTP open?

  3. Avatar Raoul Scarazzini

    Il problema di creare qualcosa di simile in forma open è tutto legato a quanto hai scritto: potenza computazionale. Per muovere ChatGPT ci vogliono tanti di quei core (e quindi soldi) non alla portata di progetti volontari…

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